Lo sai che ogni volta che parli di una ferita o di un trauma che ancora non hai risolto, la riattivi nel tuo corpo emotivo, spirituale e fisico?
Ogni volta che parli, o addirittura pensi ad un vecchio problema, è come se lo facessi riaccadere. Questo avviene perché la nostra mente subconscia non è in grado di discernere tra un’esperienza corrente o una che fa parte della memoria. Qualsiasi essa sia, è come se l’esperienza negativa stesse accadendo nel presente.
Quando i ricordi dolorosi vengono riattivati, i nostri pensieri, le parole e le emozioni creano una sorta di energia karmica negativa, che senza saperlo proiettiamo nel nostro futuro. Questa energia si manifesta in ulteriori esperienze dolorose, simili a quella originaria. In sostanza, quando un problema rimane irrisolto si crea un loop o una schema.
Ogni volta che questo schema si ripresenta nella quotidianità, riviviamo l’esperienza da cui è scaturito e la ferita si riattiva nel presente. Ogni volta che succede questo, abbiamo davanti a noi un’opportunità unica: quella di affrontare l’esperienza presente in modo da guarire quella del passato.
Purtroppo, quasi nessuno lo fa. Anzi, spesso la maggior parte di noi reagisce soffocando ulteriormente il dolore, magari distraendosi in ogni modo: consumando cibo spazzatura, assumendo farmaci o sostanze stupefacenti, o semplicemente ipnotizzandosi su internet o davanti al televisore.
Le ferite non risolte restano però immagazzinate nel nostro corpo fino a quando non le rilasceremo. Il corpo funziona come un magazzino per le nostre ferite emotive, ma ad un certo punto chiede il pagamento del servizio. Specialmente quando queste restano accumulate troppo a lungo. Accatastare nel corpo ferite emotive irrisolte va inesorabilmente a indebolire il sistema immunitario, predisponendoci a stress, depressione, stanchezza, aumento di peso e malattie.
Non è mai troppo tardi, però, per accettare la sfida e prepararsi a rilasciare queste ferite. Quando noi siamo pronti, anche il nostro corpo lo è.
Prima di tutto, quando un problema non risolto ritorna in superficie, non va nuovamente represso. Ogni volta che torna a galla, significa che dobbiamo prenderci del tempo per risolverlo.
E’ allora importante creare intenzionalmente dentro di sé uno spazio per sentire le emozioni che la ferita ha provocato, così da facilitare la guarigione. Quando lasciamo cadere ogni resistenza, si presenta molto più facilmente sul nostro cammino la direzione migliore per noi da prendere per guarire.
Le ferite emotive vanno curate e guarite, non bisogna tenerle intrappolate dentro, insieme al dolore che provocano. Anche se non ce ne rendiamo conto, le questioni irrisolte sono come zavorre, che ci tengono bloccati e ci impediscono di esprimere il nostro più grande potenziale.
Oggi più che mai stiamo assistendo al rilascio collettivo dei traumi del passato. I problemi stanno tornando a galla in ogni ambito, per essere finalmente risolti. E’ l’energia di questa epoca che stimola questo fenomeno. Ecco allora che si moltiplicano le sfide familiari, ad esempio. Le ferite vogliono essere guarite, le emozioni vogliono essere rilasciate. E’ tutto nelle nostre mani. Il momento è propizio, ma sta a noi decidere di passare all’azione.
Tra le varie tecniche energetiche a disposizione della collettività per facilitare la risoluzione dei conflitti del passato, ottimi risultati è in grado di offrirli la cromopuntura. Grazie alla diagnosi energetica DEPT è possibile individuare la tipologia di trauma vissuto e il distretto del nostro corpo in cui il suo ricordo è rimasto intrappolato. Fatto questo, si attua la procedura di sblocco, attraverso l’apposizione del colore su punti specifici della cute. Il vantaggio di questo approccio è quello di bypassare la cognizione – che spesso funge da scudo e rallenta il processo di risoluzione – e di andare mirato allo scopo, grazie alle proprietà della luce, che comunica direttamente con le cellule, sfruttando il suo naturale linguaggio. I risultati sono perciò molto più rapidi e duraturi nel tempo.
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Articolo di generazionebio.com
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