Ogni giorno alle 9 del mattino un’orda di creature catalettiche, che rappresentano la nostra forza lavoro, si espone alla luce del monitor del computer e a quelle dei neon di uffici-prigione. Secondo il dottor Paul Kelley dell’Università di Oxford, questa è una delle forme più gravi di tortura per l’uomo della nostra società.
Il dottor Kelley, insieme al suo gruppo di ricerca presso lo Sleep and Circadian Institute hanno confermato qualcosa che tutti pensavamo da tempo, noi vittime impotenti della routine quotidiana fatta di mezzi pubblici affollati, corse contro il tempo e sonno.
Questo succede perché il nostro organismo funziona basandosi su un timer biologico, più noto come ritmo circadiano, che rappresenta dei cicli geneticamente programmati con lo scopo di regolare i livelli di energia umana, l’attività delle onde cerebrali e la produzione di ormoni.
Il dottor Paul Kelley ha messo in evidenza la difficoltà dell’organismo umano ad adattarsi a ritmi innaturali come quelli dettati dalla tipica giornata lavorativa e scolastica. Alzarsi ad una certa ora comporta un’imposizione ad esempio al fegato e al cuore, che hanno un modello di funzionamento diverso e implorano ancora qualche ora di riposo.
In particolare nelle persone sotto i 55 anni, i ritmi circadiani sono completamente fuori sincrono con il classico orario di lavoro 9-17, il quale rappresenta una grave minaccia per l’umore, la salute mentale ma anche per le prestazioni stesse del lavoratore.
I ritmi naturali umani si sono evoluti intorno alla luce del sole, non sulle strategie d’impresa dei datori di lavoro. Alla fine del XVIII secolo la giornata di 8 ore fu progettata solo per massimizzare l’efficenza del lavoro. Ma i proprietari delle fabbriche non avevano tenuto conto dell’orologio naturale del corpo.
Il dottor Kelley ha partecipato al British Science Festival dove ha affermato con convinzione che la nostra è una società completamente deprivata dal sonno. Il suo consiglio è perciò quello di riprogrammare il lavoro e spostare l’inizio della giornata alle 10 del mattino. In questa maniera è possibile adeguarsi nuovamente all’orologio biologico umano.
Un esperimento del genere è stato condotto all’interno di una scuola inglese, dove l’inizio delle lezioni è stato spostato dalle 8:30 alle 10. Non è stato sorprendente constatare che il rendimento medio aumentasse del 19%.
Un altro studio appena avviato, il cui termine è previsto per il 2018, sta coinvolgendo studenti di oltre 100 istituti scolastici in tutta l’Inghilterra, per confermare in modo scientifico queste teorie.
Alcuni studi sperimentali sui ritmi circadiani hanno messo in evidenza che un individuo di 10 anni non è in grado di concentrarsi sulla scuola prima delle 8:30, mentre un sedicenne dovrebbe avviare la sua attività di studio intorno alle 10 e uno studente universitario alle 11 del mattino.
Le aziende che costringono i lavoratori ad iniziare a lavorare prima delle 10 sono responsabili di gran parte dello stress fisico ed emotivo dei dipendenti, che sfocia spesso in problemi di salute e quindi in un aumento del numero dei giorni di malattia.
Dall’altra parte, una società che viene deprivata dal sonno è la stessa che consuma una quantità eccessiva di caffè al giorno, per evitare di crollare sulla tastiera del computer.
E’ noto che la mancanza di sonno possa avere un forte impatto negativo sulla salute. Anche una sola settimana senza un riposo notturno rigenerante di 6 ore per notte potrebbe innescare 711 cambiamenti nella funzionalità genetica. Inoltre, dormire poco influisce sull’attenzione, sulla prestazione, sulla memoria a lungo termine e incoraggia l’utilizzo, oltre che di caffè, di altre sostanze stimolanti. Se tutto ciò non fosse sufficiente, una persona rischia di esaurirsi e di sperimentare ansia, frustrazione e rabbia, di avere un comportamento impulsivo, di aumentare di peso e di vedere abbassate le sue difese immunitarie.
Alcuni neuro-scienziati sostengono che gli adolescenti siano biologicamente predisposti ad andare a dormire intorno a mezzanotte e che per questa ragione non sono in grado di essere completamente svegli e operativi prima delle 10.
Il problema coinvolge la società su scala internazionale: è una questione che riguarda tutti e che crea sofferenza là dove non è affatto necessario. Secondo Kelley basterebbe dunque cambiare la tipica programmazione della giornata, per migliorare la qualità della vita di intere generazioni di persone.
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Articolo di Monica Vadi per generazionebio.com
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