Ogni elemento dell’universo vibra. Ogni vibrazione porta con sé frequenza e risonanza. La frequenza può essere di carattere più freddo che più caldo.
Un esempio lampante lo abbiamo con la luce. La luce può essere calda o fredda. Cosa fa la differenza? La frequenza dell’onda luminosa. Nella musica è lo stesso.
L’accordatura a 432hz è una accordatura benefica in quanto è una vibrazione armonica con l’universo e con ciò che lo rende tale.
Molti sanno che nel 1859 l’accademia di Parigi stabilì la frequenza standard di accordatura del LA a 435Hz. Questo tipo di accordatura rimase in vigore fino agli anni trenta del XX secolo, quando il LA a 440Hz, quasi un semitono più alto, divenne sempre più usato in quanto, riusciva ad adattarsi ad una più ampia varietà di strumenti.
Tuttavia fu nel 1939 che l’accordatura a 440Hz venne approvata ufficialmente assumendo il nome di “accordatura da concerto”. Ora, in questo secolo, i programmi di campionatura o di creazione musicale digitali sono accordati a 441hz.
Cosa comporta ciò? Noi siamo circondati da frequenze. Ne siamo attraversati. Con esse lo scambio è continuo. Se da un lato le assorbiamo dall’altro le emaniamo. Siamo come un’antenna che riceve ed emana, trasformate dalla nostra coscienza, le frequenze ricevute e create. Così non solo influenziamo il nostro ambiente ma ne veniamo influenzati. La ragione di questo sta nel principio di risonanza. Entrare in risonanza a una accordatura specifica, rende consonanti a tale accordatura e dissonanti ad altre frequenze.
Uno studio sugli effetti della musica troppo alta ha dimostrato che, nei locali dove sia le luci che la musica seguono un ritmo frenetico e il volume è alto, il cervello per rispondere allo stress provocato da tali ritmi, mobilizza la secrezione di dopamina e le endorfine stimolanti l’appetito e i dolci (l’alcool è trasformato in zucchero velocemente) nonché altera la sensibilità delle papille gustative. Ecco perché in certi locali “molto” sonori si beve e si consuma tanto.
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Articolo di Sergio Audasso per generazionebio.com
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