Sfortunatamente, negli ultimi anni quello che stiamo subendo è un vero e proprio assalto quotidiano da parte dei metalli pesanti.
In alcuni vaccini sono presenti alluminio e mercurio; il mercurio è presente nel pesce; c’è anche un problema di esposizione al rame, che può influenzare negativamente a livello cerebrale. Siamo assaliti dai metalli pesanti attraverso i farmaci, i prodotti per l’igiene personale, i cosmetici, i prodotti chimici industriali e alcuni prodotti per la salute.
Cosa si può fare quando si sospetta di essere intossicato da metalli pesanti?
E’ bene eseguire anzitutto dei test. Per poter trattare la tossicità dei metalli è necessario determinare i livelli di contaminazione dei tessuti del corpo. Un esame del sangue, da solo, non può mostrare con precisione il livello di tossicità dei metalli. Molti di essi passano infatti molto rapidamente dal sangue ai tessuti, dove possono alloggiare e causare a lungo termine problemi di salute.
- il ferro si deposita nel tessuto del cuore e può causare malattie cardiache
- l’alluminio si deposita nel tessuto cerebrale e può causare morbo di Parkinson o follia clinica
- il mercurio si deposita nel cervello e può causare disturbi dello spettro autistico
- il piombo si deposita nelle ossa e può interferire con la produzione di globuli rossi e di globuli bianchi
Per determinare il livello di avvelenamento da metalli pesanti è bene, oltre all’esame del sangue, procedere con l’analisi dell’urina e del capello.
Una volta appurata la gravità o meno della situazione, occorre procedere con la rimozione dei metalli. Il trattamento più ampiamente accettato è la terapia di chelazione, la cui efficacia è riconosciuta sia dai medici convenzionali che dai terapeuti olistici.
Uno degli agenti chelanti più comuni che vengono immessi nel flusso sanguigno a questo scopo è l’EDTA, usato ad esempio per l’avvelenamento da piombo. Altri casi di avvelenamento da metalli pesanti trattati con la chelazione sono mercurio, arsenico, alluminio, cromo, cobalto, manganese, nichel, selenio, zinco, stagno e tallio. Un agente chelante efficace per eliminare questi metalli pesanti è il glutatione. Spesso si procede con un’integrazione di glutatione per disintossicare l’organismo. Essendo però il glutatione un antiossidante prodotto naturalmente dal nostro corpo, l’alternativa è fare in maniera che la produzione, che diminuisce con l’età, torni da sola ai suoi standard. Applicando con costanza il dispositivo naturale, non transdermico Y-Age Glutathione di LifeWave, ad esempio, questo è possibile. Secondo test clinici, in sole 24 ore la produzione di glutatione aumenta del 300%, stimolando la chelazione e l’eliminazione dei metalli pesanti. Oltre, in quanto antiossidante, ad avere altri effetti benefici sulla salute generale e sul sistema immunitario.
Scoprire i livelli di tossicità è per gli esseri umani vitale, poiché questo genere di avvelenamento è stato associato a molte condizioni di salute, tra cui malattie cardiache, deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD), morbo di Alzheimer, disturbi del sistema immunitario, disturbi gastrointestinali e autismo.
La terapia di chelazione non è controversa come spesso erroneamente si ritiene. Questa proprietà fa però in modo che vengano chelati anche minerali benefici come zinco e calcio. Per questa ragione è raccomandato unire (o far seguire) un trattamento di rimineralizzazione a quello di chelazione. Nel caso si ricorra al metodo precedentemente citato, non essendo una integrazione ma uno stimolo alla produzione endogena, i livelli di glutatione non saranno mai in eccesso, tenendo lontano questo genere di problematica eventuale.
Un aiuto naturale durante la disintossicazione deriva dal consumo di alcuni sostanziali prodotti. Succo di limone e sidro di mele sono ottimi; centrifugati di verdure fresche e frutta sono altamente consigliati. L’importante è non limitarsi a questi prodotti perché da soli non saranno in grado di rimuovere quei metalli depositati nel tessuto cerebrale.
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Articolo di generazionebio.com
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