Il karma è un concetto spirituale che di solito viene applicato dalle religioni orientali. Per alcuni, non è altro che l’azione della legge della compensazione.
Come legge, non rappresenta necessariamente una cosa negativa, ma la necessità di equilibrio in natura. Ci permette di imparare e capire diversi punti di vista, attraverso la sperimentazione di diversi aspetti e prospettive di vita.
Come si fa però a bilanciare la propria vita in un mondo così caotico?
Se si condivide la convinzione comune che siamo tutti Uno e siamo tutti in qualche modo connessi, ci rendiamo conto che le nostre più piccole azioni possono avere una grande cassa di risonanza nella nostra vita, in quella di chi ci sta accanto e in tutto il pianeta.
Come si può, quindi, crescere come individui, aiutando Madre Natura a ridurre la nostra impronta karmica sul nostro pianeta già sovraccarico?
Ci sono molti diversi tipi di karma e stavolta ci concentriamo sul Kriyamana Karma, che corrisponde all’insieme di tutte le nostre azioni (buone o cattive) in questa vita attuale. Si può dire che la nostra impronta karmica è la somma delle azioni quotidiane che possono produrre un’onda e influenzare e sfiorare altre vite. Di conseguenza, se siamo in grado di cambiare e di ridurre la maggior parte del nostro impatto, almeno nei suoi aspetti negativi, sulla situazione presente, molto può essere fatto per il bene comune della Terra.
Chiavi miracolose o soluzioni definitive non ce ne sono, ma esistono alcuni suggerimenti che aiutano a ridurre in modo attivo la propria influenza negativa e consapevolmente contribuire alla compensazione di energia collettiva, non soltanto spiritualmente ma anche fisicamente.
La legge di Lavoisier
Se siamo in grado di capire chiaramente che tutto ciò che ci circonda è energia, compresa la materia, possiamo rifarci al concetto espresso da Lavoiser nella sua legge di conservazione. In una reazione chimica viene mutata la materia, senza tuttavia alternarne la massa. L’obiettivo non deve quindi essere quello di eliminare i residui del karma collettivo, ma quello di “riciclare” il nostro karma globale collettivo per portarlo ad un livello di energia più elevato, rilasciando la negatività attraverso l’alchimia delle intenzioni unita alle azioni.
Trattiamo bene la terra su cui viviamo: essa non ci è stata donata dai nostri padri, ma ci è stata prestata dai nostri figli
(Proverbio Masai)
Noi tutti abbiamo dei bisogni, è innegabile. Ma qual è la vera misura delle nostre esigenze? Sappiamo definire il termine Necessità? Abbiamo veramente bisogno di un coupè rosso fiammante? Sarà questa la garanzia per essere pienamente felici e soddisfatti? Di cosa abbiamo bisogno per essere felici?
Abbastanza sorprendentemente, la gioia non arriva con la completa soddisfazione dei desideri materiali: per trovare la felicità, si dovrebbe iniziare a cercare dentro di noi. Ecco allora alcuni suggerimenti personali per stimolare costantemente la trasmutazione delle energie della Madre Terra.
Ridurre l’eccesso nella vita: semplificare
Occorre guardare al disordine della nostra casa e della nostra vita in modo deciso. Abbiamo davvero bisogno di tutte quelle cose? Non stiamo procurando a noi stessi più lavoro e più stress trattenendo ricordi (quelli non necessariamente positivi) per paura di lasciarci andare? Ecco come affrontare questa cosa. Chiediamoci: ho usato questa cosa negli ultimi sei mesi, la userò nei prossimi sei? Se la risposta è no per entrambe le domande, è ora di lasciare andare.
Suggerimento spirituale: selezionare tutti gli elementi di cui intendiamo sbarazzarci, eliminiamoli con la benedizione del cuore e con l’intenzione di trovare qualcuno che beneficerà con gioia di questi stessi oggetti. Questa è l’intenzione che regala delle buone vibrazioni a chi riceve o acquista ogni elemento.
Mentre così si cancella tutto il disordine nella nostra vita, si crea spazio affinché accada qualcosa di nuovo. Si stanno inviando buone vibrazioni, che corrisponde a seminare la felicità.
Conservazione delle risorse
Quando si parla della conservazione delle risorse, non si parla solo di quelle naturali. In questo ambito è certamente possibile utilizzare energie alternative come quella solare oppure diminuire le emissioni di carbonio riducendo l’uso dell’auto. Ma si può andare oltre e approfondire il nostro impatto sul pianeta.
