Nel corso della nostra esistenza ci troviamo a sperimentare così tanti sentimenti, che spesso è difficile parlarne. Più facile, a volte, scrivere e portarli alla luce attraverso le parole impresse sulla carta.
Molte persone scrivono quando stanno male, quando sono tristi, quando vivono esperienze dolorose. Scrivono senza sosta, fino a quando hanno svuotato il sacco e hanno espresso tutti i loro sentimenti.
Purtroppo con il venir meno dell’utilizzo della carta e della penna, si è persa un’abitudine che molti hanno tenuto viva per anni: quella di tenere un diario.
Sì, perché a volta non basta pensare, per elaborare dei sentimenti e delle percezioni: è necessario scrivere.
La scrittura si può considerare una forma di terapia, alla stessa stregua della pittura, o della musica. Si scriver per sfuggire alla follia, alla malinconia e alle paure.
Nel 1999 negli Stati Uniti venne condotto uno studio sugli effetti della scrittura su pazienti affetti da una varietà di disturbi differenti.
Fra gli altri: i pazienti che soffrivano di ansia hanno registrato un netto miglioramento, quelli affetti da artrite hanno ricevuto un enorme sollievo dal dolore. Non è l’unico caso in cui si sono visti gli effetti positivi della scrittura.
Nel giugno del 2008, un’altra ricerca pubblicata sul Journal of Pain and Symptom Management ha svelato come un gruppo di malati di cancro, i cui componenti avevano scritto per 20 minuti, almeno una volta a settimana, abbiano registrato un miglioramento significativo della salute emotiva, ricevendo conforto anche dalla lettura delle storie degli altri.
Il Dr James Pennebaker, autore del libro Expressive Writing: Words That Heal, è un grande sostenitore dell’uso della scrittura come terapia.
Di seguito vengono riassunti i quattro punti cardine per utilizzare la scrittura a scopo terapeutico:
Chiedersi “da quanto tempo mi sento così?”
Se in automatico la risposta che emerge è “da troppo tempo, è sicuramente necessario chiedere aiuto e subito dopo iniziare a scrivere.
Scrivere per 20 minuti, per 4 giorni di seguito
Gli studi dimostrano che questo è un tempo sufficiente per costruire una storia attraverso cui sfogarsi ed esprimere tutte le preoccupazioni.
Scrivere senza sosta
Non bisogna badare alla sintassi, all’ortografia, al significato di ciò che si sta scrivendo. Bisogna farlo liberamente, dando respiro alle emozioni
Mettere in relazione i vari aspetti della propria vita
E’ utile esprimere in parole quali sono le preoccupazioni che ci mettono sotto pressione in ogni ambito della vita, dai rapporti interpersonali al lavoro. In questo modo si potranno trovare eventuali connessioni.
La scrittura apporta numerosi benefici in molti aspetti della vita e permette di dare forma a un pensiero e ad una preoccupazione, per poi comprenderlo ed eventualmente risolverlo.
Tra la varie cose, incoraggia la creatività, aiuta ad esprimerci al meglio, a cercare nuove soluzioni e idee, ad immaginare e sognare. Inoltre, la scrittura ci insegna a gestire le emozioni. Quando scriviamo, le riversiamo tutte sulla carta, come se gridassimo o ridessimo davvero. Ma, soprattutto, trasmetterle con la parola scritta, ci insegna a vederle da un altro punto di vista.
Generalmente ciò che scriviamo arriva direttamente dal cuore, dal nostro profondo ed è per questo che riusciamo a conoscerci meglio, a capire perché siamo arrabbiati o frustrati. Inoltre, ciò che scriviamo possiamo scegliere di tenerlo per noi, ma anche di condividerlo, per permettere anche agli altri di capire chi siamo e aiutarli ad entrare meglio in sintonia con noi.
Tecniche di scrittura terapeutica
Ecco un assaggio di come si possa iniziare a scrivere a scopo terapeutico. E’ essenziale, prima di ogni altra cosa, far volare l’immaginazione e seguire alcuni semplici suggerimenti.
- Scrivere per 20 minuti al giorno, per 4 giorni consecutivi
- Scrivere automaticamente, senza preoccuparsi del significato delle frasi dell’ortografia, ecc.
- Scrivere dei problemi che ci preoccupano, in relazione agli aspetti della vita che hanno una certa priorità in questo momento storico
- Scrivere per se stessi, oppure condividere i contenuti anche con gli altri. L’importante è farlo. Quando si desidera chiarire un problema con qualcuno, scrivergli una lettera. Non dovrà essere per forza inviata o fatta leggere a questa persona. Già l’atto di scriverla risulterà terapeutico.
Questa pratica si può benissimo integrare con qualsiasi altro percorso di guarigione olistica; per questo anche i terapeuti dovrebbero valutare l’opportunità di suggerire questa pratica ai loro clienti, tra una seduta e l’altra, per coinvolgerli e rendere più rapido il raggiungimento dell’obiettivo.
ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE UFFICIALE SU TELEGRAM PER RICEVERE E LEGGERE RAPIDAMENTE TUTTI I NUOVI ARTICOLI
Articolo di generazionebio.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto di Freepik
Copyright – Se non diversamente specificato, tutti i contenuti di questo sito sono © GenerazioneBio.com/Tutti i diritti riservati – I dettagli per l’utilizzo di materiali di questo sito si possono trovare nelle Note Legali.