L’amigdala è una piccola porzione del cervello a forma di mandorla, responsabile dello screening degli eventi e degli stimoli che derivano dall’ambiente esterno.
Quando tutto va bene, l’amigdala e l’intera fisiologia si mantengono in uno stato di calma; quando si percepisce l’insorgere di una minaccia, però, l’amigdala innesca una reazione a catena di sostanze chimiche che vengono rilasciate nel corpo.
Per minaccia si intende sia qualcosa di fisico che di emotivo: l’affronto da parte di un collega può essere percepito al pari di un blocco nel traffico. Entrambi, infatti, vengono vissuti come un rischio per la sopravvivenza. Inoltre, l’amigdala non dimentica. Una volta che si è verificata la discussione con il collega, instaura una partnership con l’ipotalamo per ricordarsi di quella persona o di quella situazione, così da innescare uno stato di massima allerta ogni volta che si ripropone qualcosa di simile.
Quando l’amigdala innesca una risposta allo stress, ci sentiamo ansiosi e a disagio e il pensiero logico passa in secondo piano. Il problema dell’amigdala sta proprio qui: se il suo ruolo è fondamentale per allertarci di fronte ad un pericolo grave, spesso ci impedisce di affrontare minacce più lievi. La nostra reazione può quindi trasformarsi in ansia sociale, paura e in fobie difficili da superare.
Lavorare sull’amigdala è possibile e si possono anche reindirizzare le sue risposte attraverso la medicina energetica. In modo molto semplice, non appena capita una situazione percepita come pericolosa, è importante fermarsi, perdonare se stessi, trovare un luogo appartato e tenere la parte anteriore della testa e la fronte tra le mani. Questo semplice gesto permette di agire sul flusso energetico e sulla circolazione del sangue in modo da far dileguare la risposta di attacco o fuga e riportare il pensiero logico in azione. Come conseguenza, il sistema nervoso si placa e si generano nuove soluzioni e nuovi orientamenti rispetto al fattore di stress vissuto.
Si può lavorare sull’amigdala anche attraverso l’intenzione pura. E’ sufficiente visualizzare un flusso di energia che si direzione verso l’area dove si trova l’amigdala. Questo stimola a sua volta il fluire del sangue e la guarigione dai traumi del passato, generando soluzioni ingegnose per il futuro.
Lavorare sull’amigdala è certamente un modo per riprendere il controllo della qualità della propria vita.
Se questi metodi non dovessero sortire risultati importanti, o a lungo termine, è possibile lavorare sull’amigdala con delle sedute mirate di cromopuntura, studiate proprio per sciogliere i blocchi a quel livello causati dai ricordi traumatici del passato che sono rimasti lì registrati. Questo modo di intervenire offre risultati in breve tempo, permettendo di sentirsi da subito più leggeri, liberi da quel fardello inconsapevole che si portava da anni e pronti ad affrontare la vita con uno spirito nuovo e positivo.
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Articolo di generazionebio.com
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