E’ nota in sociologia una tendenza che viene definita “shock del presente” e corrisponde a quella sensazione che tutto ciò che si può desiderare nella vita è presente ora e che, per questo motivo, il futuro è superfluo.
Questa tendenza è molto diffusa: basta pensare che oggi le persone si sentono in un vicolo cieco; l’umanità è all’apice di una piramide evolutiva da cui è impossibile scendere, ma la condizione impedisce anche di salire più in alto. Tutto ciò che si può fare è rimanere fermi. Accontentarsi di ciò che già esiste. Questo è l’unico modo per tenere lontana la disperazione, così come la speranza che qualcosa di meglio sia possibile. Ma la felicità e la soddisfazione non si possono provare a comando.
A causa di questa tendenza, le persone non sanno più cosa vuol dire desiderare e smettono di farlo.
Questo non capita però a tutti. Per qualcuno il futuro è uno luogo spazioso. In questo modo, la prospettiva cambia. Se invece di sentirci sulla cima della piramide evolutiva ci guardiamo davanti e immaginiamo un ampio spazio da riempire con tutto ciò che vogliamo, l’approccio alla vita stessa può cambiare nel suo quotidiano.
Riempire quello spazio vuoto che chiamiamo futuro ci permette di trasformarlo nel nostro presente. Oggi, in un mondo dove si vive più a lungo anche se non siamo preparati per farlo, quel futuro fa tanta paura e non vogliamo entrarci perché abbiamo paura che sia uno spazio vuoto.
Per accedervi, è indispensabile iniziare a cogliere qualsiasi occasione che ci si para davanti con curiosità, esplorando tutto ciò che l’esistenza stessa ci offre. Solo così si evita di arrivare alla rassegnazione e di vivere ogni giorno uguale all’altro. In sostanza, occorre cambiare mondo. Nulla a che fare con cambiare il mondo. La differenza sembra sottile, ma è sostanziale.
Cambiare mondo significa in pratica trasformare il mondo attuale in una situazione: un posto dove stiamo e il modo in cui ci stiamo, i rapporti che abbiamo lì e tutti i pensieri che ci attraversano.
Come si arriva a tutto questo? Tornando a desiderare. Un verbo che in italiano deriva dalla parola “stelle” e significa scoprire che nel cuore c’è qualcosa in più rispetto a ciò che fino a oggi le stelle hanno concesso all’umanità intera.
Ogni desiderio che impariamo ad esprimere si può considerare una premonizione. E’ come se la nostra percezione si estendesse fino a vedere che nel futuro vi è una qualche occasione che stiamo per incontrare e che ci sosterrà nel nostro sviluppo interiore.
Igor Sibaldi da anni insegna la tecnica dei 101 desideri. Ora, nel seminario disponibile in dvd “L’Arte dei Desideri“, l’autore e relatore spiega come trovare il coraggio dentro noi stessi per scoprire quali sono i nostri desideri e realizzarli.
E’ indispensabile però muoversi con cautela, perché quando all’orizzonte se ne intravede la realizzazione, è bene non cascare nelle trappole tese dall’approccio odierno alle tematiche dello spirito. Oggi, come nel seminario affermano Maura Gancitano e Andrea Colamedici, la spiritualità è sporcata da una vera e propria epidemia di narcisismo.
Grazie a questo seminario, arricchito da un’intervista e da un libretto introduttivo, si otterrà una visione di insieme di quella che è la spiritualità oggi, cosa che faciliterà anche la comprensione come è nato il consumismo spirituale e i traumi che lo caratterizzano.
Il desiderare è una nostra capacità innata, ed è indispensabile per capire cos’è e com’è il mondo in cui viviamo – proprio perché se desideri stai prendendo le distanze dal mondo e lo puoi osservare meglio.
Igor Sibaldi
![]() | L’Arte dei Desideri – Seminario in DVD Conversazioni sul futuro, il coraggio e la libertà Igor Sibaldi, Maura Gancitano, Andrea Colamedici |
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Articolo di generazionebio.com
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