Per oltre 2000 anni, il fungo Reishi, noto in latino come Ganoderma Lucidum e in cinese come Linghzi, è stato venerato come uno dei tonici più ricercati e potenti della medicina tradizionale, caratteristica che lo rende uno dei più antichi funghi noti ad uso terapeutico.
Leggendo le descrizioni più poetiche ed entusiasmanti di questo fungo così raro – è capitato che venisse raccolto fino quasi ad estinguersi, talvolta – che si sono accumulate nei secoli, si ha l’impressione che il Reishi sia la cosiddetta fonte dell’eterna giovinezza. Andando oltre l’iperbole, è impressionante come si sommino le prove scientifiche che convalidano la maggior parte di queste affermazioni leggendarie.
A dire il vero, il Reishi è il rimedio naturale più studiato in tutto il pianeta. Per questo cresce il numero di medici che lo affianca o addirittura lo sostituisce ai farmaci classici nel trattamento di malattie autoimmuni complesse, come – per citarne solo alcune – cancro, AIDS, epatite. Queste proprietà sono però solo la punta di un iceberg rispetto a tutto ciò che questo fungo può offrire.
Se è vero che si tratta di un fungo particolarmente vantaggioso per i malati, cosa che si può dedurre anche dagli antichi testi medici, sin da allora era forse ancora meglio conosciuto per essere un’erba tonica, ovvero un rimedio da assumere ogni giorno per il mantenimento di una salute radiosa e della vitalità. Tra le 50 erbe toniche riconosciute dalla medicina tradizionale cinese, il Reishi è il più sacro di tutte e si è guadagnato l’etichetta di fungo dell’immortalità e dalla carica spirituale.
Questo probabilmente perché molti monaci e taoisti a lungo hanno sostenuto che il Reishi fosse un potente tonico dello Shen, ovvero un’erba che nutre lo spirito.
Il Reishi ha da sempre mostrato la sua proprietà di rilassare profondamente il sistema nervoso, di calmare la mente e indurre uno stato di attenzione tranquilla, per il quale è stato a lungo apprezzati dai ricercatori spirituali, dai meditatori e da coloro che cercano una strada per alleviare lo stress della vita quotidiana.
Quando il Reishi è stato scoperto per la prima volta sulla catena del Changbai in Cina, intorno al 396 a.C., diventò subito conosciuto come rimedio antinvecchiamento e questo è stato uno dei suoi primi campi di impiego, da quegli imperatori che perseguivano l’immortalità.
Se per molto tempo questi racconti sono stati respinti, in quanto ritenuti patrimonio del folklore, oggi una ricerca sempre più all’avanguardia sta dimostrando che queste affermazioni corrispondono a realtà.
Secondo degli studi recenti, pubblicati su Neuropharmacology, Bioorganic and Medicinal Chemistry e sul FASEB Journal, il Reishi ha dimostrato misurabili proprietà antiossidanti capaci di allungare l’aspettativa di vita, così come la capacità di stimolare l’attività neuronale nel cervello.
Varietà e qualità del Reishi
La popolarità del Reishi in Asia, insieme al crescente interesse da parte di Stati Uniti ed Europa per il prodotto, hanno portato alla nascita di una quantità di nuovi coltivatori che potessero rispondere alla domanda. Purtroppo questo ha portato a far calare la qualità del prodotto. Per questo è fondamentale tenere d’occhio l’integrità del prodotto e valutare l’onestà del fornitore, quando si procede all’acquisto del prodotto.
Esistono anche diverse varietà di Reishi: le migliori sono quelle rosso e viola, anche se sono più difficili da trovare. Purtroppo, la maggior parte del Reishi sul mercato deriva dal fungo nero, di qualità nettamente inferiore.
Non sempre in questo caso il marchio da agricoltura biologica premia, poiché deriva da coltivazioni. Mentre bisognerebbe puntare ai prodotti selvatici raccolti in modo artigianale, quelli che crescono spontaneamente nel loro habitat naturale. Sono questi a detenere lo Shen maggiore sul mercato.
In medicina si usa per lo più il cosiddetto Duanwood Reishi, nome che si riferisce al tipo di legno dove i funghi vengono coltivati. Sono quelli che noti per la proprietà immunostimolante e che crescono nel mezzo della montagna incontaminata, senza l’utilizzo di prodotti chimici.
Come per qualsiasi nuovo prodotto a base di erbe, si consiglia di assumere il prodotto lentamente, per poi passare per gradi a un dosaggio più elevato, in maniera da avere sempre più familiarità con i suoi effetti su mente e corpo. E’ un rimedio che si può assumere a lungo termine, così da godere di ogni suo beneficio.
Chi sta assumendo dei farmaci dovrà categoricamente consultate il proprio medico o un naturopata qualificato, prima di fare uso del Reishi, per stabilire che non vi siano potenziali interazioni negative.
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Articolo di generazionebio.com
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