La vitamina D è nota come la vitamina del sole ed è necessaria per una moltitudine di funzioni organiche, che la rendono uno dei più importanti nutrienti che il nostro corpo produce.
Questa vitamina fondamentale viene prodotta dopo un sufficiente esposizione ai raggi del sole.
Data l’importanza di questo nutriente per processi chiave come regolazione degli zuccheri nel sangue, supporto della salute delle ossa, salute dell’apparato cardiovascolare e sistema immunitario, è importante esserne provvisti. Purtroppo, oggi la maggior parte di noi spende poco tempo all’aperto e non si espone a sufficienza ai raggi del sole, rendendo la carenza di vitamina D un problema molto diffuso. Inoltre, nei mesi invernali può diventare complicato, in diversi paesi, esporsi per un tempo sufficiente e regolare ai raggi solari, per stimolarne la produzione endogena.
Se è vero che integrare la vitamina D attraverso la dieta non è la soluzione ideale, è altrettanto vero che in casi particolari questa è l’unica via percorribile, specialmente per chi vive in paesi caratterizzati da un clima freddo, durante i mesi autunnali e invernali.
I cibi che forniscono vitamina D sono relativamente rari, ma ce ne sono alcuni molto validi e adatti ad ogni tipo di alimentazione.
Olio di fegato di merluzzo
Spesso utilizzato nei protocolli di guarigione delle carie, questo prodotto costituisce un’ottima fonte di vitamina D naturale e può contribuire a mantenere sani ossa e denti.
Si ritiene che una porzione di questo olio possa aiutare il corpo a produrre molto più del fabbisogno quotidiano di vitamina D, la qual cosa lo rende un complemento particolarmente utile per chi vive nei climi nordici.
Salmone
Considerato una delle migliori fonti di vitamina D, il salmone è particolarmente importante che non sia di allevamento, perché potrebbe essere stato nutrito con mangime OGM. Il pesce selvaggio ha seguito invece, di sicuro, una dieta naturale e inoltre ha assorbito abbondanza di luce pura e non artificiale. Non sorprende, quindi, sapere che il salmone selvaggio pescato offre un apporto di vitamina D di 5 o 6 volte superiore a quello di allevamento.
Sardine
Considerate non molto appetitose da molte persone, questi piccoli pesci rappresentano un’altra ricca fonte di vitamina D. Per essere precisi, le sardine offrono oltre il 43% del fabbisogno di vitamina D a porzione.
Per chi ha scelto di seguire un’alimentazione vegetariana, esistono delle alternative.
Formaggio svizzero
Questo alimento è una valida fonte sia di vitamina D che di vitamina C, che insieme formano un’accoppiata vincente per la salute. Aggiungere una fetta di questo formaggio al panino o grattugiarlo sopra la pasta o includerlo in un’insalata rappresenta un modo rapido per fare incetta di questi nutrienti.
Uova
Un uovo offre circa il 7% della dose di vitamina D giornaliera raccomandata. Naturalmente si consiglia di scegliere uova biologiche di alta qualità – si riconoscono dal colore giallo scuro – che arrivano da galline allevate all’aperto e liberamente da un contadino di fiducia.
Formaggio di capra
Ottima alternativa per chi è intolleranza al latte di mucca. Rifornisce l’organismo di vitamina D, K, A e B, oltre che di proteine. E’ inoltre a basso contenuto di calorie, di grassi, di sodio e di colesterolo.
Qualche opzione anche per chi ha scelto di seguire un’alimentazione vegana.
Funghi
Diverse varietà di funghi rappresentano un’ottima fonte di vitamina D. Si parla di funghi Portobello, di Maitake, Shiitake, Spugnole, ma anche dei funghi champignon bianchi che vengono esposti ai raggi UV del sole durante la loro crescita.
Avvertenza: esiste una vasta scelta di prodotti fortificati di vitamina D sul mercato, come latte, cerali, tofu e soia. Non è consigliabile affidarsi a questi cibi, a causa della difficoltà dell’organismo ad assorbire le vitamine sintetiche.
Chi ritiene di essere carente di vitamina D farà bene a consultare un medico naturopata con cui prendere in considerazione la possibilità di un’integrazione adatta, per un periodo limitato di tempo, per arrivare poi a cambiare alimentazione e stile di vita.
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Articolo di generazionebio.com
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