Tutti noi sappiamo bene quanto la struttura del cervello umano sia complessa: essa si compone di milioni di cellule, i neuroni, che sono coinvolti in ogni processo che si verifica nel nostro corpo. Il cervello controlla tutto attraverso un sofisticato sistema che coinvolge delle sostanze chimiche note come neurotrasmettitori. Si tratta di sostanze che agiscono come messaggeri, che trasportano le informazioni all’interno del cervello stesso fino agli organi bersaglio.
Sono talmente tanti, che oggi ancora si ignora la maggior parte dei processi complicati che mette in atto il cervello per mantenerci in vita e in salute. Sappiamo però che tutto ciò che proviamo – dalle sensazioni, ai pensieri, fino alle emozioni – è il risultato diretto della manipolazione chimica attuata dai neurotrasmettitori. Ecco perché si parla di chimica delle emozioni.
Per iniziare, conviene dare una definizione di emozione, come una sensazione forte che si distingue dal ragionamento e dalla conoscenza.
Siamo convinti di essere noi in prima persona a controllare le emozioni. Che si tratti di entusiasmo, tristezza, ansia o depressione, siamo certi di poter regolare questi sentimenti a nostra discrezione. Spesso però il cervello sa essere ingannevole. Vi è un certo numero di processi molto complessi che si attua nel cervello e che può manipolare le nostre emozioni più pure. Questi processi non solo sono responsabili di come ci sentiamo, ma anche di come veniamo influenzati da quelle emozioni.
La psicologia classica ritiene che le emozioni siano una combinazione di più fattori, tra cui i sentimenti e le azioni che questi sentimenti evocano. Le emozioni assolvono a diverse funzioni importanti per la nostra sopravvienza. Ad esempio, la paura è molto importante e si traduce in una risposta dove la persona o combatte attivamente una situazione, o fugge (attacco o fuga). Allo stesso modo, le emozioni d’amore sono fondamentali per la riproduzione della specie.
Il cervello elabora costantemente tutte le informazioni fornite ed evoca una risposta emotiva adeguata. Qualsiasi emozione ed azione da essa evocata sono cruciali per la sopravvivenza, la procreazione e l’evoluzione.
I neuroni sono delle cellule specializzate, capaci di elaborare una quantità impressionante di informazioni al secondo. Essi comunicano tra di loro e con altre aree del corpo, attraverso i neurotrasmettitori. Molti di questi supportano la regolazione delle funzioni cerebrali, ma i più importanti contribuiscono a regolare il nostro umore, come la noradrenalina, la dopamina e la serotonina.
La dopamina viene rilasciata dai neuroni per trasmettere tutte le informazioni legate al piacere e alla ricompensa. La serotonina è invece responsabile della memoria e della capacità di imparare delle cose nuove. Inoltre, è stato dimostrato che sia fondamentale nella riparazione e rigenerazione dei neuroni danneggiati. La serotonina ha un ruolo primario anche nella prevenzione della depressione e dell’ansia. La norepinefrina è poi responsabile del controllo dei livelli di stress e ansia.
Secondo la teoria di James Lange, le emozioni non sono solo mentali, ma anche fisiche. Prima di un cambiamento a livello emotivo avviene infatti un cambiamento fisico. Per comprendere cosa significa questa affermazione: vedo un orso → i muscoli si irrigidiscono → aumentano le palpitazioni → provo preoccupazione.
Tutti i neurotrasmettitori indicati devono mantenere costantemente un adeguato e delicato equilibrio nel cervello. Se per qualsiasi ragione si genera uno squilibrio, questo influirà in modo sostanziale sulle emozioni. Un calo di dopamina, ad esempio, aumenterà la tristezza e una carenza di serotonina potrà sfociare nella depressione. Non a caso, il primo intervento che si effettua su una persona che soffre di disturbi dell’umore è quello di regolazione dei livelli dei neurotrasmettitori.
Il cervello è un organo molto grande e pesa quasi 3 chili. La sua anatomia e la sua funzione sono altamente complesse. Le aree interessate alla manifestazione e al controllo delle varie emozioni sono numerose. La più importante in assoluto è il sistema limbico, che si compone di più parti, tra cui amigdala, ippocampo e ipotalamo.
L’amigdala è quell’area che valuta il valore emotivo di un input sensoriale in entrata. E’ anche il centro della paura del cervello e svolge un ruolo fondamentale nella elaborazione della risposta agli stimoli della paura.
L’ipotalamo controlla invece la risposta involontaria di tante emozioni. Ad esempio, quando siamo ansiosi o eccitati, il battito cardiaco aumenta e le mani sudano: tutte queste risposte sono mediate dall’ipotalamo.
L’ippocampo si occupa di evocare emozioni integrate con certi ricordi. La nostalgia che si prova pensando ai vecchi tempi è controllata dall’ippocampo, che è anche responsabile della conversione dei ricordi a breve termine in memorie a lungo termine.
Sappiamo anche che il cervello si suddivide in due emisferi, ciascuno dei quali svolge delle funzioni diverse ed è associato all’elaborazione di informazioni differenti. Il lato sinistro è quello che trae conclusioni più letterali (significati delle parole o formule matematiche), quello destro si occupa di attività più creative e meno concrete. Entrami gli emisferi lavorano all’unisono, perciò le emozioni sono ben controllate. Per semplificare al massimo, l’emisfero destro identifica uno stimolo, mentre quello sinistro ne interpreta il significato. Se uno dei due emisferi non assolve alla sua funzione, ci sono dei risvolti: se ad esempio il sinistro non interpreta le emozioni, il destro sarà sopraffatto da una serie di stimoli emotivi che non sa gestire.
Anche la memoria ha un ruolo importante nelle nostre emozioni. Alcuni ricordi possono suscitare gioia o dolore. Quando vengono risvegliati questi ricordi possono portare il sistema limbico a percepirli come stimoli emozionali, causando un cambiamento emotivo.
Il cervello è una macchina complicata ma sofisticata e gioca un ruolo cruciale nel far emergere le emozioni e nell’interpretarle.
Cosa succede quando provo felicità? La felicità è un’emozione che piacere. Quando insorge questa emozione, prima di verifica un aumento di dopamina e di serotonina. Nella felicità, il ruolo della serotonina è quello di alleviare lo stress e altre tensioni che possono influenzare in modo negativo il nostro umore.
Cosa succede quando provo rabbia? A causa di uno squilibrio della serotonina, un soggetto può diventare aggressivo e arrabbiarsi. Il flusso del sangue aumenta l’attività dell’amigdala e si attivano emozioni di rabbia ma anche di paura.
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Articolo di generazionebio.com
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