Ci sono diverse cose da sapere a proposito dei vantaggi dell’olio essenziale di Frankincense, per sfruttare al meglio le sue proprietà curative.
Il Frankincense è una resina aromatica che deriva dalla Boswellia, pianta che cresce in tutta l’Asia e l’Africa. La maggior parte delle persone la conosce perché viene utilizzata in chiesa.
Anche un pezzo molto piccolo di questa resina è in grado di influenzare la salute umana a livello fisico e psicologico. Il Frankincense è uno dei profumi più antichi.
Il suo commercio prese il via già 5000 anni or sono, nella zona del Nord Africa, dove veniva identificato come oro puro. La via commerciale del Frankincense va dal sud dell’Arabia fino all’area del Mediterraneo. Questa rotta è una delle più antiche al mondo. Anche gli antichi egizi lo utilizzavano per diversi scopi. Il Frankincense era l’ingrediente principale per molti rituali.
Nei riti della Chiesa Romana Cattolica e Ortodossa è sempre stato utilizzato con la convinzione che potesse scacciare gli spiriti maligni. I benefici dell’olio essenziale di Frankincense sono utili non solo in aromaterapia, nei cosmetici, durante i massaggi e le cerimone religiose, ma anche per il trattamento di diverse condizioni di salute.
Il Frankincense è infatti dotato di numerose proprietà curative.
Nella Medicina Ayurvedica, il Frankincense (Boswellia serrata) viene utilizzato da migliaia di anni per il trattamento dell’artrite, per guarire le ferite, per rafforzare il sistema ormonale femminile e per la protezione dai microrganismi patogeni. Secondo l’Ayurveda, l’utilizzo quotidiano di questo aroma porta salute in casa per tutti i membri della famiglia.
Questa resina aromatica veniva usata fin dai tempi più antichi in Medio Oriente per il mantenimento della salute orale, grazie alle sue proprietà antimicrobiche. Ancora oggi le persone che vivono in quell’area hanno l’abitudine di masticare la resina per prendersi cura dei denti e delle gengive.
Anche in Occidente il Frankincense è noto per le sue qualità antinfiammatorie, dovuti ai suoi potenti componenti medicinali, come gli idrocarburi sesquiterpeni, monoterpeni, diterpeni e l’acido boswellico. Quest’ultimo è il componente più importante del Frankincense e ha un forte effetto antinfiammatorio, che lo rende ottimo nel contrastare il dolore causato dall’artrite, senza causare gli effetti collaterali dei farmaci convenzionali. Inoltre, il Frankincense migliora il flusso della circolazione del sangue attraverso i vasi danneggiati dall’infiammazione. E’ ottimo anche nei casi di cisti e morbo di Crohn.
Diverse ricerche hanno dimostrato come questa resina sia di aiuto anche nel supporto dei trattamenti di diversi tipi di cancro, come il melanoma, il cancro della vescica e il tumore al cervello.
E’ stato confermato che l’estratto del Frankincense, l’incenso acetato, riduce i danni neurologici. Per questo è indicato anche nei casi di depressione e di tensione. Le sue proprietà antidepressive e ansiolitiche hanno un forte impatto sulla mente e rendono incredibilmente spensierati. Stimola il godimento del momento presente, senza farsi schiacciare dalle preoccupazioni per il futuro.
I massaggi che si effettuano con l’olio di frankincense sono di grande aiuto per il dolore mestruale e per l’infiammazione alla vescica. Il trattamento con questa resina ha anche un effetto positivo sul sistema respiratorio, poiché allevia bronchite, asma, sinusite, raffreddori frequenti e allergie.
Poche gocce di olio possono innescare un cambiamento importante e il modo migliore per usarlo è quello di inalarlo, più volte al giorno.
Questo rimedio si può utilizzare senza problemi quotidianamente, anche perché è abbastanza facile reperirlo, sia in resina, che in olio essenziale, così come dentro alle creme.
Quando si utilizza l’olio essenziale, è importante non usarlo mai puro al 100%: meglio diluirlo in un olio di base o nell’acqua. Questa scelta permetterà di non sprecarlo.
Non va mai usato in contemporanea a medicinali che fluidificano il sangue e non è indicato per le persone che soffrono di ipertensione. Controindicato anche in gravidanza e nei bambini sotto i 2 anni.
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Articolo di generazionebio.com
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