La società di oggi, basata su un consumismo esasperato, ha intrappolato la maggior parte delle persone in una forma pensiero assai distorta, secondo la quale per ottenere la felicità occorre accumulare oggetti materiali. Più soldi, più vestiti, più tutto. E se invece le cose non fossero proprio così?
Era di Van der Rohe, architetto e designer tedesco – esponente e maestro del Movimento Moderno come Le Corbusier – il celebre motto “Less is More”, che si può tradurre come “meno è più”. Un’espressione presa in prestito da una poesia di Robert Browning, che racchiude in sé diverse sfumature e che, proprio per questa ragione, diventa adattabile alle situazioni più disparate.
Un’espressione che può rappresentare in un certo senso la sintesi dello stile di vita che si conduce all’interno dei monasteri. E’ proprio qui che le due studiose e autrici torinesi Maria Chiara Giorda e Sara Hejazi hanno compiuto un’accurata esplorazione, poi sfociata nella pubblicazione del libro “La Felicità del Meno”.
Dopo essersi chieste se la chiave della felicità, qualcosa di cui tutti sono costantemente alla ricerca, non fosse nel fare di meno, anziché di più, le autrici hanno compiuto uno studio dentro e fuori i monasteri cristiani e buddhisti, ricavando dieci regole per la felicità, applicabili da chiunque, ogni giorno della propria vita.
Si tratta di regole monastiche dettate dal bisogno di prepararsi all’aldilà, che vengono qui lette e riproposte in una chiave moderna e che hanno lo scopo di stimolare il lettore a liberarsi dal superfluo in diverse forme.
L’esistenza dei monaci è un esempio di arte di vivere, lontana dallo stress, dal caos, dalla fretta. Il fatto di vivere fuori dal loro contesto non ci impedisce di farlo secondo alcune regole che vigono nei monasteri e ricercare una vita più semplice e priva di affanni.
Un modo per iniziare è quello, ad esempio, di andare a riscoprire il valore del silenzio. Viviamo immersi nel rumore e siamo ormai assuefatti all’inquinamento acustico delle città, a tal punto che il silenzio ci fa paura. Dovremmo provare a scollegare tutto, almeno per un’ora al giorno. Niente radio, niente tv, niente cellulare. Un modo per riscoprire chi siamo, per concentrarci su quello che avviene intorno a noi e riconnetterci con il Tutto.
Poi si potrebbe iniziare a fare spazio. A casa, in ufficio. Fare pulizia, non solo delle cose superflue, ma anche di quelle persone che sono diventate delle zavorre, che risucchiano le nostre energie costituendo dei veri e proprio blocchi alla nostra felicità. Questo porterà a scoprire come fare ordine all’esterno significhi, automaticamente, fare ordine anche dentro di noi.
Silenzio e spazio: parole che evocano il vuoto. Un vuoto che fa paura e da cui tutti fuggiamo, senza considerare che invece è proprio quel vuoto a definirci, perché è immergendosi in quel vuoto che ritroveremo la connessione con noi stessi, comprendendo i nostri reali desideri e le nostre doti. Cosa che ci porterà anche alla riscoperta del vero senso della bellezza, in tutta la sua travolgente sensibilità. Ci porterà a imparare ad ascoltare, a lavorare – ma non troppo – ma anche a studiare ed esplorare.
Un vero e proprio percorso di trasformazione, quello proposto da questo libro, che farà finalmente comprendere come la felicità sia qualcosa di semplice, racchiusa dapprima dentro di noi e poi riflessa nelle più piccole cose.
![]() | La Felicità del Meno Le dieci regole dei monaci per vivere meglio Maria Chiara Giorda, Sara HejaziCompralo su il Giardino dei Libri |
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Articolo di generazionebio.com
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