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La respirazione è il telecomando che attiva il cervello

di Generazione Bio 17 Marzo 2017
di Generazione Bio 17 Marzo 2017
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Un nuovo studio ha messo in evidenza il legame diretto che intercorre tra la respirazione attraverso il naso e le nostre funzioni cognitive.

Quante volte ci è capitato di sentirci dire, in un momento di difficoltà, di fare un respiro profondo? Ora la raccomandazione dovrebbe essere aggiornata ad un consiglio più preciso: fai un respiro profondo e questo ti renderà emotivamente più consapevole, ma solo se inali attraverso le narici.

Il potere della respirazione attiva – che consiste nell’inspirare ed espirare volontariamente, in modo da controllare il ritmo del nostro respiro – è noto da secoli. Ancora oggi, in situazioni particolari, sappiamo che attivare una respirazione lenta e profonda può placare il sistema nervoso, riducendo la frequenza cardiaca attivando il sistema parasimpatico. In questa maniera, il nostro corpo e la nostra mente si rilassano.

Di recente, un nuovo studio ha dimostrato il legame tra la respirazione nasale e le funzioni cognitive.

I ricercatori della Nortwestern Medicine volevano capire come la respirazione influenzasse le regioni cerebrali responsabili della memoria e dell’elaborazione delle emozioni. Attraverso una serie di esperimenti, è stato così scoperto che la respirazione nasale gioca un ruolo centrale nel coordinamento dei segnali cerebrali elettrici nella regione del cervello che riceve direttamente gli input dal naso e che coordina l’amigdala (che elabora le emozioni) e l’ippocampo (responsabile di memoria ed ed emozioni). Sappiamo bene che il sistema olfattivo è strettamente legato alle regioni cerebrali limbiche che influenzano le emozioni, la memoria e il comportamento, motivo per cui capita che un certo profumo evochi dei ricordi emotivi molto forti. Questo studio dimostra inoltre che, l’atto in sé della respirazione, anche in assenza di odori, può influenzare sia la memoria che le emozioni.

Dapprima, gli scienziati hanno esaminato i segnali elettrici cerebrali di 7 pazienti affetti da epilessia, attraverso degli elettrodi, riscontrando che i ritmi della respirazione spontanea e naturale erano in sintonia con i ritmi elettrici nella regione del cervello correlata all’olfatto. E’ stato poi scoperto che, durante l’inalazione, i ritmi elettrici veloci nell’amigdala e nell’ippocampo diventavano più forti. Per comprendere meglio cosa succede, basti pensare ad un’orchestra: la nostra respirazione nasale è il direttore che detta il tempo della performance musicale più lenta nelle regioni del cervello legate all’olfatto e quella più veloce nelle regioni correlate a emozioni e memoria.

Per capire ancora meglio questi effetti sincronici che la respirazione nasale ha sulle regioni del cervello, gli scienziati hanno condotto degli esperimenti a parte su 60 pazienti sani, per testare gli effetti della respirazione nasale sulla memoria e sul comportamento emotivo. Ai soggetti sono state mostrate immagini di volti spaventati o sorpresi, con l’intento di far loro prendere una decisione rapida rispetto alle espressioni che stavano vedendo. Si è così scoperto che era più facile riconoscere i volti spaventati (ma non quelli sorpresi), quando questi apparivano durante la fase di inspirazione dal naso. Durante l’espirazione, questa cosa non si ripeteva, così come non capitava respirando attraverso la bocca. I ricercatori hanno anche testato la memoria (associata all’ippocampo): gli stessi soggetti dovevano visualizzare le immagini e poi richiamarle. Anche in questo caso, è stato rilevato come i volti venissero meglio memorizzati se visti in fase di inspirazione attraverso il naso.

I risultati dello studio mostrano un sistema nel quale la nostra respirazione diventa una sorta di telecomando per il nostro cervello: dalla respirazione attraverso il naso, vengono influenzati direttamente i segnali elettrici dei centri cerebrali che gestiscono la memoria e le emozioni. In questa maniera, siamo capaci di controllare e ottimizzare le funzioni cerebrali usando l’inspirazione, così da avere una memoria migliore e discriminare più velocemente le emozioni.
Perciò, fare un respiro profondo attraverso il naso può controllare i segnali del cervello e portare ad una migliore elaborazione emotiva e ad una memoria maggiormente performante.

Per quanto riguarda l’espirazione, invece? Come accennato, il respiro lento e costante attiva la parte che placa il nostro sistema nervoso, rallenta il battito cardiaco e riduce i sentimenti di ansia e stress. Così, mentre l’inspirazione altera la nostra cognizione, l’atto di respirare lentamente – sia che si tratti di inalare o esalare – è benefico per il nostro sistema nervoso quando vogliamo essere tranquilli.

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Articolo di generazionebio.com
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Specializzata in lettura e analisi ETD
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