Le statistiche più recenti dell’OMS rivelano dei dati piuttosto inquietanti sull’aborto. Nella società di oggi, quasi il 25% delle gravidanze terminano con un’interruzione volontaria. Per rendere ancora meglio l’idea, ogni giorno in tutto il mondo ci sono circa 125.000 aborti.
Senza voler cadere in alcuna analisi morale e tanto meno religiosa – non è l’intento di questa riflessione – è facile comprendere come risultati del genere siano il frutto di una società materialistica, che nega l’esistenza dell’anima e dello spirito e che considera il feto poco più di un ammasso di cellule e di molecole, un grumo di materia.
Parole forti, ma necessarie per dare l’idea del materialismo che ancora ci affligge, in tutta la sua oscurità. Il materialismo ci fa credere che tutto sia materia, che non vi sia nulla di spirituale o di trascendentale nella realtà che ci circonda. Questa prospettiva sta causando danni enormi all’umanità, sia a livello esplicito che sottile.
La maggior parte delle donne che scelgono di affrontare un aborto non lo fanno facilmente. Affrontare una decisione del genere comporta sempre molto dolore, molta sofferenza sia psicologica, che fisica, che emotiva. Le ragioni per cui una donna o una coppia decidono di interrompere una gravidanza sono tantissime e senza dubbio tutte rispettabili e nessuno ha il diritto di giudicarle.
Da un punto di vista spirituale, però, non si tratta solo di interrompere una gravidanza, ma di rifiutare la reincarnazione di un’anima.
Si spendono sempre molte parole sull’aborto, che derivano da opinioni giuridiche, morali e spesso anche religiose. Ma da una prospettiva spirituale, un’interruzione volontaria di gravidanza può essere considerata come un crimine contro la natura e contro il senso stesso della Vita. E’ come se l’uomo scegliesse – ancora una volta – di interferire con i piani previsti dalla Natura, oltre che con il karma della madre e del futuro essere umano.
Se è dunque vero che, da un punto di vista spirituale, ogni forma di vita è sacra e preziosa, una rappresentazione del divino, non ha alcun senso accogliere l’aborto come una possibilità naturale. E’, piuttosto, una forzatura. Che può essere anche compresa, alla luce della singola esperienza individuale. Ma che andrebbe ponderata davvero profondamente.
Secondo questa stessa prospettiva, non ha nemmeno alcun senso accettare l’aborto se praticato prima di una certa fase della gravidanza.
Secondo le dottrine esoteriche, per quanto prima del settimo mese si sostenga che l’anima sia ancora nel suo stato celeste, vi sarebbe una fase di preparazione attiva e continua del corpo astrale e fisico, in vista dell’entrata dell’anima. E’ un processo che ha inizio al momento del concepimento e prosegue ininterrotto.
A meno che non vi sia un’interferenza esterna. E questo è il caso di questi 125.000 processi di nascita – o di rinascita direbbe qualcuno – che vengono interrotti ogni giorno. Significa che circa 50 milioni di tentativi di reincarnazione all’anno vengono soppressi.
Se poi si riflette sul fatto che è il karma del passato a portare un bambino da quella madre specifica, e che quello stesso bambino ha un rapporto karmico anche con il padre, la questione assume significati ancora più profondi.
Cosa succede all’anima, quando avviene l’aborto? H.P. Blavatsky, nella sua Iside Svelata afferma che nei casi di aborto, il progetto originale della natura per creare un essere umano perfetto si interrompe. Ma se la materia di per sé si disperde con la morte, l’anima resta nel regno dell’essere e attua un nuovo e immediato tentativo di reincarnazione, non appena un’altra madre, adeguatamente collegata ad essa, verrà individuata.
E’ di certo un tema molto delicato da trattare, quello dell’aborto. Quello che è certo è che, nonostante queste riflessioni, non bisogna mai giudicare nessuno per le sue decisioni, né condannarlo. Bisogna avere la massima compassione e un amore profondo per chiunque, indipendentemente dalle sue azioni presenti o passate.
Quello che conta è che azioni e scelte, anche le più difficili, siano fatte nel pieno della consapevolezza. Magari andando oltre quello che è il solo aspetto materiale.
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Articolo di generazionebio.com
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