E’ uscito un libro, un paio di anni fa circa, che rivela la spiacevole verità che si cela dietro all’utilizzo sempre più massiccio dell’aria condizionata.
Il libro si chiama “Loosing Our Cool: Uncomfortable Truths About Our Air-Conditioned World (and Finding New Ways to Get Through The Summer)“.
L’autore è Stan Cox, uno scienziato e ricercatore che risiede nel Kansas e che fa il punto di come il nostro mondo si sia sviluppato in diverse direzioni insostenibili per l’ambiente e la salute e di come l’aria condizionata sia stata una parte cruciale di questo sviluppo. Cox sottolinea che, da quando i condizionatori di aria sono stati ideati, il fatto di averli poco alla volta modificati, rendendoli energeticamente più efficienti, non ha cambiato il problema di fondo.
Negli ultimi 50 anni, una serie di tecnologie ad alto consumo di energia ha letteralmente cambiato le nostre vite: le automobili, i computer, la televisione, gli aerei. In tutto questo, l’aria condizionata ha fatto un po’ da ronzio di sottofondo. Non è la star dello show, ma è quella che in definitiva ha un ruolo importante nella trama.
A partire dalla metà degli anni 90, l’aria condizionata ha iniziato ad insediarsi, oltre che negli esercizi commerciali e negli uffici, anche nelle abitazioni del mondo occidentale, arrivando con il tempo ad aumentare enormemente il consumo dell’energia elettrica. E’ una cosa che non va assolutamente sottovalutata, perché questo fenomeno contribuisce al rilascio di gas serra e aumenta la probabilità di avere ondate di calore sempre più lunghe ed intense in estate.
Inoltre, il calore rilasciato dalle unità esterne degli impianti di condizionamento, viene intrappolato dall’asfalto, dal cemento e dall’acciaio di cui sono costituite le nostre città, venendo poi rilasciato durante la notte. Ecco perché, se un tempo eravamo abituati a temperature che di notte scendevano, ora spesso queste restano costanti anche quando dormiamo, portandoci a rischiare notti in bianco se non ci muniamo noi stessi di un condizionatore.
L’utilizzo dell’aria condizionata, quindi, innesca un ciclo senza uscita, dove se ne richiede un utilizzo sempre maggiore. Per non parlare di come essa stia erodendo la nostra tolleranza al caldo. Questo sta influenzando anche l’architettura, in un certo senso: non sono rari i casi in cui vengono progettati edifici sulla base dell’utilizzo dell’aria condizionata, con finestre che non si aprono, per evitare la dispersione della temperatura.
Uno degli effetti collaterali dell’aria condizionata che Cox riporta nel suo libro è il contributo all’obesità: le persone passano più tempo al chiuso e i loro corpi non si attivano per regolare la temperatura che cambia naturalmente nel corso dell’anno. Questa almeno è una ipotesi lanciata da un gruppo di ricercatori che ha spiegato la lenta combustione dell’energia di un corpo che si trova a suo agio, senza dover né disperdere o generare calore. Un altro motivo per cui l’aria condizionata può contribuire all’obesità è che le persone tendono a mangiare di più quando la temperatura è fresca. Inoltre, rendendo le case più attraenti in estate, specialmente nelle giornate più afose, diminuisce la probabilità di fare attività fisica all’aria aperta.
Lo scopo del libro non è quello di demonizzare a tutti i costi questo sistema, ma quello di sensibilizzare i lettori ad un utilizzo più saggio dell’aria condizionata, una volta che diventano consapevoli del circolo vizioso che si innesca se tutti la utilizziamo ad ogni ora del giorno e della notte. L’aria condizionata, anche quella dell’automobile, dovrebbe essere usata in casi di estrema emergenza, quando si verificano ondate di calore reali e pericolose per la salute. Questa mancanza di regole e di consapevolezza non fa che aggravare il problema.
Proprio per questo, i ricercatori sono impegnati da tempo nello studio di alternative più sostenibili e e rispettose dell’ambiente.
Fra queste, arriva da Stanford il progetto di uno specchio, capace di respingere il calore verso lo spazio e che potrebbe essere destinato a sostituire le unità di condizionamento di aria. Questo specchio, secondo i ricercatori, potrebbe drasticamente ridurre la quantità di energia utilizzata per controllare la temperatura negli edifici e nei centri commerciali. L’idea sarebbe quella di installare questo specchio sui tetti, in modo da farlo funzionare come un radiatore termico: quando lo specchio si riscalda, cede calore ad una specifica lunghezza d’onda di luce infrarossa, che attraversa facilmente l’atmosfera, finendo nello spazio. Va detto, però, che questo sistema si limita per il momento a impedire che l’edificio si riscaldi al sole, ma non può rimuovere il calore dal suo interno.
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Articolo di generazionebio.com
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