Avete presente quella collega che siede accanto alla vostra scrivania, che parla di continuo e a voce alta, che vi interrompe costantemente, che spettegola su chiunque entri in ufficio, che si lamenta senza sosta e che assume sempre il ruolo della martire?
Tutti noi abbiamo incontrato, prima o poi nella vita, qualcuno che rispondesse a queste caratteristiche.
Sembra che nulla e nessuno possa sfuggire a questo vortice di negatività. Queste persone hanno un talento unico: sono in grado di irrompere nel momento più felice di qualcuno e sconvolgerlo in negativo. Si ha spesso la sensazione che addirittura si divertano a farlo.
Se dapprima guardiamo a questi comportamenti, giudicandoli non appropriati e senza approvarli, la continua presenza di questi individui accanto a noi può diventare, a lungo termine, contagiosa. Finiamo per parlare agli altri della negatività di questa persona e ci lamentiamo di lei. Poi cerchiamo in ogni modo di evitarla, ma nonostante tutto non siamo in grado di sfuggire ai suoi influssi negativi. E li portiamo dentro di noi anche quando questa persona non c’è.
Cosa fare, allora, per mantenere una quieta convivenza, che porti a lasciare andare qualsiasi negatività che questa persona porta con sé? La strategia migliore non è tanto quella di evitarla, ma di accettarla.
La presenza di questo genere di persone può essere un’opportunità per cambiare qualcosa dentro di noi e persino intorno a loro.
- Anziché diventare anche noi negativi, possiamo lavorare sulla pazienza. Piuttosto che cercare di sfuggire da queste persone che hanno scelto la negatività, impariamo l’arte della calma e della tolleranza. Ci farà calmare.
- Se manteniamo la calma, possiamo cambiare la prospettiva della situazione. Possiamo vederla in tutta la sua essenza. Anziché concentrarci sull’aspetto negativo, possiamo cercare delle soluzioni positive. Non è poi così difficile: basta provare.
- Guardiamo la situazione dal suo punto di vista e cerchiamo di comprendere perché questa persona ha scelto questo modo di essere, o di parlare. Forse ha solo bisogno di aiuto.
- Dobbiamo chiederci come mai tutto ciò che dice o fa questa persona ci irrita, ci fa arrabbiare e risentire. Siamo noi ad averle permesso di pigiare il nostro tasto dolente.
- Quando una persona non fa che lamentarsi e spettegolare, dimostra di non essere felice. Comprendere questo è importante per cambiare la nostra reazione e trasformare la situazione in qualcosa di più felice per entrambi.
- Anziché immergerci a nostra volta in un sentimento negativo, proviamo ad aiutarla, ad essere gentili con lei, a coltivare l’amore incondizionato e a creare una connessione.
- Bisogna iniziare da noi stessi e poi espandere all’esterno i nostri rinnovati sentimenti.
Quando questa persona arriva, accogliamola con un sorriso, ascoltiamo i suoi racconti, perdonando noi stessi per quei momenti in cui le sue parole diventano eccessive, proprio come facevamo noi prima, parlando di lei.
Ad un certo punto, la negatività non ci toccherà più. Sparirà e ce ne saremo liberati. Saremo più felici, grazie alla gentilezza, alla compassione e all’amore incondizionato che avremo scelto di provare e irradiare intorno a noi.
Il nostro intento non deve essere quello di cambiare l’altra persona. Sarà lei stessa a scegliere di liberarsi dai suoi sentimenti e atteggiamenti negativi. Una volta che impareremo a non farci influenzare, se questo non avverrà non subiremo però nessuna ulteriore influenza negativa.
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Articolo di generazionebio.com
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