Le creme protettive solari rappresentano un grave pericolo per le nostre acque; così tanto che alcune riserve marine e luoghi turistici ne stanno iniziando a proibire l’uso.
Ci è stato ripetuto fino alla nausea: ricorrere alla protezione solare quando si va in spiaggia è fondamentale. Ci viene anche raccomandata una nuova applicazione dopo ogni bagno in mare.
Uno studio condotto di recente da un istituto spagnolo afferma però, adesso, che questa abitudine è molto pericolosa per il nostro ambiente, specialmente per gli oceani.
I componenti chimici che costituiscono questi prodotti sarebbero quindi i responsabili della diminuzione della quantità di fitoplancton, elemento fondamentale per la catena alimentare nel mare e nell’oceano.
Queste stesse sostanze, contribuirebbero anche alla degradazione e allo sbiancamento del corallo, poiché innescano un virus che ha effetti drammatici sulla biodiversità e sul funzionamento degli ecosistemi delle barriere.
Si stima che ogni anno più di 4000 tonnellate di crema solare si depositino sulle barriere coralline.
E’ questa la ragione per cui alcune riserve marine vietano totalmente l’utilizzo delle protezioni solari. Ed è comprensibile, visto che ogni secondo vengono sciolti nelle acque degli oceani 0,8 litri di crema solare!
Ogni anno, i turisti diffondono nelle acque 25.000 tonnellate di crema, di cui 4000 vengono assorbiti dai fondali corallini. Se si considera che la vendita dei prodotti solari è in costante vendita – con un aumento del 7% ogni anno – difficile pensare che il pericolo possa rientrare.
Come fare, dunque, per proteggere anche l’ambiente, insieme alla nostra pelle?
Basterebbe scegliere una valida alternativa, come i prodotti solari privi di sostanze dannose. Anche se la migliore protezione resta l’abbigliamento e l’esposizione al sole in fasce orarie ben precise, quando il sole non è pericoloso.
Per dare il proprio contributo all’ambiente, è utile conoscere quali sono le sostanze più tossiche presenti nelle creme solari. Sono numerosi gli studi che hanno messo in dubbio la sicurezza di:
- oxybenzone (BP-3 o BZ-3)
- octyl-metossicinnamato (OMC)
- 4-metilbenzilidene canfora (4-MBC)
- 3-benzilidene canfora (3-BC)
- PABA (anche se la maggior parte dei prodotti non ne contiene più)
Pochi pensano al fatto che anche il giusto abbigliamento può fungere da protezione solare. Certamente i cappelli sono un’ottima scelta, ma anche i vestiti possono essere di grande aiuto. Non tutti i tessuti, però, offrono lo stesso tipo di protezione, che dipende dalla porosità, dal colore e dallo spessore.
Cotone e lino hanno un fattore di protezione inferiore alla lana e ad alcuni tipi di poliestere. I colori scuri proteggono molto meglio rispetto a quelli chiari.
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Articolo di generazionebio.com
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