Simbolo deriva dalla parola symbalein, che significa “incontro”; è qualcosa che permette, ad esempio, a due parti distinte di rispondere una all’altra o di riconoscersi. Come se dietro al simbolo vi fosse un messaggio che va aldilà del suo aspetto concreto. E’ come se visibile ed invisibile si incontrassero, come se concreto e astratto trovassero un punto di unione, così come il consapevole e l’inconsapevole.
Il simbolismo è un linguaggio universale, all’origine di tutti gli idiomi del pianeta.
Il simbolo fu infatti, senza alcun dubbio, la prima forma di comunicazione scritta, da cui sono scaturiti gli alfabeti, dopo una lunga e laboriosa trasformazione. I principali alfabeti sacri supportano delle lingue che spesso sono definite morte, ma che hanno conservato l’essenza del simbolo e rimangono, in tal modo, dei mezzi di comunicazione molto preziosa per quei mistici alla ricerca della trascendenza.
A prescindere dal livello di coscienza o di credenza, i simboli sono qualcosa di vivo, che ciascuno di noi, materialmente o a livello inconscio, percepisce e da cui viene stimolato a riflessioni profonde. I simboli vengono utilizzati in tutto il mondo e la loro interpretazione, determinata dal contesto storico, dalla filosofia e dalla religione del posto, può diversificarsi un po’, ma il loro senso resta fondamentalmente lo stesso.
Attraverso i simboli è possibile:
- comunicare con la nostra coscienza
- interpretare i messaggi sottili che la natura ci invia
In pratica, il simbolo aiuta a comprendere meglio l’ambiente circostante: permette di analizzare delle azioni, dei pensieri, di interpretare dei sogni e tutte le astrazioni in cui ci imbattiamo.
Ad esempio, uno psicanalista preparato è in grado di osservare i messaggi simbolici che l’inconscio esprime attraverso gesti, parole e azioni, così da analizzare meglio ciò che è presente nei meandri più profondi della coscienza del paziente.
I simboli ci permettono di scoprire quella verità sottile che si trova dentro di noi, portando la nostra coscienza ad un livello più elevato. Così come la luna può influire sulle maree, ma anche su di noi, il simbolo con la sua vibrazione è in grado di stimolare dei cambiamenti, può penetrare le regioni più profonde della nostra coscienza. Può persino sciogliere dei traumi. Spesso la parola è astratta per la nostra coscienza: abbiamo bisogno di qualcosa di più preciso, mirato e potente. I simboli corrono in nostro aiuto proprio a questo scopo.
Secondo Jung il simbolo è un’immagine in grado di esprimere al meglio la natura sconosciuta dello spirito. I simboli fanno da mediatori e producono una certa osmosi tra microcosmo e macrocosmo, interiore ed esteriore. E noi tutti li usiamo ogni giorno, nei sogni, nei gesti, quando scriviamo o parliamo e quando voliamo con l’immaginazione.
Il simbolismo è un linguaggio accessibile a tutti, come spiegava Jean Chevalier, l’autore del Dizionario dei Simboli.
I simboli hanno un’energia di comunicazione che veicola delle idee che hanno un forte substrato metafisico. Hanno una funzione risonante. La loro vibrazione entra in risonanza con le nostre cellule, producendo un conseguente effetto.
Ecco perché molte persone, quando meditano, ricorrono a strumenti simbolici, come i talismani, oppure durante la pratica osservano dei simboli particolari, con il potere di aprire le porte nell’inconscio. Che è poi lo stesso motivo per cui, a scopo terapeutico, si ricorre alla cosiddetta omeopatia simbolica. E non è finita, perché con quegli gli stessi simboli si può strutturare l’acqua che, una volta assunta, porterà dentro di noi le vibrazioni di quel simbolo cui è stata esposta.
Il valore del simbolo è universale e rappresenta un ottimo mezzo per elevarsi e crescere come individui e coltivare il nostro potenziale.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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