Il mondo scientifico ha una buona notizia per chi ama leggere romanzi.
Sappiamo già che la lettura ha il potere di deliziare, intrigare e far volare l’immaginazione. Ora si può considerare anche un altro vantaggio: la lettura di un romanzo migliora la connettività all’interno del cervello.
Leggere un romanzo apporta benefici che perdurano fino a 5 giorni
I ricercatori della Emory University, sapendo che alcuni libri hanno un’influenza positiva sulle persone e possono cambiare il loro modo di pensare, hanno cercato di verificare se queste alterazioni del pensiero o del punto di vista avessero qualche correlazione con dei cambiamenti fisici nel cervello. Nello studio pubblicato su Brain Connectivity viene svelato che la lettura di un romanzo stimola dei cambiamenti positivi nel cervello, alcuni dei quali possono mantenersi tali per almeno 5 giorni.
Ad un gruppo di 19 volontari è stato chiesto di leggere il thriller Pompei di Robert Harris per 9 giorni consecutivi. I ricercatori hanno utilizzato la risonanza magnetica per analizzare il cervello dei partecipanti prima dello studio, per ottenere una valutazione di base. Il cervello delle persone è stato sottopoto a scansione ogni giorno di lettura e per i 5 giorni successivi al completamento del libro.
Nei giorni in cui i partecipanti leggevano, la risonanza magnetica individuava tre diverse reti all’interno del cervello che manifestavano un aumento significativo in termini di connettività. Due delle aree erano quelle coinvolte nella presa di prospettiva e nella comprensione della storia. I miglioramenti in queste reti diminuivano dopo i 9 giorni di lettura.
Tuttavia, l’aumento di connettività nella terza rete persisteva anche 5 giorni dopo che i partecipanti smettevano di leggere. Questa rete coinvolgeva la corteccia temporale sinistra, area del cervello legata alla comprensione del linguaggio e il solco centrale, una superficie primaria del cervello, legata alla sensazione e al movimento.
Cosa significano questi cambiamenti?
L’autore principale dello studio, Gregory Berns, spiega che i risultati suggeriscono che la lettura di un romanzo può proiettare il lettore nel corpo del protagonista. In altre parole, è come mettersi nei panni di un’altra persona, attivarsi, accendere l’immaginazione e visualizzare dei movimenti. Come quando, ad esempio, pensando al baseball si è in grado di stimolare i neuroni associati all’effettivo atto di giocare a baseball.
Nel discutere questo studio, Psychology Today sostiene che i risultati confermano come le persone dovrebbero essere incoraggiate a leggere di più e a guardare di meno la televisione. La capacità di vivere indirettamente attraverso un romanzo migliora infatti quella che viene chiamata “teoria della mente”, ciò che permette di capire ed empatizzare con il punto di vista di un altro. La lettura di un romanzo, insomma, può migliorare la funzione del cervello in modi diversi.
Naturalmente, è possibile che molti di noi non abbiano alcun bisogno di essere incoraggiati alla lettura. Sono ancora molti gli appassionati lettori in circolazione, coloro che volentieri popolano librerie e biblioteche. Persone che attendono con ansia l’ultimo lavoro del loro autore preferito e che, appena lo reperiscono, riescono a divorarlo in pochi giorni. Questa è sicuramente un’ottima notizia per tutte queste persone. Tutte quelle ore passate nella beatitudine sublime, rapiti da un misterioso omicidio o da qualsiasi altra storia appassionante, da un romanzo romantico, drammatico o storico, effettivamente stanno contribuendo a migliorare la funzionalità del loro cervello.
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Articolo di generazionebio.com
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