Una delle più grandi preoccupazioni per la salute, nonché quella di cui si parla di meno, è quella legata al dolore.
Un’alta percentuale della popolazione soffre di qualche genere di dolore cronico; molto più alta di quella relativa a coloro che sono affetti da cancro, da diabete o da obesità, tanto per intenderci. Nonostante il problema sia diffuso su larga scala, difficilmente si riesce a trovare un rimedio davvero efficace al dolore cronico, che permetta alla qualità della vita di tornare a livelli accettabili.
Uno studio condotto negli Stati Uniti ha dimostrato che l’80% dei malati cronici di mal di schiena non ha alcun danno fisico che possa essere diagnosticato al fine di giustificare il dolore. Molte altre forme di dolore hanno delle caratteristiche molto simili. Quindi, se non ci sono danni fisici, perché c’è il dolore?
Una teoria diffusa è che il dolore sia psicosomatico, ovvero causato o aggravato da un fattore mentale, come un conflitto interiore, o dallo stress e dalla relativa interazione della mente con il corpo. A questo bisognerebbe poi aggiungere il lato spirituale, considerato che da un punto di vista olistico tutte le malattie sono di natura spirituale e siamo poi noi a trasportarle sul lato mentale-emotivo. Questo, a sua volta, influenza le onde cerebrali e di conseguenza il sistema endocrino ormonale, per dare vita a successive reazioni a cascata. Il tutto si conclude con la manifestazione di un sintomo nella realtà fisica.
Un’altra teoria è che il dolore sia causato dalla mancanza del libero fluire dell’energia e quindi al blocco delle informazioni biochimiche che garantiscono una corretta funzionalità dell’organismo nel suo insieme. Il dottor Reinhold Voll, medico tedesco e pioniere nella moderna medicina olistica, sostiene che il dolore sia il grido di allarme di un tessuto, che chiede che l’energia fluisca in quell’area e, insieme ad essa, le informazioni. Per farla semplice, per ogni dolore, c’è una ragione nel profondo della coscienza.
Alcune ricerche condotte dal dottor Fritz-Albert Popp, uno dei leader degli studi in campo biofisico, hanno rivelato che un infrarosso a 950 nanometri è in grado di penetrare nel nucleo della cellula e fornire maggiore energia. Questo è significativo, perché il nucleo controlla tutte le funzioni metaboliche della cellula e contiene le informazioni del Dna. Potrebbe essere questa la risposta per quell’elevata percentuale di persone che soffre di dolore senza conoscerne la causa, né trovare rimedio? E’ probabile, così come è stato confermato anche dallo studio condotto presso una clinica del dolore a Herne, in Germania, guidato dal dottor Kurt Saupp. Lo studio ha dimostrato come un infrarosso a 950 nm applicato attraverso i principi terapeutici dell’Esogetica, abbia apportato per il 70% dei pazienti un sollievo sostanziale dal loro dolore.
Cosa ne è del restante 30%?
E’ bene chiederselo, per tentare di risalire alle probabili cause insite nella coscienza.
Se così fosse, vale la pena accennare alla teoria relativa alle idee di conflitto e stress, di percorso di vita e di karma (dove per karma si intende semplicemente Azione=Causa, Effetto, Conseguenza).
Questa teoria, che certamente si lega alle due precedenti, parla del dolore come di un segnale che ci avverte che stiamo deviando dal nostro percorso di vita e, soprattutto, che intende darci gli indizi utili a capire come tornare sul nostro cammino.
Alcuni esempi: il dolore alle ginocchia parla in generale della paura e potrebbe volerci dire che abbiamo timore di fare un passo avanti nella vita. Il dolore sulla parte esterna delle caviglie potrebbe parlare di un’aggressione che stiamo perpetrando contro noi stessi nell’ambito delle nostre scelte e, a sua volta, che il cammino che stiamo portando avanti è doloroso. I fianchi ci danno un segnale che non stiamo più reagendo rispetto al nostro percorso di vita e che dobbiamo tornare ad avere un ruolo attivo. La parte posteriore delle spalle suggerisce un peso che non eravamo destinati a portare, mentre i gomiti segnalano che non stiamo dando a noi stessi abbastanza spazio. Il mal di schiena segnala aggressività verso il padre o il proprio lato maschile, mentre il collo riferisce un pensiero inflessibile e aggressività verso la madre o il lato femminile. La mascella segnala un trauma infantile profondo, o lo stress procurato da un conflitto che non si è in grado di lasciare andare, come se si stesse ancora masticando per poi poterlo mandare giù. Un dolore in corrispondenza della prima vertebra cervicale, alla base del cranio, indica che non siamo in grado di vedere la luce o la via da percorrere.
Tutto questo regala un grande fascino alla sfera del dolore, che va reinterpretata quindi in chiave più profonda, alla ricerca della sua risoluzione. Il dolore ha un significato quindi simbolico e spirituale, oltre che fisico. Se così fosse, sarebbe molto più facilmente spiegabile il motivo per cui quasi mai le terapie strettamente fisiche e localizzate hanno una reale efficacia a lungo termine, lasciando una così ampia popolazione sofferente e disorientata.
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Traduzione di generazionebio.com
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