Quando pensiamo alla medicina del Medioevo, immaginiamo spesso qualcosa di estremamente arretrato e grossolano. La verità è però un’altra: i medici del periodo medievale erano molto più sofisticati di quanto si possa credere.
Nel 2015, i ricercatori dell’Università di Nottingham nel Regno Unito, ha ad esempio scoperto che all’interno di un testo medico del X secolo, il Bald’s Leechbook, vi è un rimedio estremamente efficace contro i batteri moderni.
La ricetta è stata tradotta da alcuni esperti, in maniera da ricrearla il più fedelmente possibile. Lo scopo era dapprima quello di trattare delle infezioni che si manifestano sulle ciglia, che sono causate dagli stessi batteri dello Stafilococco aureo.
Questo tipo di batterio è noto per essere resistente alla meticillina e vive nella pelle del 30% della popolazione. In genere non causa alcun problema, ma se attraversa la barriera cutanea a causa di un infortunio o di un taglio, provoca un’infezione resistente alla maggior parte degli antibiotici e può persino essere fatale.
Questa ricetta contiene ingredienti con proprietà antimicrobiche naturali, come aglio, porri, cipolle e vino. I medici sono stupefatti dalla sua efficacia e dalla rapidità con cui ha eliminato il batterio, persino nei casi più complessi, durante gli esperimenti condotti.
Questo vuol dire non solo che i medici del Medioevo erano in gratto di mettere a punto dei manicotti davvero validi, ma che questi possono addirittura essere più efficaci rispetto ai farmaci attuali.
Questa è una notizia molto importante, poiché la resistenza agli antibiotici sta crescendo e solo negli Stati Uniti più di 20.000 persone ogni anno soccombono ad infezioni che non si riescono a trattare. Nel mondo sono circa 700.000 le persone che ogni anno muoiono a causa della resistenza agli antibiotici e questo numero si prevede che crescerà fino a 10 milioni entro il 2050.
La resistenza agli antibiotici si verifica quando i batteri si evolvono in modo che i farmaci non sono più in grado di controllarli. Questo fenomeno è stato causato dalle eccessive prescrizioni di antibiotici nel corso degli anni, anche quando questi risultavano assolutamente superflui.
Purtroppo, poco si sta facendo per migliorare la situazione, perché le ricerche sono molto costose e si preferisce orientarle verso quei prodotti che risultano più redditizi, poiché usati in modo più costante.
Chiaro è che è necessario fare un’adeguata ricerca anche per riabilitare delle antiche ricette medievali, ma queste potrebbero rappresentare una valida soluzione.
Del resto, nel 2015 il chimico cinese Tu Youyou ha vinto il premio Nobel per lo sviluppo di un farmaco antimalarico, il cui composto è stato derivato da una ricetta di erbe cinesi scovata in un testo antico.
Quello che ciascuno di noi può fare, nella vita quotidiana, per arginare il problema è anzitutto supportare l’agricoltura biologica e gli allevamenti che non ricorrono all’uso di antibiotici. Anche questi concorrono all’aumento della resistenza. Occorre poi comprendere una volta per tutte che, ad esempio, gli antibiotici non vanno usati contro i virus che caratterizzano le malattie infettive delle vie respiratorie superiori, ma solo contro i batteri.
Questi potrebbero essere già dei passi importanti, prima che altro sia fatto nell’ambito della ricerca.
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Articolo di generazionebio.com
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