Perché alcuni bambini si ammalano continuamente? Le ragioni sono senza dubbio multidimensionali e non ha senso ricondurle solo a batteri e virus.
Nel XVII secolo Cartesio volle dimostrare che l’essere umano è composto da due parti distinte: corpo e anima. Questa separazione drastica persiste ancora oggi e implica che il corpo, la malattia e il dolore non abbiano alcun legame con la mente e viceversa. La ricerca medica solo di recente ha cominciato ad esplorare, da un punto di vista fisiologico, la relazione che intercorre tra mente e corpo. Quando abbiamo un pensiero o un’emozione, simultaneamente il cervello produce una sostanza chimica che porta un messaggio nelle zone periferiche. E’ come se, quando siamo felici, questo sentimento oltre che nella mente si rispecchiasse in tutto il corpo.
Pensiamo al bambino che si ammala di una semplice influenza, con raffreddore e febbre. L’influenza può essere il risultato di un processo che ha luogo nel nostro corpo, in risposta ad uno stato di stress e di preoccupazione continuativi. Durante questa costante sollecitazione, il sistema immunitario si indebolisce, fino a farlo entrare in contatto con il virus dell’influenza.
Quando si rivolge l’attenzione soltanto alla natura sintomatica del disturbo, però, ci si limita alla parte visibile di un iceberg. La medicina energetica si chiede anche cosa ci sia, sotto la superficie, a creare quel disturbo. Le due visioni sono diverse ma complementari.
Anche i disturbi dei bambini possono essere osservati seguendo lo stesso approccio. Di fronte a qualsiasi problematica, la medicina classica e quella energetica, dal momento che agiscono su piani diversi, dovrebbero unire le forze con l’unico obiettivo di ristabilire la salute del bambino. Spesso anche il bimbo più estroverso e comunicativo può rivelare una tensione interiore molto forte e una sensibilità molto elevata dal punto di vista emotivo, che possono dare luogo a un sintomo. Il medico, quindi, oltre ad occuparsi della malattia, dovrebbe concentrarsi anche sull’ammalato e chiedersi perché quel bambino ha proprio quella malattia, in quel particolare momento storico della sua vita
Le emozioni hanno una potente influenza sul corpo. Il sistema immunitario può venire ad esempio indebolito da una paura repressa, tanto da spalancare la porta ad una problematica.
I pediatri Meyer e Haggerty hanno condotto un lavoro da pionieri, sul tema. Per un anno, hanno seguito 16 famiglie con uno o più figli, di cui veniva controllato lo stato di salute ogni tre settimane, tenendo nota di tutto. In un caso su quattro, l’inizio della malattia seguiva una crisi familiare e un momento di forte stress precedeva sempre il manifestarsi di una problematica.
Ciò significa che quando un individuo è sotto stress costante – anche un bambino – è più facile ammalarsi. Questo stress può essere determinato da diversi fattori, dove le emozioni la fanno da padrone. Ciò succede anche perché il bambino, fino all’età di 6 anni, filtra tutto ciò che gli accade attraverso le emozioni. Solo più tardi svilupperà il suo lato razionale.
Pensiamo al bambino che entra per la prima volta impaurito all’asilo e subito dopo si ammala di otite. E’ un casualità? O c’è un significato da esplorare dietro all’otite?
Ma pensiamo anche ai disturbi del sonno, alle coliche dei neonati, al mal di pancia la mattina prima di andare a scuola, a quei mal di testa di origine sconosciuta e ai disturbi di concentrazione scolastica di ragazzi sanissimi. Che cosa li provocano? Perché specialmente i piccoli che lamentano affezioni croniche recidive meritano un’attenzione particolare?
