Se doveste rimanere bloccati su un’isola deserta con la possibilità di tenere con voi soltanto uno dei vostri oggetti personali, quale scegliereste? La maggior parte delle persone, a questa domanda, oggi risponde che terrebbe con sé un dispositivo elettronico, che sia lo smartphone o il tablet.
Molti non si rendono però conto che, questi dispositivi, possono essere potenzialmente assai dannosi per la salute.
Se da un lato il cellulare è una grandissima invenzione, dall’altra molti temono che un uso eccessivo possa esporre al rischio di sviluppare cancro al cervello. Ad oggi molti studi sono stati valutati e l’opinione generale è che non ci siano ancora prove sufficienti per determinare se le radiazioni del cellulare siano cancerogene o meno.
E’ però possibile che i campi elettromagnetici possano, per alcune persone, essere pericolosi.
Gli scienziati non sono ancora concordi sull’argomento e non sanno confermare se l’elettosensibilità possa essere un disturbo vero e proprio.
Che cos’è l’elettrosensibilità?
L’OMS si è espressa a proposito, definendola come un disturbo caratterizzato da una varietà di sintomi non specifici, che affliggono alcuni individui a fronte di un’esposizione ai campi elettromagnetici. I sintomi più comuni comprendono i seguenti disturbi a livello dermatologico, neurologico e gastrointestinale.
- rossore
- formicolio
- calore
- fatica/stanchezza
- difficoltà di concentrazione
- vertigini
- palpitazioni
- nausea e altri disturbi digestivi
I sintomi sono molto simili a quelli della Sensibilità Chimica Multipla, per questo la scienza non li ha ancora convalidati. Tanto che è stato suggerito di definire il problema come “intolleranza ambientale”.
Nel 1997 è stata condotta una ricerca approfondita sul tema in Svezia, che ha stabilito come nei vari centri medici dove si è fatta l’analisi, almeno 2 individui su un milione soffrono di questa problematica. In verità, uno studio portato avanti attraverso i gruppi di auto aiuto ha rivelato una presenza maggiore, stimando in un 10% della popolazione la percentuale di chi riporta dei sintomi particolarmente gravi.
Nel 2014 è stata pubblicata la ricerca più promettente in merito, sulla rivista Mediators of Inflammation. I ricercatori hanno qui scoperto che non solo si verificano sintomi di carattere psicogeno, ma che a questi si affiancano anche cambiamenti fisiologici clinicamente misurabili.
La causa di questa problematica non è nota. Sugli esseri umani sono stati finora condotti pochissimi esperimenti, specialmente perché diventa davvero difficile isolare le persone che lamentano i sintomi da qualsiasi onda elettromagnetica.
Questo fa sì che anche sbarazzarsi dei dispositivi elettronici sia pressoché inutile, se si considera che ormai qualunque negozio, ristorante e persino ospedale utilizza il Wi-Fi.
L’ideale è comunque utilizzare lo smartphone e il tablet con cautela, in attesa che gli studi e le indagini in corso diano risposte più chiare sul tema.
ISCRIVITI AL NOSTRO CANALE UFFICIALE SU TELEGRAM PER RICEVERE E LEGGERE RAPIDAMENTE TUTTI I NUOVI ARTICOLI
Articolo di generazionebio.com
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Foto di Freepik
Copyright – Se non diversamente specificato, tutti i contenuti di questo sito sono © GenerazioneBio.com/Tutti i diritti riservati – I dettagli per l’utilizzo di materiali di questo sito si possono trovare nelle Note Legali.