La medicina sostiene da oltre 50 anni che la mente possa guarire il corpo e lo definisce effetto placebo. Quando ai pazienti vengono somministrati, nell’ambito dei trial clinici, niente altro che pillole di zucchero ed iniezioni saline, che questi ritengono essere il nuovo farmaco miracoloso, la loro salute migliora il 18/80% delle volte.
Se è vero che molti sono a conoscenza dell’effetto placebo, apparentemente ancora misterioso, meno persone conoscono il suo gemello cattivo, l’effetto nocebo. Se è vero che una combinazione di convinzioni positive e di cure amorevoli di un bravo terapeuta può attivare i meccanismi naturali di auto-riparazione del corpo che portano alla guarigione, è vero anche il contrario. Le convinzioni negative sulla nostra salute o delle cure da parte di un medico insensibile possono danneggiare il corpo.
Le credenze nocive avvelenano il corpo
Come riportato in un articolo pubblicato su The Lancet, alcuni ricercatori di San Diego hanno esaminato i registri di morte di quasi 30.000 cinesi americani e confrontati con oltre 400.000 persone di razza caucasica scelte casualmente. Ciò che è stato scoperto è che i cinesi americani morivano molto prima del normale, intorno ai 5 anni, se sperimentavano una combinazione di malattia effettiva e anno di nascita che nell’astrologia cinese corrispondeva ad un anno sfortunato.
I ricercatori hanno rilevato che più questi individui erano attaccati alla tradizione e prima morivano. Quando sono stati analizzati i dati, è stato concluso che la riduzione della speranza di vita non poteva essere spiegata da fattori genetici, da scelte di vita, dai comportamenti dei pazienti, dall’abilità dei medici o da qualsiasi altra variabile.
Perché i cinesi-americani muoiono prima?
I ricercatori hanno concluso che questi individui sono morti precocemente non a causa dei loro geni, ma a causa delle loro credenze. Credevano di dover morire giovani perché lo avevano predetto le stelle. E le loro convinzioni negative si sono manifestate con una vita più breve.
Non sono sono i cinesi americani ad essere vittime dei timori per la salute. Uno studio ha mostrato che il 79% degli studenti in Medicina riferisce di sviluppare i sintomi delle malattie che stanno studiando. Perché diventano paranoici e pensano che si ammaleranno e il loro corpo conferma questo pensiero.
Possiamo immaginarci malati
Che si tratti di un cinese americano, di uno studente di medicina o di Angelina Jolie, tutti possiamo essere sfiorati da una prognosi sfavorevole o ad alto rischio di malattia o di morte. Vale anche per chi in maniera inconscia è stato programmato sin da piccolo da convinzioni limitanti, come “sono debole di salute”, “sono malaticcio” oppure “nella mia famiglia sono numerosi i casi di cancro”. Tutti questi pensieri puntano l’attenzione sulla malattia e questo predispone ad essa. Addirittura delle conoscenze eccessive su ciò che può far male al corpo possono effettivamente portare a stare male. Quanto più ci si concentra sui modi infiniti in cui il corpo può indebolirsi, più è probabile che ci si troverà ad avere i sintomi fisici.
Se l’effetto placebo dimostra il potere del pensiero positivo, dell’aspettativa, della speranza, della cura e del nutrimento, l’effetto nocebo dimostra gli effetti fisiologici della credenza negativa, della paura e dell’ansia e di quella che Martin Seligman ha definito l’impotenza appresa. Queste emozioni negative innescano l’amigdala nel cervello limbico, così che questa invii un arme rosso, che attiva la risposta attacco o fuga allo stress. Quando il sistema nervoso si trova in questa condizione, i meccanismi di auto-riparazione del corpo non funzionano correttamente e il corpo è predisposto alle malattie. Tutto solo perché si pensa di essere malati.
Quanto tempo credi che vivrai?
La buona notizia è che cambiando i nostri pensieri, possiamo cambiare anche la nostra salute. Becca Levy ha studiato come le nostre convinzioni sulla longevità influenzano l’effettiva durata della nostra vita. Cosa ha scoperto? Che le persone che vivono più a lungo sono quelle che credevano che la loro vita sarebbe stata lunga.
Naturalmente il pensiero positivo non è l’unico fattore. Gli incidenti accadono, i fattori di rischio genetici possono influenzare la salute e anche alle persone positive capitano cose brutte. Ma gli studi mostrano che anche se queste cose non si possono impedire, ciò in cui crediamo, soprattutto quello che temiamo, ha la tendenza a manifestarsi nella realtà, perché le convinzioni negative riempiono il nostro corpo di sostanze nocive come cortisolo e adrenalina, mentre le credenze positive rilassano il nostro sistema nervoso e permettono al nostro corpo di guarire.
Siamo i padroni della nostra mente
Nessuno prenderebbe una pillola da una confezione che riporta il simbolo del teschio e delle ossa incrociate su di esso. Ogni volta che si hanno pensieri negativi sulla propria salute, si avvelena potenzialmente l’organismo con gli ormoni dello stress, che disattivano i meccanismi naturali di auto-riparazione. Ciascuno di noi è il padrone della propria mente ed è responsabile della protezione dei propri pensieri.
Allora quali pensieri è meglio decidere di far entrare dentro di noi? Positivi o negativi?
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Articolo di generazionebio.com
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