Per molti di noi scegliere un metodo naturale di guarigione è la norma.
Trattamenti indicati come alternativi dovrebbero la prima opzione quando ci sentiamo male o come misura preventiva. Per i medici tradizionali, tuttavia, questi trattamenti sono normalmente visti come l’ultima risorsa. La buona notizia è che ultimamente, sembra che le prescrizioni di tali trattamenti sono in costante aumento.
Secondo uno studio condotto dalla Harvard Medical School, i professionisti della salute di scuola tradizionale stanno iniziando a vedere i pazienti come un’unità di mente e corpo, consigliando quindi trattamenti olistici quando l’approccio convenzionale fallisce. Dopo avere provato tutto il resto, insomma, danno una possibilità anche alla medicina naturale.
I ricercatori hanno intervistato 23 mila famiglie e hanno scoperto che il 38% di esse ricorre alla medicina complementare e alternativa e il 3% di esse lo fa su consiglio del medico. Coloro che sono stati indirizzati dal medico sono frequentemente consumatori di farmaci tradizionali e decisamente più malati.
E’ interessante notare che, se si confrontano i dati con un altro studio recente, le informazioni indicano che i medici sono molto più propensi a usare loro stessi i metodi alternativi, piuttosto che consigliarli ai loro pazienti.
Normalmente, se ci si rivolge al medico lamentando stanchezza, mancanza di motivazione, malessere generale e insonnia, è probabile che si tornerà a casa con la prescrizione di un antidepressivo. Però, se costui ha gli stessi sintomi, cerca altre opzioni. Lo studio è stato condotto da Research Health Services e dimostra come buona parte di medici e infermieri che operano in campo sanitario tradizionale conoscano e apprezzino la medicina alternativa.
Secondo lo studio, il 76% degli operatori usa la medicina alternativa, in particolare le donne e coloro che hanno un livello di istruzione più elevato e redditi maggiori. Le terapie più frequentate sono: agopuntura, ayurveda, biofeedback, chelazione, chiropratica, reiki, meditazione, omeopatia, ipnosi, massaggio, erboristeria, tai chi e molto altro.
¾ degli operatori sanitari sono stati sorpresi a ricorrere alla medicina complementare, rispetto al 63% della popolazione generale. Il motivo non è noto. Forse si può supporre che la ragione risieda nel fatto che i medici non vogliono consigliare i trattamenti alternativi ritenendo che i loro pazienti non li apprezzino? Forse. Dopo tutto, coloro che frequentano uno studio medico vogliono di solito proprio i prodotti venduti tradizionalmente, perché offrono risultati istantanei. Oppure le ragioni potrebbero essere diverse.
Il settore medico è nelle mani di Big Pharma e forse proprio per questo i medici devono restare coerenti con la loro linea di fondo per restare competitivi. Distribuire ricette, si sa, produce profitto.
L’americano medio, ad esempio, di età compresa tra 19 e 64 anni, prende quasi 12 tipi diversi di farmaco da prescrizione ogni anno. Una mole così grande di farmaci non ci sta rendendo più sani, anzi. La speranza di vita sta diminuendo rapidamente, rispetto a molti altri paesi industrializzati.
Lo studio di Harvard indica come la gran parte della popolazione ancora non conosca i benefici della medicina alternativa. Del resto, se i consigli da parte del medico per un’integrazione con i metodi olistici arrivano solo quando tutto il resto è fallito, significa che il lavoro da fare è ancora tanto.
Per curiosità, però, quando ci si rivolge al medico la domanda diventa ora lecita: “Lei ricorre alla medicina alternativa, per curarsi?”.
*fonte naturalsociety.com
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