E se il nostro stile di vita influenzasse il futuro dei nostri figli, da un punto di vista genetico?
Sappiamo che molti tratti umani, come il peso, l’altezza, la suscettibilità alle malattie, la longevità o l’intelligenza, possono essere in parte ereditate; i ricercatori hanno però finora faticato a identificare la base genetica per cui questo avviene, probabilmente a causa dei limiti che permangono oggi nella nostra comprensione di come funziona la genetica. Oggi l’epigenetica prova a spiegare questo processo e si spinge oltre.
L’epigenetica si basa sulle informazioni contenute nel genoma, oltre a quelle presenti nella sequenza di DNA. La maggior parte degli studi riguarda la modifica chimica (nota come metilazione e acetilazione) del DNA e delle proteine chiamate istoni, che insieme costituiscono il genoma umano.
Questa informazione epigenetica – che determina quali copie dei geni del nostro DNA vengono espresse, o utilizzate – può essere tramandata da una generazione all’altra, durante la riproduzione.
Alcuni ricercatori svizzeri e canadesi hanno dimostrato che il processo epigenetico, se vi sono delle condizioni particolari prima del concepimento, può influenzare lo sviluppo della generazione futura.
Generalmente, si fa riferimento allo stile di vita della donna in gravidanza, quando si affronta questo argomento. Anche la maggior parte degli studi si è concentrata sulle firme epigenetiche trasmesse attraverso la linea materna. Oggi, però, un nuovo indizio è venuto alla luce. Ciò che il padre fa prima della nascita del suo bambino può influenzare tutta la durata della sua vita. Secondo lo studio, condotto da un gruppo di genetisti canadesi e da altri operativi in Quebec – pubblicato sulla rivista Science – lo stile di vita e l’ambiente in cui vive un futuro padre può influenzare la vita dei suoi figli e persino dei suoi nipoti.
Firme epigenetiche
Gli scienziati, esperti di epigenetica, hanno esaminato le firme di DNA lasciate dai padri – non dalle madri, poiché il loro patrimonio genetico influenza solo la metà del genoma del bambino.
Sappiamo già che specifiche firme epigenetiche nello sperma del padre sono state ricondotte al rischio di autismo nei bambini. L’età di un padre quando un bambino viene concepito è stata anche associata a cambiamenti epigenetici nello sperma e alla suscettibilità dei suoi figli a determinate malattie.
Cambiamenti epigenetici sono stati osservati anche nei bambini nati dopo il trattamento di fecondazione in vitro in cui lo sperma del padre era difettoso.
Secondo i ricercatori, il fatto di manipolare il processo epigenetico, durante la produzione di sperma nei topi, influenza lo sviluppo dei loro figli, per generazioni. I genetisti hanno quindi modificato l’attività dell’istone – una componente proteica dei cromosomi – controllando il processo epigenetico (l’istone KDM1A lisina 4 demetilasi). La manipolazione genetica, secondo lo studio, ha influenzato la salute e lo sviluppo della prole dei topi.
Gli studi con i topi dimostrano che la somministrazione di etanolo ai maschi altera le firme epigenetiche nel cervello dei loro figli.
Un programma genetico di aggiornamento
Lo studio non fornisce ancora la prova che qualsiasi condizione genetica umana nota o che una particolare esposizione ambientale possa effettivamente imitare questo effetto indotto artificialmente. Ma i ricercatori suggeriscono che la variazione genetica nei regolatori epigenetici specifici studiati potrebbe produrre effetti simili negli esseri umani. Inoltre, si specifica, una tale variazione può essere causata da diversi fattori ambientali durante la produzione dello sperma: primo fra tutti, lo stile di vita del padre. Questo significa che è possibile prevenire l’insorgenza di difetti o di malattie congenite, adottando uno stile di vita consono.
Aldilà di queste considerazioni, i ricercatori sono interessati alla variazione genetica che viene innescata inconsciamente dal padre e che può influenzare l’evoluzione della specie stessa. Alcune variazioni si rivelano utili per permettere ai discendenti di adattarsi al mondo in cui sono destinati a vivere.
In altre parole, i bambini assimilano l’ambiente metabolico dei loro genitori, che cambiano a monte il loro programma genetico; un processo che si verifica spesso in maniera microscopica, di generazione in generazione, e che funziona come un aggiornamento periodico in maniera da rinnovare costantemente l’eredità epigenetica.
Deve essere fatto ancora molto lavoro per capire come questa nuova scoperta possa essere trasferita alle informazioni relative all’ereditarietà epigenetica umana. Intanto, però, aumenta la nostra conoscenza di come il processo potrebbe funzionare. Questo campo di ricerca è ancora giovane, ma se questi meccanismi si rivelassero rilevanti per l’uomo, le conseguenze potrebbero essere significative. Tratti che si pensava una volta fossero inevitabili potrebbero essere modificabili a monte, comprendendo che ciò che facciamo nella vita può avere implicazioni non solo per la nostra salute, ma anche potenzialmente sulla salute dei nostri figli e anche dei nostri nipoti.
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Articolo di generazionebio.com
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