La tecnica della sedia vuota torna utile nei momenti difficili, specialmente quando si è confusi di fronte a una decisione da prendere.
- quando si è provato di tutto per avere una risposta, ma i segnali in arrivo cono deboli o contraddittori
- quando i consigli degli amici non sono adeguati, oppure non si vuole parlare con nessuno dei propri dubbi;
- quando non ci sono i soldi o il tempo per rivolgersi a un professionista per discutere la questione.
Di fronte a tutte queste circostanze, resta solo una cosa da fare. Accomodarsi in cucina, oppure su una panchina al parco. Va bene qualsiasi luogo, purché si sia da soli. Poi occorre stimolare la propria immaginazione e visualizzare che su una sedia vuota accanto a noi, o sulla panchina, vi sia una persona saggia e gentile. Si può pensare a chiunque, a qualcuno che è vissuto centinaia di anni fa, qualche maestro spirituale non più incarnato. Non bisogna porre limiti.
Può trattarsi anche della saggia e amorevole nonna che diceva sempre la cosa giusta. Anche se non è più in vita, lei sarà sempre nel nostro cuore. Va bene anche un angelo protettore, che sappiamo esserci sempre a fianco, ma a cui pensiamo raramente.
L’importante è che nella mente si crei l’immagine che rappresenti l’archetipo dell’aiutante buono e saggio. A quel punto, bisogna parlargli mentalmente e fare le domande di cui vorremmo ricevere la risposta.
La sedia non è più vuota: è occupata da qualcuno che sa consigliarci al meglio.
Trattandosi di un archetipo, in realtà questa modalità è simbolica e facilita la connessione con le immagini più profonde della nostra anima. Le risposte arrivano sempre da lì. Non con le parole, ovviamente. Ma sotto forma di intuizioni, di visioni. A quel punto, la soluzione diventa ovvia e insieme a lei arriva anche il coraggio di prendere una decisione.
Le risoluzioni ai nostri problemi sono sempre presenti nel nostro subconscio. Occorre però trovare un mezzo per manifestarle, in modo da ascoltarle e comprenderle. In questo, le tecniche di visualizzazioni sono di grande aiuto. Questa in particolare.
Per chi ha una mente più analitica e non riesce ad immaginare, c’è un’alternativa: scrivere semplicemente la domanda, in modo chiaro e sintetico. Di seguito, scriviamo ciò che secondo noi direbbe il saggio aiutante. Come risponderebbe? Occorre abbandonarsi al flusso di ciò che arriva, spontaneamente e senza ragionarci su.
Magari ci verrà in mente una citazione, qualche parola semplice, qualche ricordo in cui è celata la soluzione.
La sedia, in realtà, è solo apparentemente vuota. Davvero c’è qualcuno lì, accanto a noi, pronto ad aiutarci. Basta solo mettersi in connessione.
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Articolo di generazionebio.com
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