Esiste un gruppo di vegetali, appartenenti alla famiglia delle Solanacee, che comprende oltre 2000 specie di piante, tra le quali rientrano alcuni degli alimenti più popolari consumati oggi: pomodori, patate, peperoni e melanzane. Pur non facendo parte di questa famiglia, agiscono in maniera analoga anche mirtilli, bacche di Goji e il ginseng indiano.
Questi alimenti inducono l’infiammazione attraverso una specifica sostanza chimica, la solanina. I ricercatori ritengono che questa sostanza irriti il sistema gastrointestinale. Quando questa viene assorbita nel flusso sanguigno, infatti, può causare la distruzione dei globuli rossi che trasportano l’ossigeno. La solanina è nota come inibitore del neurotrasmettitore acetilcolina, e induce così ad un eccessivo accumulo della sostanza nelle aree dove hanno sede i recettori nervosi. Questa azione porta ad una costante sovrastimolazione del sistema nervoso parasimpatico.
La solanina non è solubile in acqua, non viene distrutta dalla cottura e non viene assorbita dal corpo, ma deve essere eliminata come alfa-solanina, che è una sostanza classificata come neurotossina. Tra l’altro, in molti alimenti che contengono alfa-solanina sono presenti almeno 5 altre neurotossine, tra cui atropina e nicotina.
Uno dei principali problemi attribuiti a questa sostanza è l’artrite. Un individuo su tre reagisce male a grandi quantità di solanina. Alcuni ricercatori ritengono persino che l’artrite sia spesso mal diagnosticata, in soggetti che potrebbero in realtà solo accusare gli effetti del consumo di determinati alimenti. Gli alcaloidi sembrano influenzare il metabolismo del calcio. Anche se non si è ancora capito come, gli alimenti che contengono solanina possono rimuovere il calcio dalle ossa e depositarlo nei tessuti molli, mettendo le basi per l’artrite. Per questa ragione, i ricercatori raccomandano spesso a chi soffre di osteoartrosi, di artrite reumatoide o di altri problemi comuni come la gotta, di eliminare le solanacee dalla dieta.
Per chi soffre di artrite o di malattie correlate, come il lupus, i reumatismi o altri dolori muscoloscelettrici, le solanacee possono essere dannose per la salute e peggiorare il problema.
Alcuni alimenti ricchi di solanina sono:
- pomodori
- patate (tranne quelle dolci)
- melanzane
- carciofi
- peperoni
- bacche di Goji
- mirtilli
- tabacco
- paprika
- pepe di Cayenna
Altri prodotti da evitare
- rimedi omeopatici che contengono Belladonna
- farmaci contenenti fecola di patate (presente spesso nei farmaci rilassanti e in quelli che favoriscono il sonno)
- atropina e scopolamina (utilizzate nei sonniferi)
- farmaci topici per il dolore e l’infiammazione che contengano capsicum (pepe di cayenna)
- lieviti in polvere che contengono fecola di patate
- adesivi per chiudere le buste: molti di questi contengono fecola di patate
- vodka (vengono utilizzate le patate in fase di produzione)
È consigliabile naturalmente leggere le etichette ed evitare quei prodotti dove vengono indicate voci generiche come “condimento a base di spezie.
Chi soffre di infiammazione ricorrente, dovrebbe provare, monitorato dal proprio medico, ad eliminare per tre mesi tutti i prodotti contenenti solanacee. Sarà utile prendere nota dei sintomi che eventualmente scompariranno. Dopo tre mesi si potranno piano piano reintrodurre i prodotti per vedere la differenza. Spesso i risultati migliori si ottengono riducendo al minimo le solanacee.
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Articolo di generazionebio.com
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