La medicina energetica include una serie di tecniche di guarigione dove si sfrutta l’energia del guaritore o altri strumenti allo scopo di riportare in equilibrio la salute del paziente. Nella maggior parte dei casi, questo tipo di approccio non prevede alcun contatto fisico ed è pensato allo scopo di lavorare attraverso il sistema del campo umano (elettrico, sonoro, elettromagnetico, ecc.). Il Reiki è un esempio di medicina energetica. La maggior parte dei professionisti che la praticano lavora autonomamente o presso strutture private.
Recentemente, una ricerca condotta presso il Lutheran Medical Centre di Brooklyn ha cercato di capire se queste tecniche possano essere incluse tra le offerte terapeutiche di una struttura ospedaliera. L’idea è venuta dal fatto che è in crescita il numero di infermiere che si sono addestrate per praticare il Reiki e altre terapie energetiche, e che sporadicamente queste tecniche vengono offerte ad alcuni pazienti che lo necessitano. Al momento, però, sono pochi gli ospedali tradizionali che offrono questa alternativa ufficialmente e su base regolare, magari per quei pazienti affetti da dolore cronico o da condizioni che non reagiscono alla medicina tradizionale.
Lo studio ha dimostrto che molti di questi pazienti potrebbero trarre beneficio dalla medicina energetica, se questa fosse sempre disponibile. E’ stato anche messo in rilievo come questa sia a tutti gli effetti assai richiesta, dimostrando una praticabilità accettabile da questo punto di vista, ma come si debba eventualmente pensare alla gestione dei costi per sostenere questo programma.
I risultati
- 24 pazienti su 32 hanno riscontrato sollievo dal dolore. Di 50 situazioni di dolore riportate, 5 (pari al 10%) non hanno avuto alcun miglioramento; 4 (l’8%) un lieve miglioramento; 3 (6%) un moderato miglioramento; 38 (76%) un metto miglioramento.
- 21 pazienti presentavano problematiche diverse dal dolore. Su 29 condizioni di salute non dolorose, 3 (il 10%) non hanno registrato alcun miglioramento; 2 (7%) un miglioramento lieve; 1 (4%) un miglioramento moderato; 23 (il 79%) un notevole miglioramento.
I cambiamenti si sono rivelati solitamente immediati, durante le sedute.
Dubbi
Ciò che sembra ostacolare l’utilizzo della medicina energetica nelle strutture ospedaliere, afferma lo studio, non sono le tecniche di guarigione di per sé, ma la modalità a cui ricorrere per renderle disponibili al pubblico. Ad esempio, l’accettazione da parte dei medici e del personale ospedaliero è fondamentale: se c’è ostilità verso questo genere di terapie, queste risultano meno efficaci. Inoltre, altre domande sono rimaste al momento irrisolte:
- che tipo di certificazione deve presentare il terapista?
- come si può controllare il trattamento?
- chi si deve occupare della remunerazione dei professionisti impegnati nella pratica della medicina energetica?
Insomma, i dubbi sembrano avere meno a che fare con la pratica e i suoi risultati, ma con le politiche sanitarie che al momento coinvolgono la medicina energetica e alternativa.
Nonostante questo, bisogna riconoscere che il solo fatto che sia stato condotto uno studio su questo tema, al Lutheran Medical Center, segna un passo avanti importante nel percorso di riconoscimento a livello globale delle discipline olistiche.
Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Alternative and Complementary Medicine e si può consultare qui.
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Articolo di generazionebio.com
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