Non tutti lo sanno, ma esistono circa 300 varietà di asparagi, di cui solo 20 sono commestibili.
Le varietà più comuni sono di colore verde o vere-violaceo. In alta stagione sono disponibili anche gli asparagi bianchi, che si coltivano sottoterra per inibire lo sviluppo della clorofilla e creare un sapore e una consistenza più delicati.
La raccolta degli asparagi inizia a marzo e prosegue fino a giugno, ma senza dubbio il loro periodo migliore, in cui sono particolarmente gustosi, corrisponde al bimestre aprile-maggio.
Sono ottimi cucinati al vapore, saltati e alla griglia, oppure come ingrediente dell’insalata.
Oltre al loro sapore particolare, gli asparagi offrono moltissime proprietà nutrizionali e sono noti per il loro effetto benefico nella riduzione delle malattie croniche. Alcune ricerche sostengono inoltre che la loro efficacia consista anche nella prevenzione dell’invecchiamento precoce.
L’asparago è noto per le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie, entrambi importanti per contribuire a ridurre malattie croniche come diabete, artrite e invecchiamento precoce.
L’asparago rappresenta un’ottima fonte di folato, vitamina A, vitamina E, vitamina K, vitamina C, selenio, magnesio e zinco. Inoltre, il loro consumo apporta l’introduzione nell’organismo di fibra alimentare di qualità.
Oltre a tutto questo, i carnosi steli verdi degli asparagi contengono un acido composto di zolfo e sono ricchi di glutatione.
Il glutatione è noto come il migliore degli antiossidanti, perché sostiene tutti gli altri, come ad esempio la vitamina C e la vitamina E, nel contrastare i radicali liberi.
L’efficacia del glutatione contro i radicali liberi è nota da tempo, ma ancora la maggioranza delle persone non ne ha sentito parlare. E’ un peccato, se si tiene conto che lo stress ossidativo è una delle cause primarie dell’invecchiamento e della malattia; inoltre, la malattia è spesso causata da diete povere di nutrienti, da ambienti inquinati, da un consumo eccessivo di prodotti farmaceutici, da stress fisico ed emotivo, così come da stress elettromagnetico e radiazioni.
The Lancet, rivista di medicina generale, ha pubblicato una revisione nel 1998 dove chiaramente veniva sottolineata la correlazione tra glutatione e salute.
Lo studio ha misurato la quantità di glutatione presente nel plasma sanguigno di soggetti sani e di soggetti malati di ogni età. Il risultato è stato davvero interessante: più elevati erano i livelli di glutatione, meno danno ossidativo veniva riscontrato e la persona era più sana. Quando i livelli di glutatione erano bassi, si riscontrava un maggiore danno ossidativo e una persona più cagionevole di salute.
La conclusione è stata dunque che l’invecchiamento è associato a una diminuzione di antiossidanti nel plsma e all’aumento del danno ossidativo in persone apparentemente sane.
Un altro studio del 2003, condotto in Italia come il precedente, ha provato a mettere in relazione il glutatione con la disintossicazione, premettendo che una diminuzione di glutatione è legata ad una serie di stati patologici, tra cui cancro, malattie neurodegenerative e cardiovascolari.
La conclusione è stata che il glutatione è un fattore di importanza fondamentale nella protezione degli organismi dalla tossicità e dalla malattia.
A questo punto non bisogna ignorare l’odore caratteristico che assumono le urine dopo avere mangiato gli asparagi. Ne è responsabile lo stesso acido ricco di glutatione, secondo uno studio pubblicato nel 2014. Durante la digestione, l’acido si ripartisce in componenti volatili e dall’odore pungente, che vengono rilasciati dal corpo. Non tutti però sperimentano questo effetto collaterale, probabilmente a causa di un gene che impedisce questo fenomeno.
L’asparago è un membro della famiglia del giglio ed è originario delle regioni del Mediterraneo orientale e dell’Asia Minore, anche se oggi cresce in tutto il mondo. Alcuni indizi storici sostengono che sia stato per la prima volta coltivato in Egitto, dove veniva apprezzato sia per il suo sapore che per le sue proprietà medicinali. La leggenda narra che gli egizi offrissero questo ortaggio pregiato agli dei.
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Articolo di generazionebio.com
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