E’ primavera, fioriscono le aiuole e rinverdiscono gli alberi.
Questi organismi, capaci di accendere le nostre giornate con i loro sgargianti colori, sono così intelligenti da saper prendere decisioni complesse. Un nuovo studio dimostra che le piante sono in grado di avviare un meccanismo di sopravvivenza per abortire i solo stessi semi allo scopo di prevenire le infestazioni da parassiti.
Era stato in precedenza dimostrato che le piante sfruttano altre piante come fonte alternativa di energia. Le piante si influenzano reciprocamente in molti modi e comunicano attraverso oscillazioni nanomeccaniche o vibrazioni su piccola scala atomica o molecolare, in maniera molto vicina a quella che può essere considerata una comunicazione telepatica.
Le piante mostrano un’intelligenza superiore, e una capacità intrinseca di elaborare le informazioni da diversi tipi di stimoli, che consente loro di prendere decisioni ottimali sulle attività future in un dato ambiente.
Stefano Mancuso del Laboratorio Internazionale di Neurobiologia delle Piante all’Università di Firenze, insieme ai suoi colleghi, ha iniziato ad applicare rigorose regole per studiare l’udito delle piante. I risultati preliminari indicano che le radici di mais crescono verso determinate frequenze di vibrazione. Quello che sorprende ancora di più è la scoperta che le radici stesse possono emettere onde sonore. Per il momento, però, non si ha idea di come una pianta produca i segnali sonori, per non parlare di come poterli rilevare.
Gli scienziati dell’Helmholtz Center for Environment Research e l’Università di Gottingen hanno dimostrato grazie alle loro indagini come il Crespino, noto come Berberis Vulgaris, sia in grado di espellere i propri semi per prevenire le infestazioni da parte dei parassiti.
I risultati, come riportato in un comunicato stampa, sono la prima prova ecologica del comportamento complesso delle piante. Ciò indica che questa specie possiede una memoria strutturale, in grado di distinguere le condizioni interne ed esterne, nonché di anticipare rischi futuri.
Il Crespino è una specie di arbusto distribuito in tutta Europa. Proviene dalla specie Mahonia Aquifolium, originaria del Nord America e sempre più diffusa negli ultimi anni nel nostro continente.
Nel corso dello studio, gli scienziati hanno esaminato da vicino moltissimo semi del Crespino. Circa 2000 bacche sono state raccolte in regioni diverse della Germania, esaminati e tagliati per rilevare qualsiasi eventuale infestazione da larve della frutta. Il Rhagoletis Meigenii è un parassita che perfora le bacche per deporre le uova al loro interno. Se la larva è in grado di svilupparsi, spesso si nutre dei semi stessi della bacca. Una caratteristica peculiare del Crespino è che ogni bacca è di solito dotata di due semi, al fine di risparmiare le risorse. Questo meccanismo viene sfruttato anche come forma di difesa dalla mosca della frutta. Se un seme è infestato dal parassita, la larva in via di sviluppo finirà per nutrirsi di entrambi i semi. Al contrario, se la pianta stessa espelle il secondo seme, il parassita morirà e il seme si sarà salvato.
Analizzando i semi, gli scienziati si sono imbattuti in una scoperta sorprendente: i semi dei frutti infestati non vengono sempre espulsi, dipende da quanti semi ci sono in tutto nel bosco. Questo non può che significare che le piante sono in grado di comunicare e di trasmettere delle informazioni, allo scopo di sopravvivere. Come queste informazioni vengano elaborate non è ancora chiaro, ma di sicuro è stato scoperto che è un comportamento complesso che si sviluppa nel corso dell’evoluzione della pianta. Essendo il rischio molto alto, in Europa, di essere infestata dalla mosca della frutta, la pianta una volta giunta qui ha sviluppato questa strategia di difesa che manca agli stessi esemplari presenti negli Stati Uniti.
Queste nuove conoscenze gettano nuova luce sulle capacità sottovalutate delle piante, ma allo stesso tempo aprono a nuove domande su come tutto questo possa verificarsi.
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Articolo di generazionebio.com
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