I libri che compongono la saga di Harry Potter dell’autrice J.K. Rowling sono un fenomeno magico. Arrivati dal nulla, in poco tempo la saga è arrivata ad essere tra le più vendute e lette dai giovani e la stessa popolarità ha ricoperto i film che da questa sono stati tratti.
I libri rappresentano tre generi letterari: romanzo di formazione, romanzo di ricerca e fiaba. Harry Potter proviene da una famiglia di maghi, ma è stato allevato da persone comuni ed è completamente ignaro dei suoi poteri latenti. Nonostante questo, viene però convocato alla scuola di Hogwarts, dove per sette anni viene educato in magia, ma dove è stimolato anche a raggiungere la maturità morale e psicologica.
Nella saga si riconosce inequivocabilmente una profonda familiarità con il mito, la leggenda, la magia e l’esoterismo e i libri si possono rileggere in chiave teosofica. Un esempio tra tutti è il riferimento nel volume “Il prigioniero di Azkaban” a Cassandra Vablatsky. Vablatsky è una chiara metatesi di Blavatsky e Cassandra è un nome che sostituisce adeguatamente quello di Helena, poiché Cassandra era la figlia di Priamo, il re di Troia, profetessa che ha sempre detto la verità senza essere mai creduta e la storia fa parte dell’Iliade, dove viene contesa Elena. Interessante anche il libro fittizio di cui sarebbe autrice Cassandra Vablatsky, “Svelare il futuro”, un chiaro riferimento all’Iside Svelata, il primo lavoro di Helena P. Blavatsky.
Ci sono molti parallelismi nei libri di Harry Potter con le idee teosofiche.
Polarità
Uno dei temi teosofici che appaiono nella saga è quello della polarità: spirito/materia, vita/forma, energia/massa, yin/yang, esoterico/essoterico, interno/esterno e così via. Vi è polarità tra Maghi e Babbani, ad esempio. Questa situazione descrive un mondo dove ci sono due tipi di persone: coloro che sanno e coloro che non sanno e la conoscenza è la cosa più importante. Una conoscenza di un piano ordinato dell’universo che si distingue da quello popolato dagli esseri umani. I maghi rappresentano naturalmente i saggi, in contrapposizione con i Babbani che non conoscono.
Un altro tipo di polarità è quella del bene contro il male, due figure archetipiche che convivono anche all’interno della categoria dei maghi. Albus Silente, il preside di Hogwarts, rappresenta il più grande mago vivente. Il suo nome Albus deriva dalla parola latina che indica il colore bianco: è quindi il mago che pratica la magia bianca, è il buono. Silente si riferisce al “silenzio” e rappresenta la vera saggezza che non si può spiegare a parole, ma di cui occorre fare esperienza. Nella versione originale inglese, il cognome del preside è in realtà Dumbledore: dumb=muto, dore=omofono di door/porta: il saggio preside rappresenta la porta attraverso la quale Harry passerà per iniziare il suo cammino di apprendimento.
L’archetipo del male è invece impersonato da Voldemort, ombra e nemesi di Harry. Un tempo studente ad Hogwarts, ha preso questo nome una volta scelta la strada del male. Vol ricorda il verbo tedesco Vollen=volere, desiderare. Mort è la radice latina della parola che significa “morte. Colui che ha desiderio di morte rappresenta l’opposto della saggezza.
Un’altra polarità è rappresentata dai due migliori amici di Harry: Ron Weasley e Hermione Granger. Il primo proviene da una vecchia famiglia di maghi, la seconda da una di babbani. I due ragazzi si equilibrano a vicenda: Ron è tranquillo e introverso; Hermione è loquace ed estroversa. Ron rappresenta l’energia maschile, Hermione quella femminile. Insieme a Harry formano un triangolo di energie molto potente.
Ricerca
Lo scopo ultimo dei libri di Harry Potter è quello della scoperta di sé. Proprio per questa ragione questi libri condividono un tema comune con le grandi guide spirituali dell’umanità. Harry percorre il cammino verso la scoperta di sé nel modo più semplice, andando alla ricerca dei suoi genitori; ma in senso più profondo va anche alla scoperta della propria natura e della propria missione nella vita. Il tema della ricerca viene espresso già dal primo libro, dove lo scopo è di trovare la pietra filosofale. “Filosofo” è un termine tradizionale che indica l’alchimista e la pietra filosofale è il prodotto magico dell’arte dell’alchimista, che trasforma i metalli in oro e produce l’elisir di lunga vita, che dona l’immortalità. La pietra è stata nascosta nei sotterranei della scuola e il viaggio dei protagonisti in quelle profondità rispecchia l’antico tema della discesa negli inferi, ovvero a quella parte inconscia della psiche dove si scoprono verità nascoste su noi stessi. E’ simbolico anche che l’esplorazione di Harry Potter nei sotterranei si svolga in 7 fasi. I riferimenti sono numerosi. I ragazzi devono superare indenni la presenza di un cane a tre teste per raggiungere l’ingresso verso le cantine. L’animale rappresenta Cerbero, il cane da guardia degli inferi nella mitologia greca. Harry ed Hermione lo faranno addormentare suonando un flauto, proprio come fece Orfeo che guadagnò l’ingresso nell’Ade suonando la lira. In questo caso, il flauto è l’analogo dello strumento che suonano Tamino e Pamina ne Il Flauto Magico di Mozart, durante la loro co-iniziazione.
Lezioni di Vita
Sono sette le lezioni che si possono individuare già all’interno del primo libro. Nel suo primo anno a Hogwarts, e nella prima fase della sua formazione nella vita, Harry imparerà a: discriminare nel fare le sue scelte; fare la cosa giusta, senza desiderio personale; essere guidato da principi intelligenti nella vita, piuttosto che da regole arbitrarie; avere fiducia in quello che Dante nella Divina Commedia ha chiamato “l’amor che move il sole e l’altre stelle”.
Questi sono solo alcuni degli esempi di quanto la celebre saga della Rowling sia intrisa di riferimenti esoterici e spirituali. Elencarli tutti in questo contesto sarebbe impossibile, semmai lo scopo dell’articolo è quello di stimolare una ricerca personale e magari una rilettura integrale e consapevole dell’opera.
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Articolo di generazionebio.com
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