Se ti piace esprimerti attraverso la pittura, la scrittura o altre forme di arte, sei affetto da una malattia mentale di qualche genere. Lo sostengono gli scienziati: i creativi sono dei malati di mente.
I risultati provengono da uno studio condotto su un campione di circa 1 milione di persone dallo svedese Karolinska Institute.
Gli scrittori hanno mostrato di essere a rischio di disturbi di ansia, di sindrome bipolare, schizofrenia, depressione, abuso di sostanze stupefacenti e sono portati al suicidio.
Ballerini e fotografi hanno mostrato di accusare una forte sindrome bipolare.
Parallelamente, i ricercatori hanno rilevato che i pazienti affetti da schizofrenia, disturbo bipolare, anoressia nervosa e autismo si sono dimostrati più creativi rispetto a individui apparentemente sani.
Questo significa che un’alta percentuale della popolazione è affetta da disturbi mentali, se questa teoria fosse vera. Va naturalmente chiarito che molti dei cosiddetti esperti che dichiarano questo sono sul libro paga dei produttori di farmaci. Perciò, si può presupporre che presto anche la creatività possa essere inserita nell’elenco di malattie fasulle inventate per produrre profitto. Negli Stati Uniti, recentemente, anche le persone timide o eccentriche sono state etichettate come affette da disturbi mentali.
Una volta diagnosticato il problema, il modo per curare la creatività è certamente quella di ricorrere ai farmaci anti-depressivi, quegli stessi che sempre più persone, che poi tentano il suicidio, si trovano ad assumere.
Per avvalorare la tesi, i media che hanno diffuso la notizia hanno fatto i nomi di alcuni tra i più grandi artisti del mondo che si dice abbiano sofferto di malattie mentali, come il pittore Vincent van Gogh, il compositore Ludwig van Beethoven, il matematico John Nash e il drammaturgo Eugene O’ Neill.
Anche la scrittrice Virginia Woolf era affetta da depressione e morì annegata. Di depressione soffriva anche Hans Christian Andersen. Ernest Hemingway, depresso, si suicidò con un fucile da caccia.
Possono, però, questi esempi dare credito a uno studio che appare così sorprendente? Certamente no. Sembra più un modo per tentare di sopprimere la creatività delle persone, trattandole con i farmaci. Una persona creativa è una persona che pensa, spesso fuori dal coro. Una persona che pensa usa la sua testa per ragione. Una persona che ragiona non può essere facilmente sottomessa dal sistema, che ci vuole assoggettati e annebbiati; più simili a zombie che a esseri umani.
Lo studio che minaccia la creatività delle persone è stato pubblicato sul Journal of Psychiatric Research nell’ottobre del 2012.
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Articolo di generazionebio.com
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