Oggi a colmare il vuoto che spesso la medicina convenzionale lascia sono arrivate diverse discipline alternative e complementari: l’arte creativa, la meditazione e lo yoga, tra le tante.
Il più grande potenziale è forse quello della musica, però. La musica è ovunque, è facile da trasmettere ed è in grado di raggiungere le persone in maniera profonda. Ma, soprattutto, la musica è in grado di guarire.
Non solo, perché la musica è in grado di accelerare lo sviluppo cognitivo dei bambini, con particolare riguardo per quelle aree del cervello responsabili dell’elaborazione del suono, dello sviluppo del linguaggio, della percezione della parola e della capacità di leggere. I risultati arrivano da uno studio della durata di cinque anni condotto presso la USC. [link]
Grazie alla ricerca, oggi si sa che ascoltare e suonare musica rappresenta un trattamento profondo per i problemi di salute mentale. Sono stati pubblicati 400 studi che provano che la musica è terapeutica.
Integrare la musica alle terapie convenzionali, ad esempio, migliora i sintomi e il comportamento sociale di persone schizofreniche, oltre a ridurre la depressione, l’ansia e il dolore cronico.
Lo studio citato, condotto presso il Brain and Creativity Institute della USC, ha preso il via nel 2012, con la collaborazione della Los Angeles Philharmonic Association e l’Heart of Los Angeles. Lo scopo era quello di esaminare l’impatto dell’apprendimento della musica sullo sviluppo sociale emotivo e cognitivo dei bambini.
I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Developmental Cognitive Neuroscience e provano i benefici dell’educazione musicale a scuola. Imparare a suonare uno strumento accelera la maturazione del percorso uditivo nel cervello ed aumenta la sua efficienza. I bambini che hanno una formazione musicale sono molto più precisi degli altri nell’elaborazione del suono.
La ricerca ha coinvolto un gruppo di 37 bambini residenti nei quartieri disagiati di Los Angeles. 13 di questi hanno iniziato a prendere lezioni di musica attraverso il programma Youth Orchestra, ispirato al metodo El Sistema ideato in Venezuela.
I bambini hanno preso lezioni di violino, sia individualmente che in gruppo, praticando fino a 7 ore a settimana. I ragazzini sono stati messi a confronto con alcuni coetanei di altri due gruppi: 11 bambini che praticavano il gioco del calcio e altri 13 che non erano coinvolti in alcuna attività extra scolastica. Per monitorare l’andamento, sono stati utilizzati la risonanza magnetica e l’elettroencefalogramma.
Già dopo due anni sono stati riscontrati, nei bambini coinvolti nel programma musicale, un sistema uditivo molto più sviluppato rispetto agli altri. Questo si ipotizza possa accelerare anche lo sviluppo del linguaggio e della lettura, così come altre abilità.
Questa accelerazione nello sviluppo riflette un aumento della neuroplasticità, un cambiamento fisiologico nel cervello in risposta al suo ambiente, ovvero, in questo caso, alla musica e al suo apprendimento.
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Articolo di generazionebio.com
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