Diverse ricerche additano la luce solare come responsabile della diffusione crescente di forme gravi di melanoma, la forma letale di cancro alla pelle.
Queste ricerche hanno però omesso una serie di informazioni importanti.
Un importante punto mancante della ricerca è legato al fatto che spesso è la protezione solare ad aumentare il rischio di melanoma, specialmente tra le popolazioni dell’emisfero settentrionale.
Ci sono inoltre degli studi che dimostrano che l’esposizione ai raggi UV (ultravioletti) in effetti riduce il rischio di melanoma.
Entriamo nei dettagli della discussione. Il tasso di melanoma è davvero in aumento?
Due recenti articoli identificano nell’esposizione ai raggi ultravioletti la causa del tasso di crescita di melanoma nel Regno Unito. Senza considerare che la possibile spiegazione potrebbe essere diversa, ad esempio l’utilizzo delle creme solari, specialmente a latitudini superiori ai 40°.
Ulteriori ricerche pubblicare dal British Journal of Dermatology mostrano che il forte aumento del tasso di melanoma negli ultimi tre decenni potrebbe essere un artefatto. Durante il periodo di studio dal 1991 al 2004, ci sono stati quasi 4000 casi di melanoma riportati, con un incremento annuo da 9,39 a 13,91 casi su 100.000. I ricercatori hanno però rivelato che piuttosto che essere alimentati dalla crescente esposizione alla luce del sole come comunemente pensato, l’incidenza maggiore era quasi interamente dovuta a lesioni non cancerose, classificate come “melanoma fase 1”. Anche la distribuzione delle lesioni riportate non corrispondeva ai siti di lesioni causate dall’esposizione al sole, portando i ricercatori a concludere:
Questi risultati dovrebbero portare a riconsiderare il trattamento delle lesioni precoci, così da ricercare un metodo diagnostico che le distingua dai melanomi maligni, e rivalutare il ruolo delle radiazioni ultraviolette e le raccomandazioni a proteggersi da esse, così come alla necessità di dare una nuova direzione alla ricerca della causa di melanoma
The Lancet riporta che l’esposizione alla luce solare, in particolare UVB, è protettiva contro il melanoma: la vitamina D prodotta dall’organismo in risposta alle radiazioni UVB è artefice della protezione.
Uno studio recente ha suggerito che le persone che lavorano al chiuso hanno contribuito all’aumento del tasso di melanoma, poiché sono esposti al sole attraverso le finestre, attraverso le quali passano solo i raggi UVA. Allo stesso tempo, questi impiegati non si espongono ai raggi benefici UVB e presentano come conseguenza livelli bassi di vitamina D. Lo studio ha anche rilevato che i raggi UV interni distruggono la vitamina D3 che si è formata grazie agli UVB esterni. Questo porta a una carenza di vitamina D e quindi a un aumentato rischio di melanoma.
Un numero elevato di correlazioni tra l’esposizione al sole e il melanoma è facilmente riscontrabile in letteratura medica. L’esposizione professionale, come nel caso di pescatori e agricoltori, e una regolare esposizione al sole nel fine settimana, sono associate ad un ridotto rischio di melanoma. I pazienti con livelli più alti di vitamina D presentano un melanoma ridotto e una prognosi di sopravvivenza migliore rispetto a quelli con livelli più bassi.
Perciò si arriva al punto importante. Chi evita il sole per timore di sviluppare un cancro alla pelle, ironia della sorte, fa a meno della più potente e naturale protezione dai tumori esistente. L’effetto protettivo della vitamina D si verifica in diversi modi.
- Aumento dell’auto-distruzione delle cellule mutate (che se lasciate a replicarsi, possono causare il cancro)
- Riduzione della diffusione e della riproduzione delle cellule tumorali
- Supporto alla differenziazione delle cellule (le cellule cancerogene spesso mancano di questa proprietà
- Riduzione della crescita di nuovi vasi sanguigni, uno dei processi di transizione da tumore dormiente a tumore maligno.
Uno studio ha rilevato che il 30% delle morti per cancro potrebbe essere evitato ogni anno, se i livelli di vitamina D nelle persone fosse più elevato. Le vite salvate grazie all’ottimizzazione della Vitamina D superano di gran lunga i decessi per melanoma.
Nel 2007si sono verificati per melanoma 988 decessi su 71.366 maschi affetti da cancro e 837 decessi su 65.458 donne. Questo significa che la percentuale di mortalità per melanoma è stata pari all’1,4% per gli uomini e all’1,3% per le donne. Ipotizzando una riduzione del 15% dell’incidenza di mortalità per tutti i tipi di cancro, grazie a un’adeguata esposizione ai raggi UVB, si ridurrebbero le vittime di un numero molto elevato.
Tutto questo non fa che suggerire che, anche se sembra un paradosso, l’utilizzo massiccio di crema solare ogni volta che si va all’aperto potrebbe accelerare, piuttosto che prevenire, il cancro. Per non parlare dei pericoli stessi delle creme, prodotte con un numero elevato di sostanze chimiche dannose per il nostro organismo.
Come ottimizzare, quindi, i livelli di vitamina D, riducendo al minimo il rischio di subire danni alla pelle? Stando al sole. Senza incappare in scottature, ma regolando nell’arco della giornata l’esposizione, in maniera da sintetizzare la vitamina D3, che ha proprietà davvero benefiche sulla nostra salute generale. Bastano 20 minuti al giorno e questo è decisamente il periodo migliore dell’anno per approfittarne e rafforzare il sistema naturale protettivo del nostro organismo.
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Articolo di generazionebio.com
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