L’agricoltura biologica non sfrutta le risorse naturali in modo indiscriminato, anzi favorisce le risorse rinnovabili. Essa realizza il principio ciclico, secondo cui tutto proviene dalla natura e tutto vi ritorna.
Solo 50 anni fa le coltivazione prevedevano la rotazione dei prodotti agricoli e rispettavano i cicli naturali di rigenerazione del suolo. L’unico concime utilizzato era di origine naturale (lo sterco del bestiame). Ora le aree coltivate sono di tipo intensivo e prevedono monocolture sostenute da massiccio uso di fertilizzanti chimici. I vegetali, indeboliti dall’impoverimento del terreno, sono più sensibili e necessitano di maggiori cure. Anche in questo caso, l’intervento è di tipo chimico, attraverso fitofarmaci di sintesi. L’agricoltore biologico, sfrutta rimedi naturali introducendo nelle colture le difese che già in natura esistono, sia sotto forma di derivati naturali ( ad esempio il verde rame ), sia di insetti che predano i parassiti delle piante.
Anche in allevamento sono state introdotte nuove sostanze sintetiche: mangimi chimici, ormoni, antibiotici. Gli animali vengono cresciuti in spazi ristrettissimi, ridotti all’immobilità , nutriti a forza con qualsiasi sostanza in grado di accrescere nel minor tempo possibile la propria massa. L’allevamento biologico di pollame, suini, mucche ed altri animali prevede particolare attenzione al loro benessere. Il mangime è rappresentato solo da quegli alimenti di cui si nutrirebbero le bestie allo stato brado. Il risultato sono animali più sani, meno intossicati .
La differenza principale che esiste tra un prodotto biologico ed uno coltivato in maniera intensiva, riguarda principalmente la qualità del prodotto stesso, in termini di sicurezza e di maggior presenza di elementi nutritivi all’interno dell’alimento. Attualmente la maggioranza delle persone, quando compra un prodotto, lo sceglie sulla base del colore e dell’aspetto e della dimensione. Tutta l’agricoltura è concentrata proprio su questo aspetto: l’esteriorità. Per questo motivo vengono usati prodotti chimici di ogni sorta al fine di rendere il nostro cibo più appetibile. Ma possedere un aspetto più piacevole, non significa essere più sano, anzi, spesso e volentieri è proprio il contrario.
Mediamente si può affermare che un prodotto biologico è più ricco di nutrienti, vitamine e sali minerali, è decisamente più buono e più genuino. Tutte queste caratteristiche vengono ampliate se si utilizzano cibi stagionali e di produzione locale.
Ogni prodotto della terra assorbe ciò che nella terra è stato versato: ogni cibo trattato con fertilizzanti che contengono prodotti di sintesi estranei al mondo della natura, o trattato con antiparassitari o fitofarmaci, lasciano dei residui all’interno dell’alimento stesso. La legge prescrive che i trattamenti chimici a carico delle piante, debbono essere interrotti prima del raccolto proprio per dare modo alla pianta di depurarsi. Non sempre queste finestre vengono rispettate e soprattutto non sono sempre in grado di garantire l’eliminazione del chimico all’interno dell’alimento. La conseguenza diretta è che noi mangiamo sostanze tossiche, non naturali e che hanno sicuramente l’effetto di indebolire le nostre difese immunitarie.
Ecco l’importanza che può avere la disintossicazione: eliminare l’accumulo di queste sostanze tossiche che il nostro organismo assume attraverso l’alimentazione. Ed ecco anche l’importanza di optare per il biologico. Una scelta di vita che migliora il proprio benessere personale e rispetta l’ambiente.
E’ interessante l’esperienza di un’intera famiglia svedese, che per un certo periodo si è nutrita solo con alimenti biologici, ottenendo dei risultati incredibili in termini di salute.
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Articolo di generazionebio.com
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