Tutti gli stati di nervosismo, ansia insonnia, dolore allo stomaco e problematiche intestinali sono regolati dal cervello e dal sistema ormonale. Il nostro cervello è diviso in due emisferi: il destro (emotivo) e il sinistro (razionale). Quando i due emisferi non comunicano correttamente, possono insorgere disturbi di questo tipo, perché non c’è linearità tra ciò che il bambino pensa e ciò che prova sul piano emotivo. Questa condizione è tipica del bambino svogliato e poco concentrato, che generalmente risulta iperprotetto. Per questo, si rifugia in un mondo tutto suo e fantastica.
La stanchezza infantile ha poco a che vedere con problemi medici: ha piuttosto un’origine emotiva.
Digrignare i denti è un sintomo di estrema tensione interiore non espressa.
I tic nervosi sono la manifestazione di un’inibizione molto profonda nel bambino e che va sciolta.
Un mal di pancia, se non è accompagnato da febbre e vomito, potrebbe nascondere una componente emotiva, che rappresenta qualcosa di simbolico che chiude lo stomaco.
Non è un caso che si manifestino le classiche coliche del lattante, le quali si interrompano quasi sempre e improvvisamente quando la madre prende in braccio il bambino.
In alcuni casi, possono essersi registrati dei traumi durante la gravidanza che vanno identificati e trattati in maniera adeguata. Il sistema limbico, responsabile delle emozioni, è completamente sviluppato nel feto già dalla sesta settimana. Da lì in poi, questo può percepire tutte le emozioni. Spesso bambini con malformazioni o handicap hanno subito un trauma durante la gravidanza. Questo non deve accendere sensi di colpa nella madre, poiché un bambino molto sensibile percepisce come traumatica un’esperienza che i genitori o un altro bambino non valuterebbe nello stesso modo. Un esempio su tutti è quello del bambino che si presenta podalico, che generalmente ha percepito l’assenza, effettiva o simbolica, della figura paterna durante la gravidanza.
Un bambino che balbetta o che si frattura le braccia o presenta lesioni alle mani reagisce fisicamente alle eccessive pretese dei genitori o della scuola.
Un bambini curioso e vivace, che viene bloccato dai genitori, può lamentare, a causa delle emozioni represse, danni a fegato e bile.
Un bimbo affetto da scoliosi può vivere in una condizione in cui papà e mamma tirano da due parti diverse, magari perché separati.
Cosa fare, dunque, per lavorare in maniera dolce sul retroscena delle varie problematiche che affliggono il bambino? I colori possono avere un profondo effetto terapeutico. Essi influenzano tutta la nostra vita e lo sanno molto bene gli esperti di marketing che, in base all’effetto che si vuole ottenere, suggeriscono la tinta migliore con cui dipingere le pareti di un negozio.
La terapia del colore è nota dalla notte dei tempi, quando per curare specifici malesseri si usavano panni o ambienti colorati. Ancora oggi si usa coprire i bambini colpiti dal morbillo con una coperta rossa, per evitare eventuali effetti secondari. Oppure si utilizza negli ospedali la luce blu per irradiare la pelle dei neonati che presentano ittero, per escludere danni al cervello.
Ogni colore ha una lunghezza d’onda precisa e fa parte dello spettro della luce visibile; applicando sui punti energetici della pelle una specifica luce colorata, ovvero una lunghezza d’onda precisa, per effetto risonanza, gli organi di comando del cervello riceveranno l’informazione adatta a ristabilire l’armonia e risolvere il disturbo fisico all’origine. E’ stato il biofisico tedesco Fritz-Albert Popp a dimostrare che ogni cellula vivente emette radiazioni di luce, i biofotoni. La luce è quindi a tutti gli effetti da considerarsi come il linguaggio tra le cellule, capace di regolare i processi biofisici del corpo.
Un tecnica minima e dolce, ma altrettanto efficace, che si basa sull’utilizzo della luce colorata è la cromopuntura. I bambini rispondono alla stimolazione in modo molto veloce e generalmente richiedono meno sedute, rispetto agli adulti. Inoltre, dimostrano di apprezzare profondamente la terapia e talvolta chiedano di non smettere, anche a seduta conclusa. Del resto si tratta di un approccio rilassante, indolore e quasi giocoso, per un bambino. Il colore si applica sulla pelle seguendo i punti dei meridiani dell’agopuntura cinese e non si occupa della malattia x o y, ma lavora sul bambino nella sua totalità di corpo-mente-spirito.
