Tagliare un legame morboso non significa smettere di voler bene ad una persona o non preoccuparsi più per lei. Rompere un attaccamento non significa interrompere un rapporto, ma scioglierne la parte dannosa.
E’ importante sapere che tutti gli attaccamenti sono generati dalla paura e che la paura è nemica dell’amore.
Gli attaccamenti non sono solo negativi. Sono un modo per comunicare e scambiare energia. Un attaccamento sano si nutre del reciproco scambio di energia e di informazioni. Gli attaccamenti morbosi sono invece uno strumento di controllo. Si attivano di comune accordo, ma spesso vi sono delle strategie sottili, dietro. Talvolta sono attaccamenti utili che poi con il tempo si trasformano. Magari sono stati importanti quando eravamo bambini, ma se gli attaccamenti sono ancora presenti nel corso della nostra vita adulta, possono essere un ostacolo.
Con chi si creano gli attaccamenti?
La maggior parte di essi si attivano con amanti, sposi (anche con gli ex), figli, genitori, fratelli, amici, uomini violenti, partner sessuali.
Altri attaccamenti minori possono formarsi con clienti, insegnanti, dirigenti, collaboratori e persino conoscenti.
Ogni rapporto è unico, perciò può costituirsi un attaccamento forte anche con il proprio capo e uno più leggero con un fratello. A volte gli attaccamenti sono così flebili da non creare alcun effetto collaterale.
In genere, siamo consapevoli degli attaccamenti più tossici per noi, perché vi è una negatività di fondo associata a quello specifico rapporto, a prescindere da quanto amiamo la persona coinvolta.
Certamente gli attaccamenti più importanti da sciogliere sono quelli con i genitori, con il partner attuale o precedente.
Ci sono diversi modi per rompere un attaccamento e recuperare la propria indipendenza. Tra questi, la cromopuntura offre diverse soluzioni per lavorare sullo scioglimento degli attaccamenti morbosi, persino quelli atavici e quindi più difficili da individuare consapevolmente.
Si può provare, però, a ricorrere ad un metodo specifico, da attuare senza chiedere aiuto a nessuno.
Facciamo una passeggiata. Magari al parco, purché sia in mezzo alla natura. Meglio scegliere un posto dove difficilmente incontreremo qualcuno che possa distrarci. Cerchiamo di annullare ogni pensiero, centrando l’attenzione sulla respirazione, entrando così in uno stato leggero di meditazione. Recuperare un ricordo che ci unisce alla persona con cui vogliamo rompere l’attaccamento e pronunciamo questa frase:
Ti ringrazio per questo ricordo, perché mi ha portato dove mi trovo adesso. Adesso ti lascio andare. Tu seguirai la tua strada. Io seguirò la mia.
I pensieri hanno potere. Tutto ciò a cui pensiamo finisce per materializzarsi. Immaginiamo allora un cordone di argento sottile che rappresenta il nostro attaccamento e visualizziamo noi stessi mentre lo tagliamo con delle forbici. E’ sottile come una ragnatela, perciò si romperà facilmente.
Facciamo questa cosa con tutti i ricordi dolorosi che ci tengono legati quella persona e lasciamola andare.
Alla fine, si può pronunciare un’altra frase chiave:
Adesso lascio andare tutti i ricordi dolorosi che non mi sovvengono, ma che sono ancora dentro di me. Ti ringrazio per tutto ciò che hai fatto, perché mi ha portato dove sono oggi, ma è il momento di lasciarti andare. Ora sono libero da te e dalla tua ombra. Non subirò più alcuna influenza da parte tua in futuro. Sono in pace e ti chiedo perdono per tutto il dolore che posso averti causato e ti libero da esso. Sii in pace.
A quel punto, visualizziamo noi stessi mentre tagliamo i cordoni più spessi.
L’immaginario funziona in modo ineccepibile e, se alcuni cordoni sono difficili da tagliare, è lecito persino usare una spada, nella nostra visualizzazione.
La maggior parte di questi attaccamenti esistono di comune accordo, spesso sono il risultato di rapporti parassitari. In questo caso, spesso non si rappresentano come un cordone ombelicale, ma come una croce che portiamo sulle spalle.
Abbiamo la percezione che questo metodo stia funzionando se iniziamo a sentirci improvvisamente più leggeri, più liberi. A volte invece non funziona, specialmente quando c’è qualcosa in sospeso e di irrisolto con una persona. Ma sarà pur sempre utile questo processo per lasciare andare una parte del carico emotivo e rivolgersi poi, eventualmente, a chi ci sappia aiutare.
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Articolo di generazionebio.com
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