Un fenomeno di cui si parla poco è legato alle crisi famigliari e di coppia che si intensificano durante le vacanze estive.
La ragione è molto semplice: durante le vacanze torna ad esserci un contatto più continuo con partner e famiglia. Le capacità comunicative vengono messe a dura prova e i problemi che insorgono, se non si riesce a risolverli insieme, portano al conflitto.
La soluzione, in questi casi, sta nel comprendere il problema di comunicazione che vi è alla base e nel ricostruire il dialogo attraverso la fiducia e l’affetto.
L’esigenza biologica di avere relazioni sane
Le persone sono portate per natura a creare e mantenere relazioni interpersonali. È qualcosa di istintivo, che si fa senza per forza volerne trarre un particolare beneficio. Il solo fatto di conversare, di raccontarsi o condividere un’esperienza con gli altri è un modo per arricchirsi interiormente.
Le relazioni sono anche un campo di sperimentazione che ci permette di scoprire chi siamo e di diventare flessibili, adattandoci alle circostanze. Ogni relazione ci insegna qualcosa di diverso e attraverso gli altri scopriamo cosa ci piace e cosa no.
Questo ci rende vulnerabili. Ogni persona ha bisogno di affetto, di una carezza, di coccole. Chi cresce senza affetto – è stato dimostrato ad esempio con i bambini che passano la loro infanzia negli orfanotrofi – non si sviluppa pienamente a livello psicologico. Questa condizione può condizionare tutta la vita della persona e può diventare un fardello anche per la società.
L’amore che nutriamo per noi stessi e per gli altri sostiene la nostra salute, soprattutto l’aspetto immunitario. Al contrario, le discussioni la logorano.
Come si sviluppa la capacità di relazionarsi
Le relazioni che abbiamo nella vita si basano sul modello dell’infanzia tra madre e bambino. L’attaccamento è il legame affettivo che il bambino instaura con la figura di riferimento, che è quella che gli fornisce cure, sicurezza e protezione. Questo legame ha inizio quando il bambino fa una richiesta (perché ha fame o sete) e chi si prende cura di lui risponde in modo appropriato.
Anche un adulto ha necessità di avere accanto qualcuno che gli garantisca sicurezza e tranquillità. Spesso però, la persona che gli sta a fianco non capisce cosa gli viene chiesto, oppure non è disponibile a offrire qualcosa. È qui che iniziano i problemi e i disordini nelle relazioni.
Motivo per cui vale la pena fermarsi e analizzare come ci sentiamo nei confronti dell’altro. Se sentiamo sicurezza e fiducia, riusciamo a restituire lo stesso. Se invece abbiamo la sensazione di un possibile attacco imminente, difficilmente potremmo rilassarci.
Se a causa dell’apprendimento primario nelle relazioni ci sentiamo nervosi in presenza di altri, il tempo trascorso non sarà di qualità: le altre persone continueranno a fare da specchio dei momenti di tensione vissuti con i genitori.
Ecco perché per sanare le relazioni, occorre andare alla radice del problema, che risale sempre al periodo dell’infanzia e al tipo di relazioni affettive con cui siamo cresciuti.
Cosa alimenta una relazione sana
Tutti vorrebbero avere un partner, dei figli, una famiglia, degli amici e dei colleghi che ci facciano stare bene. Ma tutto questo si può ottenere solo attraverso i giusti ingredienti: comunicazione sana, ascolto attento, interesse genuino, tempo condiviso di qualità e sincerità.
Comunicazione sana
Esistono un modo di comunicare che allontana e un modo di comunicare che avvicina. La comunicazione sana implica il saper guardare in modo oggettivo a qualcosa, sapersi esprimere senza critica o giudizio, dicendo ciò che sentiamo e di cui abbiamo bisogno.
C’è un bella differenza, tra:
- Non mi ascolti – Non mi sento ascoltato
- Mi hai offeso – Quando hai detto quella cosa mi sono sentito offeso
Ovviamente, scegliere la seconda opzione crea una reazione diversa nell’altro, che non si sentirà aggredito e sarà maggiormente disposto al confronto.
Ascolto attivo
Quando si parla con qualcuno è importante non interromperlo e non dare risposte già pronte. Occorre invece ascoltare senza intervenire, non dare consigli se questi non sono richiesti e quando ribattiamo a qualcosa usare l’espressione
se ho capito bene
e ripetere concetti ascoltati ma che magari non sono ben chiari o che necessitano di conferma. Questo già di per sé previene ogni conflitto possibile.
Flessibilità
In una relazione sana bisogna abbandonare il bisogno ossessivo di avere a tutti i costi ragione. Questa esigenza ha sempre a che vedere con le emozioni e i conflitti vissuti nel passato, che condizionano la nostra risposta nel presente.
Il nostro carattere viene infatti modellato attraverso le esperienze della nostra vita. Tutte quelle che hanno avuto un impatto emotivo profondo possono comunque essere guarite, senza che venga lasciata alcuna cicatrice. L’unica ferita che pretende la ragione è quella dell’ego. Ma anche questa si può sanare.
Proprio così: perché la prima relazione da guarire è quella con noi stessi. Se questa funziona, anche quella con gli altri andrà di pari passo.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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