Non c’è tempo per il mal di testa: prendiamo una pillola e continuiamo la nostra giornata senza distrazioni.
Potrebbe quasi essere lo spot per un antidolorifico, ma corrisponde alla vita vera: il dolore rappresenta per noi una distrazione e deve essere soppresso ed evitato a tutti i costi. Preferiamo non ascoltare e non reagire a ciò che il corpo sta cercando di comunicarci. Scegliamo la comodità a scapito della salute. Ovviamente, gli antidolorifici sono utili quando il dolore è molto forte. Però ci portano a ignorare il dolore e il suo naturale significato di guarigione che, se ascoltato, può portarci a un risultato migliore nel processo di recupero da esso.
Il dolore è una richiesta di aiuto, che vuole attirare la nostra attenzione verso uno specifico problema. E’ lo strumento che il corpo utilizza per mettere in allerta il cervello di ciò che sta capitando e dove, così da richiamare immediate attenzione e soluzione. Allo stesso tempo, è un segnale affinché la persona sia consapevole di un problema e provi a risolverlo in modo da fare al corpo lo spazio e l’energia necessarie per occuparsene. Bloccare questo segnale significa non solo interrompere questo sistema di comunicazione e non comprendere dove il nostro organismo necessiti un rallentamento, ma spesso significa anche sopprimere la comunicazione al cervello.
La prima cosa istintiva che facciamo quando battiamo il ginocchio, ad esempio, è quella di appoggiare le mani sull’area colpita. Anche un terapista esperto utilizza le mani per curare. Allo stesso tempo, la nostra mente rivolge la sua attenzione alla zona colpita, magari con preoccupazione; poi ci rimproveriamo per la stupidità con cui siamo inciampati o ci arrabbiamo con qualcuno che ha lasciato un pericolo in agguato. La concentrazione verso l’area dolente è utile, ma non la rabbia. Coloro che imparano a concentrarsi sul momento attuale, sul fatto che è la guarigione ciò che serve, può aumentare notevolmente la sua capacità di guarigione naturale. Quando una nave lancia nel cielo un SOS, i soccorritori vanno direttamente verso la nave e le persone a bordo, prima di chiedere cosa sia successo.
Il dolore ci sta dicendo esattamente dove occorre un intervento di aiuto. E ci dirà anche per quanto tempo in base a come di modificherà. Se fossimo più consapevoli del potere della mano che a forma di coppa si appoggia sull’area colpita e sulla forza della nostra mente, sapremmo che abbiamo tutti i mezzi per guarire in modo naturale, alleviando il dolore ed accelerando il processo di rigenerazione senza effetti collaterali.
Qualcuno ha mai avuto il coraggio di entrare con la mente dentro al dolore e di esplorarlo? Più di una volta ci sarà capitato di provare un dolore superficiale e abbiamo provato a distrarci da esso (con o senza farmaci). Se ci prendiamo il tempo di effettuare un’esplorazione, possiamo comprenderne l’origine e capire come l’intero organismo è in grado di rispondere. Ecco dove deve focalizzare la mente: a riconoscere la natura delle zone colpite per comprendere più chiaramente come guarire.
Un fattore importante quando si prova un dolore è la respirazione. I nostri antenati insegnano come trattenere il fiato quando venivano feriti. Lasciarsi invece andare consapevolmente, permettendo al nostro respiro di continuare il suo flusso naturale, sostiene la circolazione del sangue e il rilassamento. Ciò permette al corpo di trasportare il nutrimento e tutti gli altri elementi necessari all’area interessata. Dopo aver esplorato la zona dolente con la mente, dunque, si può anche respirare in essa. In questo modo ci si impegna attivamente nella guarigione e si sostiene il corpo sfiorando la nostra capacità naturale di utilizzare le energie curative.
Una pillola toglie il dolore, ma offre anche una lunga lista di effetti collaterali. Ci sono quelli indicati sulla confezione, ma non sono gli unici. Il corpo rallenta il suo lavoro e non può quindi effettuare tutte le sue funzioni necessarie. La rimozione del dolore ci illude che tutto continui come se nulla fosse, impedendoci di abbandonarci al riposo e ai tempi di recupero necessari. Bisogna anche aggiungere il fatto che gli effetti collaterali dei farmaci possono costituire una distrazione e compromettere il corpo anche in altro modo. Anche perché se il farmaco viene usato regolarmente, l’organismo finirà per richiederne una dose sempre maggiore.
Gli effetti collaterali che derivano invece dall’utilizzo del dolore come di una guida alla guarigione effettiva, non farà che accelerare la ripresa, ampliare la coscienza e comprendere meglio come il corpo funziona. Con la pratica, si affina anche il nostro approccio e aumenta la nostra capacità di auto-guarigione. Con il tempo, il recupero dai piccoli dolori può diventare sempre più veloce, persino più di quando si assumevano i farmaci.
Se tutti adottassimo l’approccio naturale, ridurremmo l’assunzione dei farmaci e vivremmo una vita molto più consapevole di noi stessi e dei nostri reali bisogni, sotto ogni aspetto dell’esistenza.
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