Una pratica spirituale, ad esempio, ha un enorme influenza perché porta a prendersi degli impegni importanti, come ridurre l’acquisto di cose nuove che non siano realmente necessarie. Questa pratica non include alimenti o la sostituzione di cose necessarie e guaste nella propria quotidianità. Ad esempio: perché non acquistare un’auto usata ma affidabile, piuttosto che rischiare con una nuova per cui facciamo dei debiti? Oppure che dire di un libro usato, al posto dello stesso nuovo ma con un costo superiore del 30-40%?
La conservazione è una pratica che contribuisce a indurre noi stessi a un punto di equilibrio, stabilità, autosufficienza e che saprà domare l’ego. E’ un modo per praticare il distacco da quella che è la filosofia stereotipata che gira intorno al commercio. Facendo questa operazione, si salvano un sacco di risorse utili alla realizzazione di nuovi prodotti. Quando si decelera il tasso di obsolescenza programmata di un bene, quando si riciclano cose non più necessarie, si aiuta Madre Terra ma anche tante piccole comunità e attività fiorenti ad inserirsi in un nuovo paradigma economico. Mai gettare via, ma dare via!
Alchimizzare e trasmutare ciò che non è più necessario
L’alchimia è una filosofia e pratica antica che mira al conseguimento della saggezza suprema, così come dell’immortalità. Si può pensare all’alchimia anche come ad un cammino spirituale utile ad affrontare le energie stagnanti e trasformarle in qualcosa di buono. Ovviamente, il concetto di bene non può essere sempre tradotto in compensazione monetaria, ma può portare gioia, gratificazione, soddisfazione e bellezza.
Ci sono infatti molte cose che possono non servire a noi, ma che potrebbero essere preziose per altre persone. Ad esempio un abito formale che noi non usiamo più potrebbe invece essere utile a qualcuno per un colloquio di lavoro; un cappotto pesante dei figli ormai di una taglia obsoleta, potrebbe portare sollievo a una madre meno fortunata che sarà felice di farlo indossare al proprio bimbo. Ci sono cose nella vita che non hanno prezzo, non solo nelle intenzioni, ma anche nelle azioni. Bisogna sempre valutare se è possibile essere il veicolo di una benedizione per qualcuno.
Una volta compiuto il riciclo, che fare con i soldi ricavati? Si può tenere un contenitore dove apporre il denaro e a fine anno decidere di fare una donazione. Oppure, si possono tenere per sé, ma trasformare quel denaro in semi. L’energia dei soldi investita in semi di fiori, di verdure e altri alberi da piantare è un dono per la Madre Terra. Ma anche per noi stessi, che possiamo godere della bellezza della florida natura e dei frutti che si raccoglieranno.
Praticare il riciclo emotivo
Siamo tutti persone sensibili, spesso sentiamo l’impatto dei sentimenti degli altri nella nostra vita. La loro tristezza e la loro mancanza di speranza, in un modo o nell’altro, interferiscono con noi. Sapere che noi tutti soggiaciamo alla Legge dell’Uno, sapere che se uno viene aiutato tutti saranno guariti, è uno stimolo enorme. Ma come fare per aiutarsi a vicenda?
Se portiamo sollievo e speranza nella vita di qualcuno, stiamo contemporaneamente cooperando per la pulizia collettiva delle anime e delle menti.
Dedicare l’energia di ogni atto casuale di gentilezza all’intenzione di pulire a livello generale le ferite emotive dell’umanità, servirà a rendere più efficace ogni gesto.
Diventare un membro attivo della comunità umana, fa comprendere come tutti siamo responsabili, direttamente o indirettamente, di tutte le sfide collettive che affrontiamo. Il nostro lato oscuro (fatto dalle proiezioni collettive di sentimenti di paura e rifiuto) va guarito e possiamo praticare questa filosofia se scegliamo di essere consapevoli, agire e vivere nel momento presente.
Alcuni suggerimenti personali:
Rifiutarsi di essere parte di atti negativi; rifiutare di essere coinvolti da pettegolezzi o da conversazioni su persone assenti. Praticare la filosofia delle tre scimmie: “Non vedo, non sento, non parlo”.
Includere una preghiera nella propria pratica quotidiana, o una benedizione per colore che non hanno nessuno che si occupi di loro. Noi siamo il risultato dell’interazione di azioni, pensieri e preoccupazioni di molte persone diverse. Non siamo mai soli. Possiamo guarire gli altri con la nostra bontà di cuore e l’energia dell’amore, anche se questi non lo sanno.
Piantare un albero: creare una piccola oasi nel giardino o sul balcone, non importa quanto sia grande, e dedicarla alla crescita del bene, della guarigione, dell’amore o di qualsiasi altra virtù a scelta.
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