Anche dopo una sola seduta i sintomi si attenuano e spariscono, ma non solo perché avviene un profondo cambiamento nel bambino.
La cromopuntura lavora benissimo sull’insonnia persistente. Il dottor Fausto Pagnamenta, pediatra infantile, ha condotto un’indagine su 80 bambini, la maggior parte dei quali dell’età di 3 anni. 23 avevano difficoltà ad addormentarsi, gli altri avevano insonnia persistente e si svegliavano almeno tre volte a notte. Spesso questo sintomo non ha nulla a che vedere con il dormire, ma con la paura inespressa. Con un semplice trattamento di cromopuntura mirato a riequilibrare questa emozione, nel 56,25% dei bambini il disturbo è scomparso, nel rimanente 37,25% è migliorato notevolmente. Spesso nei bambini la causa dell’insonnia risiede nel distretto del circolo funzionale rene/vescica ed è stimolato dalla paura del buio e dal timore che al risveglio la madre non sarà più presente. Rafforzando con il colore i punti corrispondenti al meridiano dei reni, il cui significato psicologico negativo è proprio la paura, si regola anche il sonno.
Mio figlio era un bambino spaventato da ciò che lo circondava. Situazioni sconosciute, persone sconosciute, bambini sconosciuti. Faticava ad avere rapporti “equilibrati” con i suoi coetanei, cercava uno spazio suo, senza riuscire a trovarlo. Abbiamo seguito più sentieri, ma nessuno lo aiutava come andava fatto. E poi abbiamo iniziato con la cromopuntura. I risultati si sono visti dalla prima seduta, ha iniziato ad avere più fiducia in se stesso…ha acquisito coraggio e voglia di mettersi in gioco. Ora ha il suo gruppetto di amici con cui riesce a giocare e scherzare serenamente. Pratica gli sport che ha sempre cercato di fare, ha frequentato un corso di musica. Si stacca da noi e interagisce con il mondo esterno. È molto più sereno e rilassato
Ginevra, mamma di Gabriele, 7 anni
Anche nei bambini che presentano spesso tonsille ingrossate può esservi un retroscena di paura.
Quando vi sono problemi di concentrazione scolastica, si lavora invece sul meridiano milza-pancreas. Nella medicina cinese il contatto, il confronto con l’altro, l’integrazione e l’assimilazione hanno una correlazione con questo distretto. Irradiare dei colori specifici su alcuni punti del meridiano migliora la concentrazione scolastica e ristabilisce una buona relazione con i genitori.
Le allergie nei bambini reagiscono molto bene, invece, con la cromopuntura prenatale.
Hai già finito? Puoi ricominciare? Sento che mi fa bene!
Caterina, 8 anni
Occorre anche tenere in considerazione il legame profondo tra i genitori e il bambino nei suoi primi anni di vita e il fatto che può capitare che alcuni disturbi siano dovuti alle preoccupazioni che le mamme proiettano sui figli.
Se dopo qualche seduta non si ottengono risultati importanti, spesso si propone il trattamento ai genitori.
La cromopuntura costituisce un vero e proprio ponte verso i bambini ed è in grado di integrarsi perfettamente con la pediatria classica. Ha inoltre un’importante valenza a scopo preventivo, poiché può impedire la manifestazione di una possibile futura malattia.
Per questo è molto importante, magari in concomitanza con l’inizio della scuola, o in altri momenti particolarmente delicati, usufruire dell’aiuto della cromopuntura. Regolando le sue emozioni, si aiuterà il bambino a muoversi più liberamente nel mondo, superando le sfide che il suo percorso di crescita individuale gli porrà di fronte . E se si considera che il nostro futuro sono proprio i bambini, è bello pensare che possa essere un futuro a colori.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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