Intuitivamente noi sappiamo quello che gli scienziati stanno dimostrando, e cioè che la musica aiuta a ricordare, diventare più intelligenti e vivere più a lungo.
Diamo uno sguardo a come la musica può essere utile in questo e a come questa venga usata per riabilitare il cervello e come possa portare a una vita più felice.
La musica nei nostri geni
Tutte le culture hanno dato molta importanza alla musica. Il più vecchio strumento musicale conosciuto è un flauto di 40.000 anni, ricavato da un osso.
La musica è stata universalmente usata per aiutare le persone a tramandare lingua e storie significative di quella stessa cultura. In eredità da questa usanza abbiamo ricevuto l’abitudine di insegnare le filastrocche ai bambini.
Sembra che noi siamo geneticamente programmati per rispondere alla musica. I bambini nel ventre materno reagiscono diversamente a differenti tipi di musica.
I cervelli giovani che vengono esposti alla musica sviluppano più percorsi neurali, cosa che probabilmente porta ad una maggiore intelligenza. Come visto in precedenza, uno studio ha scoperto che ascoltare Mozart ha portato a ottenere punteggi più alti in alcuni test di intelligenza (Effetto Mozart).
Come agisce sul cervello la musica
Ascoltare musica è complicato: è una delle poche attività che richiede l’utilizzo di entrambi gli emisferi cerebrali contemporaneamente.
Il lato destro (quello creativo) risuona con la melodia, l’armonia e la tonalità, mentre il lato sinistro analizza i cambi di frequenza, ritmo ed intensità.
Si potrebbe dire che noi “suoniamo” (o ascoltiamo) la musica e successivamente la musica “suona” noi, portando le nostre emozioni in superficie.
Ascoltare musica può portare a migliorare la concentrazione, la memoria e l’attenzione, così come la proprietà di linguaggio e la coordinazione fisica.
Suonare la musica può considerarsi ancora meglio per lo sviluppo mentale, piuttosto che un semplice ascolto passivo. I bambini che si uniscono in una band o imparano a suonare uno strumento sviluppano ricordi migliori di quelli che non hanno nessun insegnamento a riguardo.
Ascoltare musica mentre si studia migliora i richiami nella memoria in qualsiasi fascia d’età. La musica strumentale funziona ancora meglio perché le parole in una canzone possono competere con le informazioni che si cerca di ricordare.
Albert Einstein attribuiva la sua grande intelligenza allo studio del violino e spesso si affidava alla musica quando aveva bisogno di aiuto per risolvere un problema.
La musica come terapia cerebrale
Esiste un campo molto ampio nell’ambito della musicoterapia. Le vittime di ictus che ascoltano della musica recuperano e migliorano le funzioni verbali più velocemente, rispetto a chi non si espone alla musica in modo regolare. Alcune canzoni possono aiutare a creare nuovi percorsi verbali nel cervello, eludendo così le zone danneggiate.
Un caso eclatante è quello relativo alla congressista Gabby Giffords: dopo aver ricevuto un colpo di pistola alla testa ha dovuto “re-imparare” a parlare. La musicoterapia ha giocato un ruolo importante in questo. Sovrapponendo le parole su melodia e ritmo, la signora Giffords ha potuto ricostruire nuovi percorsi neurali e riguadagnare così la possibilità di parlare.
Anche i malati di Alzheimer o demenza possono ricevere sollievo dalla musica. La musica aiuta a riempire i loro giorni, portando molti di loro al di fuori del loro guscio e riaccendendo i ricordi. Come un paziente ha rivelato in un documentario incentrato su musica e Alzheimer (Alive inside) “la musica mi circonda in un fascio di amore e di sogni”.
Il ballo è spesso associato ad una significativa riduzione del rischio di demenza. Non è chiaro se sia per l’esercizio fisico, la sfida mentale di imparare nuove mosse, o per l’aspetto sociale; forse si tratta dell’effetto sinergico di tutti e tre.
Musica e longevità
Può la musica farci vivere più a lungo? Sembra davvero di sì.
I direttori di orchestra sembrano far parte di un gruppo di persone particolarmente longeve. Ci sono molte teorie sul perché essi abbiano una vita così lunga e spesso possano lavorare ben oltre l’età normale di pensionamento. Il movimento della parte superiore del corpo è un ottimo allenamento cardiovascolare. Questo potrebbe aiutare ad abbassare la pressione sanguigna e pompare più sangue al loro cervello, mantenendo così il loro cuore più forte. Lo stesso, però, potrebbe dirsi per i pugili e gli operatori ecologici, ma questi non risultano essere così longevi.
La grande differenza sta nel fatto che i direttori fanno ciò che amano e passano gran parte del loro tempo circondanti da un muro di suono bellissimo e complesso. Come detto, questo può portare a nuove connessioni neurali e ad una intelligenza più sviluppata. La musica classica può portare le onde cerebrali verso uno stato di meditazione. Gli amanti della musica spesso si addormentano ai concerti perché sono profondamente rilassati, non perché siano annoiati!
Ecco un altro esempio di come una vita in musica possa allungare la vita. Difficile da credere, ma è così.
Dopo anni di fumo, droga, consumo d’alcool e rock’n’roll, Keith Richards e Mick Jagger sono ancora vivi, continuano a suonare e ricordano perfettamente ogni parola delle loro canzoni: non può che essere la musica!
La più anziana “ragazza del coro” del mondo è l’ottantacinquenne Dorothy Dale Kloss. Lei e il resto del cast del “Palm Springs Follies” cantano e ballano (contemporaneamente!) eseguendo 10 spettacoli alla settimana. Tutti gli artisti sono ultra sessantenni. Assistere ad un loro show è una tra le esperienze più ispiranti e divertenti che si possano vivere.
Circondatevi di musica che amate! Cantare, ballare, ascoltare e fare musica possono aggiungere anni alla vostra vita e vita ai vostri anni.
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Articolo di Simone Bresciani per generazionebio.com
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