A volte nella vita capita di fare delle esperienze e di essere sfiorati da alcune conoscenze che mandano in tilt il nostro sistema, facendo fluire una consapevolezza che non avevamo prima. E’ lì che cambia il nostro modo di vedere il mondo e che ci mette su un percorso che, dalla costante malinconia in cui ci sentivamo intrappolati, porta a ricercare una sempre maggiore felicità.
Spesso, questo tipo cambiamento influenza anche il nostro modo di vedere le persone intorno a noi e a sbarazzarci in fretta delle presenze negative e di coloro che amano la lamentela a ogni costo.
La realtà è che questo diventa ad un certo punto un meccanismo di sopravvivenza obbligato. Proprio così, perché unendo le tessere del puzzle che riunisce decine di studi, è possibile affermare che la negatività e le lamentele sono letteralmente in grado di uccidere.
Nel nostro cervello sono presenti delle sinapsi, separate una dall’altra da quello che si definisce spazio sinaptico. Ogni volta che abbiamo un pensiero, una sinapsi rilascia una sostanza chimica attraversando la fessura di un’altra sinapsi, creando così un ponte che viene percorso da un segnale elettrico e che porta, nella sua carica, l’informazione rilevante che corrisponde al nostro pensiero. E’ un meccanismo molto simile a quello che si verifica quando i nervi trasportano agli alluci una sensazione che è stata a tutti gli effetti percepita dal cervello.
Ogni volta che questa carica elettrica si attiva, le sinapsi si fanno sempre più vicine, allo scopo di diminuire la distanza che la carica stessa deve attraversare. Questo è un esempio del microcosmo della nostra evoluzione e della nostra capacità di adattamento. Il cervello ricabla il proprio circuito, cambia fisicamente per facilitare lo scambio tra le sinapsi e velocizzare l’innesco dei pensieri.
La prima prova è quindi che i nostri pensieri rimodellano il nostro cervello, perciò modificano la struttura materiale della realtà. Questo processo avviene di continuo e le sinapsi a cui siamo più legati (che corrispondono ai nostri pensieri più frequenti) finiscono per rappresentare la nostra personalità di base: l’intelligenza, le abilità, le attitudini e i pensieri più facilmente accessibili (e che entrano più di frequente a far parte delle nostre conversazioni).
Per comprendera la logica, occorre pensare a due coppie di persone che lanciano la palla avanti e indietro tra loro. Una coppia si trova a 3 metri di distanza, mentre l’altra a 30 metri. Un partner di ciascuna squadra lancia la palla al rispettivo compagno nello stesso istante e alla medesima velocità. La prima squadra che riceve la palla è quella che detta le nostre decisioni e lo stato della nostra mente.
Quale delle due squadre riceverà per prima la palla? In base alla distanza, al tempo e alla velocità, è semplice: la coppia che si trova a 3 metri di distanza. Capire questo è fondamentale per comprendere anche come funzionano i nostri pensieri. Attraverso la ripetizione del pensiero, noi portiamo le coppie di sinapsi che rappresentano le nostre propensioni sempre più vicine e, ogni volta che ci troveremo a elaborare un pensiero (quindi a tirare la nostra palla metaforica di energia), il pensiero che vince è quello che ha meno distanza da percorrere, ovvero quello dove si sono formati dei ponti più brevi tra le sinapsi.
Questo dovrebbe fare intuire perché la scelta diventa allora semplice, tra pensieri di amore o paura, di accettazione o rimpianto, tra ottimismo e pessimismo.
Una volta compreso questo meccanismo, è facile desiderare di implementare nella nostra vita l’amore e l’accettazione per tutto ciò che fluisce verso di noi, rinunciando al bisogno di controllo. Se è vero che questo concetto appare molto vicino alle filosofie orientali, è chiaro come anche dal punto di vista scientifico tutto questo venga confermato. Più abbiamo reazioni di rabbia e tristezza verso le situazioni della vita, tanto più saremo predisposti a reagire in quel modo in ogni occasione. Quelle sinapsi si avvicineranno sempre di più, generando sempre più spesso tristezza, rimpianto, pessimismo, paura, desiderio, malinconia, depressione, ecc. Allo stesso tempo, sarà sempre più difficile la possibilità di innescare per prime le sinapsi legate ad amore, ottimismo e apprezzamento.
Questo non significa certo che, allenandosi a reagire positivamente, si potrà eliminare qualunque negatività: a volte alcune emozioni sono troppo pesanti e la coppia che cattura la carica chimica sarà quella negativa. Ma, come per i muscoli, se si fa esercizio, ci si ritrova in possesso di una forza innata che farà brillare il mondo in maniera nuova e molto più frequentemente. Anche la salute migliorerà di conseguenza.
I neuroni specchio
Attenzione, però perché questo può non essere sufficiente. Infatti, non soltanto i nostri pensieri possono alterare il cervello e spostare le sinapsi: anche i pensieri di chi ci circonda hanno gli stessi effetti.
Quello che ci separa dai nostri antenati primitivi è la nostra immaginazione, che è la radice di ogni forma di arte. L’immaginazione ci permette di vivere nel passato e nel futuro e di sfuggire al momento presente. Spesso per farlo posso usare i ricordi del passato per prevedere cosa accadrà in futuro. Ovvero: so per esperienza che il fuoco brucia la pelle, perciò eviterò di toccarlo con la mano. E’ un istinto primordiale, che si attua in molte circostanze differenti e che ci permettere di sopravvivere all’intero della nostra complessa società. Questa abilità funziona anche con le emozioni.
Quando vediamo qualcuno che sta vivendo un’emozione (che si tratti di rabbia, tristezza, felicità, ecc.), il nostro cervello sperimenta la medesima emozione, immaginando ciò che l’altra persona sta attraversando. Lo fa attivando le stesse sinapsi, allo scopo di tentare di relazionarsi con l’emozione che stiamo osservando. Questa è fondamentalmente l’empatia.
Ecco perché è fondamentale passare del tempo con persone che tengano alto il nostro umore, perché circondarsi di persone paurose, ciniche e arrabbiate ci stimolerà a diventare tali e quali. Se vogliamo essere felici, dobbiamo frequentare persone felici, per ricablare il nostro cervello verso l’amore e non verso la paura.
La ragione principale è che tutta questa negatività, i rimpianti, l’attaccamento e le lamentele causano tutte quante un livello elevato di stress. Lo stress indebolisce il sistema immunitario, eleva la pressione sanguigna e aumenta il rischio di malattie cardiache, obesità e diabete, oltre ad una pletora di altri disturbi di carattere psicologico.
Il cortisolo, l’ormone dello stress, è il nemico numero uno della salute: gli scienziati sanno bene che elevati livelli di cortisolo interferiscono con l’apprendimento, con la memoria, la funzione immunitaria e con la densità ossea, oltre che influenzare il peso, la pressione sanguigna, il colesterolo e le malattie cardiache. Il cortisolo viene rilasciato dalle ghiandole surrenali, in risposta a condizioni di grande paura e di stress. Livelli elevati cronici di cortisolo rappresentano anche il potenziale innesco per la depressione e possono compromettere l’aspettativa di vita.
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Articolo di generazionebio.com
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