Il Piccolo Principe è un classico. Un libro amato da milioni di lettori in tutto il mondo, che solo apparentemente si può considerare una favola per bambini. Non a caso, è apprezzato da persone di ogni età, grazie alla pura saggezza che si cela dietro alle innocenti considerazioni del protagonista.
Se è vero che si legge da bambini, è vero anche che Il Piccolo Principe lo portiamo nel nostro cuore anche da adulti e che, da persone adulte, possiamo prendere lo spunto per fare delle riflessioni, vivere l’amore e ritrovare noi stessi.
Proprio così, perché in fondo non è un mistero che Il Piccolo Principe possa essere considerato come una metafora dell’amore. A spiegarcelo è il filosofo David Robert Ord, autore del libro Tutto Quello Che So Sull’Amore L’ho Imparato dal Piccolo Principe.
Ord ci guida, lungo le 166 pagine che compongono il volume, alla scoperta dei simboli che si trovano disseminati in questo classico. Ci racconta come il pilota che è costretto ad un atterraggio di fortuna nel bel mezzo del deserto altro non è che la rappresentazione di ciascuno di noi. Cosa siamo noi, se non persone troppo responsabili, oltremodo serie e chiuse in un’esistenza a cui non apparteniamo, spesso rassegnate a vivere rapporti di convenienza?
Ord ci spiega come la tristezza che permea la nostra esistenza siamo noi per primi a sceglierla. Ce lo dimostra il piccolo principe, che ci racconta di viaggi e incontri straordinari e dell’amore per la bellissima rosa. E’ attraverso tutto questo che ci vuole insegnare a guardare la realtà con uno sguardo diverso, nuovamente puro.
Quello che ci occorre per riconquistare la gioia di vivere è la capacità di meravigliarci, allo scopo di liberarci dai condizionamenti limitanti. Solo così sarà possibile riassaporare i sentimenti nella loro autenticità. Dando voce alla parte più genuina di noi stessi, risveglieremo il bambino che, diventando grandi, abbiamo soffocato, finendo per tingere di grigio la nostra vita.
Nel passaggio dall’infanzia all’età adulta, spesso veniamo privati della nostra parte vitale, impariamo nostro malgrado a frenare il nostro entusiasmo, smettiamo di assecondare la nostra vocazione e replichiamo gli stessi atteggiamenti che abbiamo osservato nei nostri genitori. Di conseguenza, la nostra scintilla vitale si atrofizza e, insieme ad essa, perdiamo anche la purezza dell’attitudine all’amore romantico e alla passione.
Momenti di passione ce ne sono, ma sono spesso vissuti in modo superficiale. Così come i brevi istanti romantici che finiamo per concederci, sopraffatti da una vita quotidiana che non sembra voler lasciare il tempo per qualcosa che riteniamo persino superflua.
Questo libro consente di riaccendere quella scintilla e di smettere di concentrarci solo sulla materialità. Risveglia il gusto della meraviglia, dell’immaginazione, del mistero e della passione. Ma, soprattutto, permette di riavvicinarsi al proprio io e addirittura di ravvivare una relazione sentimentale dove la passione si è spenta. Basta chiedersi se ciò non sia dovuto al fatto che stiamo vivendo solo a metà e che, per questa ragione, abbiamo smesso di essere interessanti, affascinanti e desiderabili.
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Articolo di generazionebio.com
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