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CIBO DA FAST FOOD: TRA VIOLENZA E DEPRESSIONE

di Generazione Bio 11 Aprile 2013
di Generazione Bio 11 Aprile 2013
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eat-healthy-fast-foodNon siamo abituati a tenerlo in considerazione, ma la qualità del cibo che consumiamo ha un effetto diretto sul nostro stato d’animo e spesso può anche modificare drasticamente il comportamento.

Questo è ciò che risulta da uno studio condotto a Oxford, nel Regno Unito, che ha rivelato come il consumo di cibo spazzatura e raffinato possa portare ad aggressività, irritabilità e spesso a tendenze violente.

Secondo il Dr. Drew Ramsey, che ha condotto lo studio, la carenza di nutrienti è una delle cause principali delle anomalie comportamentali. Questo perché senza le sostanze nutrienti adeguate il corpo non riesce a produrre gli ormoni necessari alla lucidità del pensiero e a uno stato d’animo felice, cosa che a sua volta può portare a comportamenti irrazionali e persino pericolosi.

Per confermare queste affermazioni, il dottor Ramsey ha deciso di studiare come la dieta influenza l’umore e il comportamento all’interno di un gruppo di detenuti. Egli ha somministrato degli integratori vitaminici ad alcuni detenuti e ha confrontato i loro comportamenti e modelli di pensiero rispetto a quelli di detenuti che erano soliti mangiare cibi spazzatura.

Dopo l’analisi è stato stabilito che i detenuti che hanno assunto integratori di vitamine erano molto meno aggressivi e arrabbiati degli altri. Questi risultati indicano, quindi, che la carenza di nutrienti, condizione sempre più comune nel mondo odierno, è direttamente correlata a un comportamento irregolare e violento.

Bassi livelli di sostanze nutritive, di magnesio o manganese, di vitamina C o di vitamine del gruppo B possono rendere una persona iperattiva e portarla a reagire eccessivamente di fronte a un fattore di stress. A fronte di questo studio, molte persone si sono rese conto di quanto davvero la dieta influenzi lo stato d’animo e sia capace, quando ricca di cibi spazzatura, di tirare fuori il peggio di un individuo, dai suoi pensieri fino alla percezione del mondo che lo circonda.

Anche il Penn State ha di recente pubblicato uno studio simile, dopo aver constatato come le persone già soggette a balzi d’umore abbiano ancora più probabilità di peggiorare il loro stato d’animo dopo aver mangiato cibo spazzatura. E’ come se quest’ultimo agisse da amplificatore.

Tagliare alimenti zuccherati come cioccolato, dolci e bevande può prevenire gli sbalzi d’umore. Basta sostituirli con alimenti dotati di un indice glicemico più basso: questi vengono digeriti più lentamente, evitando sbalzi di zucchero nel sangue.

Come si può immaginare, nemmeno le bibite, specialmente quelle dietetiche sono esenti da problemi simili. Queste possono infatti aumentare significativamente il rischio di depressione.

Tra il 1995 e il 1996, alcuni ricercatori hanno esaminato 263.925 persone tra i 50 e i 71 anni, consumatori abituali di bevande. Dieci anni più tardi a queste stesse persone è stato chiesto se qualcuno avesse ricevuto una diagnosi di depressione a partire dal 2000.

I ricercatori hanno scoperto che le persone che bevevano più lattine o bicchieri al giorno di bevande gassate avevano un rischio del 30% più elevato di sviluppare la depressione, rispetto a coloro che non ne facevano uso. Il dato significativo è che chi abitualmente assumeva bevande dietetiche aveva un rischio del 31%, mentre per coloro che consumavano bibite zuccherate scendeva al 22%.

Alla stessa maniera il rischio di depressione si è attestata al 38% in più negli individui che bevevano 4 o più bicchieri di succo di frutta al giorno, rispetto a chi non ne faceva uso. Una percentuale che saliva fino al 51% per coloro che optavano per succhi senza zucchero. Questo perché se già lo zucchero è responsabile del problema, quando viene sostituito dall’aspartame peggiora la situazione. L’aspartame è una neuro-tossina, che agisce sull’organismo in maniera significativamente dannosa, coinvolgendo in primis lo stato d’animo.

Questo giustificherebbe la sempre maggiore diffusione di comportamenti violenti e stati depressivi tra la popolazione. Secondo Euromonitor International, gli Stati Uniti hanno il più alto consumo pro capite di bibite in tutto il mondo, con ogni persona che consuma una media di 170 litri l’anno. Il Messico è al secondo posto, con un consumo pro capite di 146 litri ed è seguita da Cile, Argentina e Uruguay. Le tre prima nazioni europee per il consumo sono Belgio, Norvegia e Irlanda.

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Articolo di generazionebio.com
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