Si parla molto di meditazione, ultimamente, specialmente di quella nota come mindfulness. Del resto, i vantaggi di questa pratica sono numerosi: offre presenza mentale, una maggiore consapevolezza delle diverse percezioni fisiche, aiutando anche ad affrontare il dolore. E’ stato dimostrato come la meditazione mindfulness sia in grado di alleviare l’ansia, abbassare la pressione del sangue e migliorare la qualità del sonno.
Molte persone, però, non sono in grado di meditare, spesso semplicemente per mancanza di tempo o perché non lo hanno mai fatto e non sanno da che parte cominciare. Al contrario, sta crescendo la popolazione che si dedica alla corsa, se non ogni giorno, almeno 2 o 3 volte alla settimana, godendo di enormi benefici. La domanda è: può la corsa essere considerata come un valido rimpiazzo della meditazione?
Durante la meditazione, si è consapevoli di ciò che si ha dentro e intorno, nel momento presente. La nostra mente può viaggiare nel tempo, attraversando il futuro e il passato: è una cosa che facciamo costantemente. L’obiettivo della meditazione è quello di avere la mente focalizzata sul qui e ora.
Chi pratica la corsa sa perfettamente come ci si sente durante l’allenamento: vi è un flusso che permette di avere la percezione di ogni movimento e di ogni parte del corpo coinvolto in esso.
La meditazione stimola tra le altre cose a concentrarsi sul respiro, sulla sensazione che si prova quando l’aria riempie i polmoni e quando fuoriesce dalle narici. Quando sorgono dei pensieri durante la pratica, non bisogna ignorarli, ma semplicemente averne consapevolezza e rilasciarli insieme al respiro, tornando poi a concentrarsi di nuovo su di esso. Si sviluppa, in un certo senso, la capacità di dirigere i pensieri e di mettere a fuoco qualcosa di prestabilito.
Vista in questa chiave, la meditazione non è così diversa dalla corsa. Può, anzi, diventare uno strumento da integrare durante l’esecuzione di un allenamento, per migliorare sia l’esperienza che le prestazioni.
Sono molti gli atleti professionisti che ricorrono alla meditazione quando sono in pista, specialmente quando non si sentono particolarmente in forma. Quando sopraggiunge una sensazione negativa, magari accompagnata da un dolore, invece di lasciarsi sopraffare, si concentrano sul respiro.
Basta allenarsi e farlo anche solo per un minuto, le prime volte. Si cominceranno a riconoscere i pensieri, le preoccupazioni, le angosce e si imparerà a riportare il focus sul respiro, così da lasciarli andare.
In fondo è la stessa strategia attraverso la quale un atleta costruisce la propria forza fisica. Si lavora, oltre che sui muscoli delle gambe, anche sul muscolo mentale, aumentando via via il tempo della meditazione durante la corsa.
Se già la corsa può essere considerata una pratica sacra di per sé, grazie a tutti i benefici che comporta, affrontarla in questa maniera regala benefici fisici e psicologici ancora più importanti. L’esecuzione della corsa seguendo questo metodo, va intrinsecamente a collegare mente e corpo e gli effetti neurochimici stimolati dall’allenamento andranno a supportare in modo unico la meditazione.
Questo significa che esiste un rapporto naturale tra corsa e meditazione. Correre può essere un supporto per la meditazione e viceversa. In fondo non è raro incontrare atleti che affermano che la corsa sia la loro meditazione.
Anche se molti obietteranno che la corsa è corsa e che la meditazione è meditazione, che quest’ultima vada praticata restando seduti, in una posizione comoda, è possibile seguire alcuni suggerimenti per coniugare le due cose e trarne enorme giovamento. Provare per credere.
- Impostate il timer dell’orologio o dello smartphone su una corsa di 15-20 minuti, o della durata a cui siete abituati.
- Iniziate a concentrarvi unicamente sul respiro. Quando altri pensieri arrivano ad occupare la mente, riconosceteli e poi lasciateli andare, tornando al respiro.
- Dopo 45-60 secondi di concentrazione ininterrotta sul respiro, spostate la vostra attenzione sui piedi, concentrandovi sulla sensazione che vi da il terreno che calpestate. Ci possono volere alcune corse prima di progredire a questo punto, ma è normale. Se sopraggiunge un pensiero – succederà di sicuro – tornate al respiro e poi lavorate di nuovo per arrivare a concentrarvi sui piedi.
- A questo punto, giocate spostando la vostra attenzione su altri elementi. Siate consapevoli di ciò che c’è dentro e intorno a voi nel momento presente. Ascoltate il battito cardiaco, oppure indirizzate l’attenzione ai suoni della natura, all’energia di una città in movimento, o alla quiete di una mattinata calma.
- Ogni volta che vi sentite sopraffatti dai pensieri al di fuori del qui e ora, tornate a focalizzare sul respiro per rientrare in uno stato più consapevole.
Iniziate gradualmente, per poi espandere la pratica. E’ consigliabile andare a correre in un’area dove potete compiere dei giri, così da poterli rendere un punto di riferimento temporale, senza dover controllare l’orologio.
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Articolo di generazionebio.com
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