Capita a tutti di fare gli stessi errori più e più volte, o almeno degli errori simili. Da dove proviene questo schema che si ripete?
E’ possibile che crescendo si prendano delle decisioni, su noi stessi o sugli altri. A volte queste decisioni servono da protezione da qualcosa di imbarazzante o di spaventoso. Da qui nasce un modello.
Il nostro cervello sintetizza e processa costantemente dei dati. La quantità di informazioni sensoriali con che riceve ogni microsecondo è a dir poco stupefacente. Questo avviene attraverso l’interpretazione dei segnali ad una velocità variabile. Cosa significa questo? Che ad esempio le informazioni uditive vengono ricevute generalmente molto prima di quelle visive, tranne che a distanze superiori a 30 metri. Vale a dire che quando qualcuno batte le mani a 30 metri di distanza, vedremo l’applauso prima di sentire il suono; nonostante questo, il cervello processa tutto in maniera da far apparire l’immagine in sincronia. Lo stesso vale per qualcosa di vicino. Se viene spostata una forchetta dal tavolo, sentiremo il suono prima di vedere il gesto, ma anche in questo caso il cervello sincronizza i segnali allo scopo di farli apparire simultanei.
Se la differenza è di 80 millisecondi o meno, il cervello prenderà il segnale più lento per farlo corrispondere a quello più veloce, in maniera che sembrino contemporanei.
La coscienza è la capacità del cervello di ricordare alcune cose avvenute in passato e di confrontarle con ciò che accade nel presente, per cercare un modello di paragone. Per questo, quando attraversiamo la strada, il cervello si trova a circa 80 millisecondi indietro nel tempo rispetto al gesto vero e proprio che stiamo compiendo; la qual cosa potrebbe rivelarsi pericolosa.
Avendo però un passato e avendo già sperimentato la situazione in precedenza, il cervello confronta le esperienze attuali e passate di attraversamento pedonale, ricordandoci che dobbiamo guardare da entrambe le parti anche quando siamo di corsa. Tutte le attività del cervello sono state progettate per ricordare un evento pericoloso e mantenerci al sicuro.
In che modo tutto questo può influenzare la ripetizione dei nostri errori? Semplice: il passato condiziona tutti i nostri pensieri, le parole e le azioni e viene utilizzato a livello inconscio per determinare la nostra reazione a situazioni del presente. E lo stesso succederà in futuro.
Allora cosa succede se una ragazzina invita il suo compagno di classe preferito a studiare con lei dopo la scuola, lui accetta ma lo vede baciare un’altra, finite le lezioni? La ragazzina in quell’istante etichetterà tutti i ragazzi come non degni di fiducia. E lo farà per i restanti anni della sua vita e sarà per questo che continuerà ad incontrare uomini che la tradiranno. E’ come se lo avesse scelto.
Alcuni eventi accaduti in passato continuano ad influenzare il nostro presente e a creare il nostro futuro, portandoci a ripetere gli stessi errori. Svelato il meccanismo.
Come fare allora per liberarsi di questi schemi? E’ fondamentale separare ciò che è capitato in passato da ciò che ci è stato detto o dalla nostra personale interpretazione dei fatti.
I ricordi sono un fenomeno molto complesso e a volte persino inaffidabile. Il cervello, infatti, non immagazzina un ricordo in modo lineare e accurato, ma si limita a dei frammenti. Questo vuol dire che ogni volta che succede qualcosa si creano delle interpretazioni che non sempre sono così precise. L’interpretazione può essere stata semplicemente un modo per risolvere l’evento nello spazio e nel tempo e finiamo per raccontarcela ogni giorno, anche se non sempre corrisponde alla realtà.
Basta pensare ad un’area della nostra vita dove ci sentiamo privi di libertà, serenità e passione. Poi analizziamo meglio quell’area e proviamo a ricordare se c’è un episodio del passato in cui è stata presa una decisione tipo “non farò mai più il primo passo”o “non mi fiderò mai più degli uomini”. Può trattarsi di altro, ma molto probabilmente ci si imbatterà in un’espressione precisa che ha segnato inesorabilmente un nostro modo di vedere le cose, un pensiero o un modo di essere. Può trattarsi di un episodio recente o che risale a molto tempo fa, ma è probabile che da lì in poi si possa riconoscere uno schema che si ripete. A volte possono anche manifestarsi delle sensazioni corporee legate ad un vecchio ricordo: mani sudate, stomaco stretto, gambe che tremano. Questi rappresentano ulteriori indizi di un passato che sta riproponendosi nel presente.
Una volta riconosciuto lo schema, però, si diventa consapevoli di tutte quelle volte che questo sta per andare nuovamente in scena. Ciò permette allora di scegliere se ripetere l’esperienza del passato oppure se mettere in atto una reazione differente e nuova, che sarà in grado di rompere una volta per tutte quello schema in cui si è rimasti intrappolati per troppo tempo.
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Articolo di generazionebio.com
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