Molte lune fa, il ciclo mestruale femminile veniva celebrato come una dono della fertilità e della femminilità.
Il nostro ciclo, difatti, si allinea naturalmente con il crescere e il calare della Luna. La perdita di sangue mestruale era considerato un momento speciale, da dedicare al riposo, alla purificazione e al mantenimento della giovinezza.
Varie culture, tra cui i Nativi Americani, gli Aborigeni, i Druidi e gli Africani, considerava una donna nel periodo delle mestruazioni come un essere incredibilmente sacro e benedetto, che aveva il dono di guarire, proteggere e connettersi con i regni superiori della consapevolezza. Alcune culture ancora oggi onorano questo momento, anche se per la maggior parte della popolazione gran parte della conoscenza è stata soppressa, distorta o addirittura sepolta sotto le sabbie del tempo.
Durante questa fase, la donna è dotata di un enorme potere legato al femminile divino, quindi non c’è da meravigliarsi se la nostra società ancora fortemente patriarcale abbia un grosso timore di tutto ciò.
Molto tempo fa, madri, zie e nonne tramandavano la conoscenza e la comprensione di questo ciclo sacro. Lo scopo era quello di condividerne il significato, ma non solo. Le donne sapevano gioire di quel momento di bellezza e conoscenza speciali e dell’abbraccio di quelle energie divine. Purtroppo, però, oggi, a fronte della nostra finta apertura mentale, tutto questo si è trasformato in un argomento proibito.
Capita spesso che le mamme non parlino nemmeno alle loro figlie; questo per molte adolescenti comporta una sorta di shock, alla comparsa del menarca. Il ciclo è qualcosa da nascondere, che crea imbarazzo, di cui è meglio tacere e che va tenuto sotto controllo quando occorre partecipare ad attività sportive.
Il mondo di oggi non offre alle donne né il tempo né lo spazio per onorare il ciclo. Se si assentano dal lavoro, sono considerate deboli; se si prendono del tempo per riposare, sono spesso viste come pigre e svogliate di fronte a una mole di lavoro in continua crescita. Il disagio che comporta a mente, corpo e spirito il fatto di non onorare il ciclo, è immenso. Si genera una pletora di problemi ormonali, con un risvolto sia fisico che emotivo, che non dovrebbero nemmeno esistere. Ciò che ha portato a tutti i disturbi correlati al ciclo è stato proprio il fatto di trascurare la sacralità del periodo. Abbiamo ignorato il flusso divino dell’Universo.
Esistono ancora alcune tradizioni che rispettano e onorano questo periodo come un dono, che creano uno spazio sacro per le donne in modo che queste possano riposare. Le donne sono esentate da qualsiasi lavoro e possono trascorrere del tempo da sole – o con altre donne – in pace e tranquillità, in un ambiente sicuro, protettivo e privo di energie negative. Questo periodo viene sfruttato per riflettere e accogliere l’energia vitale universale e per potersi purificare con essa.
Il riposo dovrebbe essere la cosa più naturale del mondo per una donna, durante il suo ciclo. Il divino maschile e femminile sono chiamati e completarsi l’un l’altra, lavorando insieme armoniosamente in una danza sacra votata all’unità. Abbracciando entrambi, nella loro autenticità essenziale all’evoluzione spirituale, quelle culture che ancora onorano questo momento, sono quelle incredibilmente connesse al naturale flusso della natura e sono benedette.
La perdita di sangue associata alle mestruazioni è il simbolo della purificazione da ogni energia negativa accumulata durante le settimane precedenti. E’ l’occasione per lasciare andare ciò che non serve più. E’ un momento per riflettere su cosa siamo pronte a lasciare andare, su cosa siamo pronte a ricevere e per ripensare alle lezioni che abbiamo imparato.
Onorare i giorni del ciclo permette di ritrovare equilibrio e centrare il proprio essere. Significa rimettersi al passo con sé stesse ed evitare di trascorrere tutto il mese successivo fuori sincrono. E’ come se ci venisse offerta l’opportunità, una volta al mese di ritrovare la nostra forza interiore e amare noi stesse abbastanza da onorare questo evento ciclico.
Se non siamo abituate a pensare a noi stesse per prime, dovremmo iniziare a farlo proprio durante il ciclo. Se abbiamo figli, dovremmo farci aiutare da qualcuno, in quei giorni, ad accudirli; se vanno a scuola, dovremmo approfittare del momento in cui siamo sole per coccolarci, rallentare. Se nessuno può aiutarci, si dovrebbe sfruttare al meglio la sera o le ore in cui i bambini sono fuori casa. Non bisognerebbe nemmeno rifletterci troppo sopra, ma iniziare subito. Amare prima di tutto sé stesse: il resto verrà da sé.
Per chi ha un partner, l’ideale è discutere con lui su come ci si sente in questo periodo e provare a trovare insieme una soluzione che sia in grado di farci onorare questo momento. E poi basterà fare ciò che ci piace, che ci faccia stare bene: cantare, danzare, meditare, scrivere poesie, occuparsi delle piante, leggere, fare un bagno, camminare nei boschi. Chi ha bambini potrà portarli con sé in mezzo alla natura. Oppure si potrà semplicemente riposare, non fare nulla: che onore! Del resto, essere delle “super-donne” comporta anche essere vulnerabili e amare sé stesse. La vera forza proviene dalla dolcezza, non certo dall’aggressività o dalla durezza!
Per contribuire all’equilibrio dei sintomi, inoltre, potrà essere utile ricorrere a un’integrazione di vitamine del gruppo B, fare attività fisica leggera che stimolerà le endorfine, meditare e, soprattutto, rallentare: volersi bene, dedicare del tempo a sé stesse, immergersi in una vasca profumata agli oli essenziali.
Un ultimo suggerimento può essere quello di rinominare questo periodo del mese con qualcosa di bello, che lasci cadere qualsiasi associazione negativa con le mestruazioni. Molte donne scelgono le parole “Fase della Luna”, in onore alla natura ciclica di questo periodo e nel rispetto delle energie introspettive della Luna. Quindi, onoriamo questo periodo sacro e lasciamo che la nostra magica energia possa ispirare chi ci circonda.
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Articolo di generazionebio.com
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