Non esiste alcuna prova a conferma che i compiti a casa siano in grado di migliorare le prestazioni scolastiche dei bambini delle elementari.
Ad affermarlo è il guru della ricerca sulla scuola Harris Cooper, della Duke University ed è una sorpresa per tutti. Fa pensare che tutte quelle ore di gioco perdute, le lotte di potere e tutte le lacrime versate dai bimbi siano state uno spreco inutile. I compiti a casa rappresentano ormai una pratica ampiamente accettata e per un adulto è sicuramente difficile metterne in discussione il valore.
Quando però si analizzano i fatti, ecco cosa si scopre: i compiti hanno dei benefici che però dipendono dall’età dello scolaro.
La ricerca suggerisce che per i bambini della scuola elementare lo studio in classe porta a risultati superiori rispetto allo studio extra scolastico, che appesantisce solo il lavoro. Anche alle medie inferiori il rapporto tra compiti a casa e successo scolastico è al minimo. Solo quando i ragazzi accedono alla scuola superiore i compiti a casa apportano un beneficio accademico, ma solo se assegnati con moderazione. Il limite dovrebbe essere quello di due ore al giorno, dopo il quale i benefici si annullano.
Per giungere a queste conclusioni, Cooper ha analizzato 120 studi nel 1989 e altri 60 nel 2006 e in nessun caso si è evidenziato il beneficio accademico dei compiti alla scuola elementare. Al contrario, dare i compiti ai bambini più piccoli può portarli a detestare la scuola, compromettendo il loro apprendimento scolastico anche in futuro. E’ qualcosa di preoccupante se si considera che il percorso scolastico è così lungo e complesso.
I compiti a casa hanno quindi sì un impatto sui ragazzini, ma di natura negativa. Un bambino che ha appena iniziato la scuola merita di avere il tempo di sviluppare l’amore verso l’apprendimento. Invece avere già da subito dei compiti da fare lo porta spesso lontano da questa indole.
Occorre anche analizzare l’impatto sui rapporti personali. Ogni sera in migliaia di case si generano battaglie intestine per svolgere accuratamente tutta la mole di compiti. I genitori possono arrivare a urlare e sbraitare, i bambini ormai esausti protestano e piangono. Invece di stare uniti e sostenersi l’un l’altro, dopo una giornata trascorsa lontani, i membri della famiglia si arenano sull’argomento compiti e da lì non si schiodano.
Quando i compiti arrivano prematuramente, è difficile per un bambino far fronte all’impegno in maniera indipendente. Avrà sicuramente bisogno di aiuto da parte di un adulto, che gli ricordi cosa deve fare e come. In questa maniera, i bambini prenderanno l’abitudine di fare sempre e solo affidamento sui genitori per i compiti. I genitori si trasformano in un certo senso in sceriffi dei compiti, ruolo che si trascina fino alle superiori. Questa situazione nutre un conflitto che va a minare anche il senso di responsabilità del bambino.
In realtà, i sostenitori dei compiti a casa ritengono che siano proprio questi a impartire il senso di responsabilità nel bambino, oltre a rafforzare le lezioni impartite a scuola e generare un ponte tra casa e scuola.
Ai genitori in realtà basterebbe aprire lo zainetto e sfogliare libri e quaderni per seguire l’evoluzione del bambino a scuola, senza la necessità di impegnarsi in prima persona nei compiti. La responsabilità viene insegnata al bambino ogni giorno, in diversi modi. Permettendogli di gestire un animale domestico, insegnandogli qualche piccola faccenda di casa, facendolo vestire da solo, ricordandogli di non dimenticare nulla a scuola. Rafforzare ciò che si è appreso a scuola è importante, ma è solo uno dei fattori di apprendimento. Ci sono priorità apparentemente non scolastiche (dormire bene, avere il tempo per giocare e tessere dei rapporti famigliari solidi) che sono vitali per il benessere e l’equilibrio. Tutte queste attività hanno un impatto diretto sulla memoria, sulla concentrazione, sul comportamento e sul potenziale di apprendimento. Le lezioni dovrebbero essere sufficientemente d’impatto a scuola, così da lasciare al bambino il tempo prezioso del dopo scuola per giocare.
Tuttavia, i migliori compiti per la scuola elementare sono rappresentati dalla lettura a casa. Questo aiuta a creare una connessione tra genitori e figli, che leggeranno insieme qualcosa a voce alta, creando un clima gioioso. Se il tipo di compiti assegnato non favorisce l’amore e l’interesse per la scuola non dovrebbe avere spazio nella vita di un bambino sotto i 10 anni, che potrebbe così usare il suo tempo libero in modo più costruttivo per la sua crescita.
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Articolo di generazionebio.com
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