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Perché essere mamme oggi può essere una tortura

di Generazione Bio 6 Febbraio 2017
di Generazione Bio 6 Febbraio 2017
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Il titolo vuole essere una provocazione, ma a pensarci bene il termine tortura non è così lontano dalla realtà delle mamme odierne. La nostra società, detto fuori dai denti, tortura le madri.

Forse non tutti sanno che la privazione del sonno è stata un metodo di tortura usato per almeno 500 anni. Persino a Guantanamo si ricorreva a questo. La differenza è che nessuno in maniera sistematica e intenzionale sceglie di torturare le neo mamme. Ma l’effetto è il medesimo. La privazione del sonno comporta dei cambiamenti psicologici, che spingono la vittima a perdere il senso della realtà.

Specialmente la privazione cronica del sonno non fa bene: può condurre persino ad una compromissione cognitiva, a rabbia e irritabilità, ad ansia e psicosi. Quando si parla di salute mentale perinatale, la maggior parte delle madri lamenta come fattore di disagio la carenza di sonno. Ci sono donne che non riescono a dormire più di un’ora per notte, finendo per sentirsi, alla lunga, disorientate.

Quando non c’è modo di recuperare il sonno perduto, si raggiunge una condizione di insonnia cronica. Invertendo la credenza secondo cui sarebbe l’ansia a provocare i disturbi del sonno. In verità, le due cose sono intercambiabili: anche l’ansia può provocare insonnia. Per una madre, alla privazione del sonno si aggiungono le preoccupazioni per il bambino, i sensi di colpa, il pensiero di doverlo alimentare e così via. Tutto questo rende la situazione ancora più complicata. Come conseguenza, aumenta il rischio di cadere in depressione ed entrare in un circolo vizioso.

Non c’è da meravigliarsi se la salute mentale della donna, dopo il parto, subisce dei contraccolpi. Le donne partoriscono e poi vengono spostate in reparti dove c’è spesso confusione, le luci sono accese, ci sono altre donne e bambini che piangono. Oppure vengono mandate a casa quasi subito, da sole accanto a mariti molto stanchi. Entrambi si trovano in una situazione nuova; devono imparare a prendersi cura del nuovo arrivato, alimentarlo, cambiarlo. Poi il padre torna al lavoro e la madre si occupa del figlio ogni notte, visto che il compagno ha bisogno di riposo, essendo impegnato tutto il giorno con la sua occupazione. In questo modo, il debito di sonno inevitabilmente si accumula.

Nessuno si rende conto del valore del sonno e di quanto sia indispensabile per la salute mentale della donna. Né lei stessa, né il suo compagno, né i medici che si prendono cura di lei, né la società in generale.

In altre culture, ben distanti dalla nostra, le mamme hanno il tempo di recuperare, di riposare, di rimanere a letto anche senza fare nulla, dedicando loro stesse solo ed esclusivamente a creare un legame sano con il bambino. Il figlio viene nutrito, lavato, coccolato con dei massaggi. Tutto con estrema delicatezza e lentamente. Quasi tutte le culture non occidentali osservano un ritule simile, che ha una durata di circa 40 giorni.

In Occidente, invece, non è previsto riposo per la neo mamma. Tutti si aspettano che vada avanti come al solito. Lavare, pulire, fare la spesa, portare gli altri figli a scuola, cucinare, stirare, prendersi cura di sé, uscire con le amiche, fare shopping ed essere una brava moglie. Tutti le dicono di dormire quando il bambino dorme. Ma non è abbastanza! Una madre ha bisogno di mangiare, di farsi una doccia, di accompagnare il bambino appena nato ai controlli medici previsti. A volte un bambino dorme solo 20 minuti per volta. L’importanza della sua salute fisica ed emotiva viene ignorato, ad un costo molto elevato sia per lei che per il bambino. Oltre che per il servizio sanitario.

Questo è un problema che non deve essere più ignorato. Non basta aspettare che tutto torni alla normalità, abbandonando a se stessa la madre. Una mamma va trattata con il massimo rispetto, deve essere valorizzata e non deve essere più permesso che si senta a pezzi. Occorre lavorare sulla prevenzione, magari permettendo un congedo paterno più esteso, creando dei reparti post natali che possano occuparsi sia della mamma che del bambino, gestire delle visite a domicilio, dando una continuità alle cure prenatali. Anche l’atteggiamento deve cambiare. E’ giusto che i padri vengano incoraggiati a fare ogni tanto la loro piccola parte, consentendo alle loro compagne di riposare appena possono, per recuperare dallo stress che essere mamme può comportare. Le mamme sono coloro che cresceranno le nuove generazioni di questa umanità. Hanno un ruolo cruciale e per questo vanno prese in considerazione in tutto il valore che hanno nella nostra società.

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Articolo di generazionebio.com
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