Quando si parla della melatonina, si pensa in generale al jet lag e all’insonnia. In tempi più recenti, i medici non convenzionali la raccomandano sempre più spesso anche alle donne affette da cancro al seno, oltre che per accompagnare i sintomi della fibromialgia e della stanchezza cronica. Ma la melatonina ha anche altre proprietà, come quella di influenzare in maniera positiva la tiroide e gli ormoni.
La melatonina viene prodotta dalla ghiandola pineale e viene considerata per errore un ormone. Uno dei ricercatori più famosi in questo campo, il Dottor Walter Pierpaoli, preferisce semmai definirla una molecola.
La ghiandola pineale è deputata al controllo dell’orologio del nosro corpo, tra cui i cicli circadiani che regolano le fasi di sonno e di veglia e l’orologio biologico a lungo termine, ovvero il sistema che detta le tappe ormonali più significative, come l’ingresso nella pubertà o nella menopausa.
Dal momento che la melatonina viene prodotta specialmente di notte, una sua corretta integrazione è utile per chi soffre di insonnia, come trattamento e prevenzione del jet lag e per chi fa i turni al lavoro.
Come anticipato, la più affascinante e innovativa ricerca sulla melatonina è stata condotta dal Dr. Pierpaoli, che fece scalpore sin dal lontano 1996 con la pubblicazione del suo libro best seller “La Fonte della Giovinezza”, frutto di decenni di ricerca sulla melatonina e sui suoi effetti. Qualche anno dopo, la sua ricerca ha dato vita ad una pubblicazione, apparsa nel 2001 sulla rivista Experimental Gerontology, che documenta il ripristino delle condizioni ormonali in un gruppo di donne in premenopausa, menopausa conclamata e post menopausa.
Constatando che, con l’avanzare dell’età, la pineale produce sempre meno melatonina, si è cercato di dimostrare che, assumendo questa molecola quando i suoi livelli iniziano a declinare, è possibile rallentare, fermare e persino invertire gli effetti dell’invecchiamento. Questo avviene perché la melatonina è capace di risincronizzare i ritmi circadiani dei cicli sonno-veglia, ma anche il sistema endocrino generale.
Assumendo una micro dose di melatonina ogni notte, secondo il Dr Piepaoli, si mette a riposo la pineale, proteggendola dall’invecchiamento e rallentando il processo di degenerazione di tutte le altre ghiandole e degli organi. Questo non vale solo per la donna: la ricerca si è concentrata sulla menopausa perché questa costituisce il segnale certo dell’invecchiamento di un soggetto femmina. Quando arriva la menopausa, infatti, si chiudono drasticamente i suoi ritmi riproduttivi, terminano il ciclo ovulare e mestruale e compaiono disturbi di vario genere. Per un ricercatore non esiste un modello più interessante di questo, da analizzare. Il lavoro ha coinvolto 72 donne dai 42 ai 62 anni, che hanno assunto melatonina per un periodo di 6 mesi. Si trattava di donne sane, che non stavano assumendo contemporaneamente né ormoni, né farmaci di alcun tipo. I risultati sono stati sorprendenti e hanno mostrato come la melatonina sia in grado di invertire il processo di invecchiamento; nello specifico, questo avviene più velocemente nelle donne più giovani e in modo più marcato in quelle in premenopausa o menopausa, rispetto ai soggetti in post menopausa da anni. Si è verificata infatti una sorta di rinascita della fertilità, oltre che del ciclo mestruale. Moltissime anche le signore che soffrivano di disturbi mestruali e irregolarità, che hanno riacquistato il loro perfetto ritmo lunare di 28 giorni.
Lo studio ha offerto altri spunti estremamente interessanti: la melatonina è stata in grado anche di restaurare la funzione tiroidea, che nelle donne di questa età è spesso non equilibrata, in eccesso o in difetto. Nelle donne, già dalla fase della perimenopausa, spesso vi sono segni di una scarsa secrezione degli ormoni T3 e T4. E’ stato dimostrato dalla ricerca che la sola somministrazione di melatonina è in grado di ripristinare il rilascio corretto di questi ormoni e, soprattutto, la conversione da T4 a T3, equilibrando così la funzionalità della tiroide.
Il medesimo studio ha messo in luce anche la riduzione della depressione, uno dei sintomi più comuni in menopausa, nel 96% dei soggetti coinvolti. Allo stesso modo, si sono ridotte le vampate di calore, le palpitazioni cardiache ed è migliorata la qualità del sonno.
E’ possibile, secondo il Dottor Pierpaoli, che il calo della melatonina che si verifica in una donna che ha superato i quarant’anni, possa essere il segnale ormonale che indica al corpo che è il momento di iniziare la transizione verso la perimenopausa. Tra i 40 e i 44 anni, infatti, la melatonina diminuisce in maniera sostanziale. La successiva fase di declino avviene tra i 50 e i 54 anni. Secondo Pierpaoli, la melatonina agisce come un adattogeno ormonale, contribuendo ad equilibrare la funzione delle surrenali, della tiroide e degli ormoni riproduttivi, oltre che il mantenimento della ciclicità degli ormoni, a breve e a lungo termine. Inoltre, pare che la melatonina aumenti la densità dei recettori degli estrogeni nei tessuti bersaglio, come seno, utero e ovaie, migliorandone la sensibilità.
Altri effetti della meltonina che sono stati riferiti dal ricercatore sono:
- bilanciamento dei livelli di cortisolo
- prevenzione dell’atrofia di ovaie, vagina e utero
- estensione della fertilità
- aumento del colesterolo HDL
- riduzione della pressione sanguigna
Va sottolineato come non tutti gli integratori a base di melatonina in commercio siano davvero efficaci. Alla luce della sua ricerca decennale, il Dottor Pierpaoli ha messo a punto un integratore di melatonina con l’aggiunta di zinco e selenio. La sua raccomandazione è di assumere una compressa di questo prodotto ogni sera tra le 22 e le 24, o un’ora prima di andare a dormire. Questo permette di avere una buona riserva di melatonina nel momento del “picco notturno”, ovvero quando il corpo la andrebbe naturalmente a produrre. Solo così è possibile mettere a riposo la pineale e rimandare il processo di invecchiamento.
I principali effetti collaterali dell’assunzione a basso dosaggio di melatonina riportati in letteratura sono un po’ di intontimento mattutino, sogni vividi o addirittura incubi o leggera emicrania, ma sono sintomi che si presentano in una percentuale davvero esigua di soggetti.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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